Quando si parla di copertura 5G, si entra in un tema che ormai sta quasi diventando una sorta di chimera, o se vogliamo di promessa “sine die”, quegli argomenti che sono nell’aria, ma che sono quasi indefiniti e indefinibili.
Fino a qualche tempo fa, la copertura 5G era una sorta di promessa vaga, una specie di proiezione verso il futuro, con la convinzione che tutti i problemi endemici del nostro paese in termini di copertura sarebbero stati risolti.
In realtà, stiamo tristemente toccando con mano il fatto che non solo questa fantomatica copertura 5G avanza con una lentezza estenuante, ma anche che i dati che leggiamo in questi mesi sono quantomeno difficili da comprendere, se non sono poco attendibili.
I pilastri del 5G, come funziona e cosa cambia
Sappiamo più o meno tutti di cosa parliamo: una rete cellulare, quindi senza necessità di cavi, in grado di trasportare dati ad altissima velocità sia in upload che in download, con una latenza bassissima.
La latenza in realtà è probabilmente il parametro più importante, perché nel corso degli anni, quando è stato spiegato al mondo che cosa fosse il 5G e perché la copertura 5G fosse importante per l’avanzamento tecnologico dell’intero pianeta, è stato detto che sarebbe stato più facile far comunicare tra loro macchine, veicoli, oggetti tecnologici di vario genere proprio perché l’interazione sarebbe stata fatta in tempo reale grazie ad un tempo di trasmissione dei dati pari allo zero.
Avete mai guardato una partita su Internet mentre il vostro vicino di casa era collegato via satellite? Molto probabilmente, quando avete sentito vicino urlare per un goal, voi avete dovuto aspettare 20 secondi per capire quale delle due squadre l’avesse segnato. Questo è l’effetto della latenza, del tempo necessario per trasportare i dati sulla rete, quanto più grandi sono i dati quanto più tempo ci vuole perché possano viaggiare e arrivare a destinazione.
È facile capire che se si tratta di sapere chi ha segnato un goal all’ultimo minuto di gioco, si può sopravvivere anche se la scoperta non è istantanea, ma se parliamo di due auto con la guida autonoma che si incrociano e devono decidere come comportarsi, il tempo in cui l’una comunica con l’altra diventa fondamentale.
I parametri fondamentali della copertura 5G sono quindi velocità di caricamento e scaricamento dei dati e tempo di trasmissione degli stessi, tutti questi valori avrebbero dovuto spazzare via in un colpo solo la vecchia rete 4G.
La condizione attuale della copertura 5G
Come sempre accade, la realtà è sempre peggiore dei sogni: ecco perché alla fine del 2021 possiamo dire che questi tre obiettivi sono stati generalmente mancati dagli operatori su quasi tutto il territorio nazionale.
Conoscere oggi la vera copertura 5G è praticamente impossibile: I siti dei diversi operatori indicano come coperte quasi tutte le città italiane, una ricerca dell’istituto di consulenza EY, Ernst & Young sostiene addirittura che il 94,5% della popolazione sia coperto dalle reti di nuova generazione, però non siamo mai riusciti ad avere l’informazione di come questo parametro sia stato calcolato.
Nel corso di questo 2021 abbiamo girato in lungo e in largo l’Italia, con un occhio sempre attento al display, alla ricerca della copertura 5G, che in effetti in alcune città è attiva, ma nella maggior parte di esse parliamo del cosiddetto DSS, Dynamic Spectrum Sharing, ovvero di torri che condividono il funzionamento del segnale 4G e 5G, spesso con il fenomeno della cosiddetta Carrier Aggregation, ovvero la somma dei canali 4G per raggiungere una velocità simile al 5G.
Parliamo di una pratica che è simile a quella che cinquant’anni fa le prime radio in Fm realizzavano trasmettendo in mono ma facendo illuminare in modo surrettizio l’indicatore luminoso della stereofonia: in realtà si ascoltava un segnale monofonico, ma l’utente vedendo accesa la lucina rossa era convinto di ascoltare musica in stereo.
Questo si traduce nella realtà con il fatto che si vede un indicatore 5C sullo smartphone ma in realtà la velocità di navigazione e simile, se non inferiore a quella di una rete 4G+ ben strutturata come quella di TIM.
Ma dove arriva davvero la copertura 5G?
C’è poi il capitolo della effettiva copertura del territorio e dei dispositivi che funzionano con le singole reti: facciamo l’esempio di Fastweb, che dichiara di coprire la città di Bergamo con il segnale 5G. Prendiamo questa città ad esempio perché è quella dove noi abbiamo la sede operativa in cui lavoriamo ogni giorno: il territorio cittadino viene indicato come coperto, ma in realtà il 5G si può utilizzare solo con uno dei dispositivi certificati. Incredibilmente, iPhone non è tra questi. Oggi 4 smartphone su 5 tra i più venduti sono iPhone, in pratica l’accesso alla rete è precluso alla maggior parte degli utenti.
Iliad indica la città di Bergamo come coperta: l’unico spicchio di territorio dove in effetti pare attivarsi il segnale 5G è un quartiere di periferia, a cavallo tra i quartieri di Redona e il paese di Torre Boldone. E’ come se domani ci fosse un pezzetto di via Aurelia di Roma con copertura 5G e l’intera città fosse indicata come servita.
Rimaniamo sempre sul caso Bergamo, città tra le più operose d’Italia, tra quelle con un Pil particolarmente alto, con una copertura della fibra che curiosamente arriva solo dove ci sono strade che non hanno il porfido, i sampietrini. Nella teoria, quindi, un territorio in cui la copertura 5G diventa un servizio importante.
Anche TIM indica la città come coperta, ma (secondo quanto sperimentato a dicembre 2021) c’è una sola via in città con copertura 5G, pari all’1% circa del territorio. Certo, si suppone che primo poi tutti i cittadini passino da quella via e allora ecco che il 94,5% della popolazione è coperto dal servizio.
Vodafone e Windtre offrono una copertura migliore ma con una velocità di servizio che è pari a quella di una rete 4G+.
Nel corso di questo 2021 abbiamo girato in lungo in largo, in quasi tutte le grandi città italiane, oltre che in un numero elevato di città di media dimensione, con un minimo Comun denominatore: la copertura 5G non c’è oppure è ancora ristretta a poche aree.
Ciò che però abbiamo potuto rilevare è che in molte zone comincia a sparire il segnale 3G, in particolare quello di Vodafone, che è stato definitivamente spento, con un drammatico peggioramento della copertura.
La società più attiva e reattiva pare essere Windtre, che oggi sta diffondendo la copertura 5G in tutto il paese, anche con in modalità TDD, ovvero con la frequenza a 3.6 GHZ, che permette velocità di navigazione più alta e performance migliori.
L’attesa per lo switch-off tv
Molti esperti vi diranno che la copertura 5G migliorerà il prossimo anno quando verranno liberate le frequenze del digitale terrestre televisivo e quindi gli operatori telefonici saranno liberi di usare la frequenza a 700 MHz, fondamentale per riuscire a penetrare muri delle abitazioni e quindi offrire un miglior servizio per le reti 5G.
Ci troviamo ancora una volta di fronte alla promessa di un futuro migliore, con una prospettiva di medio termine che pare non cambiare mai: vi ricordate quando ormai molti anni fa era stato promesso ai cittadini che la copertura della fibra ad altissima velocità era ormai cosa fatta grazie ad una nuova soluzione gestita da Enel sfruttando la rete elettrica? Qualcuno ha ricevuto segnali sullo sviluppo di quel progetto?
La verità è che abbiamo il costo medio più basso d’Europa per i contratti telefonici, il governo qualche giorno fa nel pieno di una pandemia si è adoperato per modificare la legge sulle telecomunicazioni riducendo ulteriormente la durata massima dei contratti degli operatori, peggiorando nuovamente le condizioni di mercato, dopo aver chiesto il pagamento di miliardi per le concessioni 5G.
In un contesto di questo genere è davvero difficile vedere la luce per la copertura 5G nel nostro paese, con l’unica preoccupazione che è quella di tenere il passo con i paesi più evoluti, perché velocità di rete vuol dire maggiore efficienza nel gestire le attività, anche quelle di impresa.
Il vero errore clamoroso di questi anni è stato quello di pensare che il 5G serva sui nostri meravigliosi telefonini ultra potenti per trasferire più velocemente videogiochi o guardare con migliore qualità le partite su Dazn.
In realtà, il 5G dovrebbe essere l’autostrada su cui corrono i dati che poi vengono portati nelle nostre case con una connessione dell’ultimo miglio che permetta di avere velocità ultra elevate anche nelle cosiddette aree bianche, quelle fuori dalla città, che per un paese come il nostro sono fondamentali.
In realtà, almeno in apparenza, gli operatori si sono concentrati per dare una copertura spot, che sembra un po’ schizofrenica, delle aree urbane: ma le città sono la porzione di paese dove probabilmente il bisogno di copertura 5G è meno rilevante.
Quelle che ne hanno bisogno sono le campagne e le montagne, che ancora oggi non sono servite da una velocità di rete cablata degna del 2021.
Insomma, finisce un anno che doveva essere quello della svolta, ma per quanto riguarda la copertura 5G anche quest’anno la vera rivoluzione arriverà l’anno prossimo. Forse.
1 thought on “Copertura 5G, anche quest’anno migliorerà l’anno prossimo”
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