La notizia che non avremmo mai voluto leggere e che ci coglie anche un po’ di sorpresa e quella di nuove registrazioni in Cina per un ritorno di fiamma del covid, che ha costretto le autorità cinesi ad imporre il lockdown a Shenzhen, decisione che comporta il blocco di 17,5 milioni di persone e la chiusura di molte importanti fabbriche di tecnologia, compresa una delle più importanti per Apple.
Cerchiamo di andare in ordine e di richiamare i fatti, che ci riportano ad una notizia pubblicata ieri, secondo cui, dopo una crescita esponenziale di casi ad Hong Kong e la presenza di 66 infezioni a Shenzhen, nella giornata di domenica il governo cinese ha imposto il lockdown in tutta la regione.
Questa decisione estende quella che era stata presa nelle ore precedenti, che bloccava solo ed esclusivamente il distretto centrale della città, dove si concentrano molte delle grandi aziende di tecnologia cinese.
Il lockdown di Shenzhen, le restrizioni di Shangai
Per chi di voi non lo sapesse, la città di Shenzen è nella zona sud-est della Cina, a strettissimo contatto con quella di Hong Kong: il conglomerato urbano, cresciuto in modo esponenziale proprio per la crescita dei grandi insediamenti industriali tecnologici, conta circa 17,5 milioni di abitanti.
Insieme a questa decisione, arriva quella di Shanghai che restringe tutti i viaggi non indispensabili, nel tentativo di contenere questa nuova recrudescenza del virus, che sembra non voler sparire mai.
I nuovi focolai hanno portato alla scoperta di una nuova variante, chiamata “Deltacron”, molto simile alla nota Omicron, che ha fatto esplodere la contagiosità del virus e fatto crescere in modo esponenziale a livello globale la diffusione della pandemia.
La chiusura di Foxconn
Conseguenza diretta del nuovo lockdown imposto alla città di Shenzen è la chiusura degli stabilimenti di Foxconn, che producono gli iPhone. L’azienda Taiwanese, che in Cina ha un importante centro di produzione proprio a Shenzen, ha comunicato oggi che la sua fabbrica locale verrà chiusa per tutto il periodo delle restrizioni, la cui durata prevista è di sette giorni.
Secondo quanto comunicato dall’azienda, comunque, l’interruzione della produzione nella città di scienze non avrà un impatto minimo sulla capacità produttiva di iPhone, perché sono già state adottate misure per rilocalizzare la produzione in altri stabilimenti cinesi, dove tutti i dipendenti avranno la richiesta di effettuare un tampone per poter accedere al lavoro.
Lo stabilimento di Foxconn nella città di Shenzen, uno dei più importanti a livello mondiale, ha una dimensione simile a quella di una media città europea, impiega un numero incredibile di operai e rimarrà chiusa fino a diversa indicazione delle autorità.
Che effetti ci saranno per la chiusura dell’area di Shenzhen
Il nuovo lockdown nell’area di Shenzhen, i problemi di Hong Kong, le difficoltà negli spostamenti per Shanghai arrivano proprio nel periodo in cui l’industria tecnologica stava cercando di aumentare i ritmi di produzione per risolvere i problemi di scarsità dei prodotti.
La decisione presa dalle autorità, che testimonia ancora una volta come il virus non accenni a scomparire, è stata presa soprattutto per difendere Hong Kong, che in questi giorni soffre un’esplosione dei casi, la più grande dall’inizio della pandemia, con circa 30.000 casi al giorno.
Gli stretti contatti tra le due città possono essere uno degli strumenti per un’esplosione esponenziale del virus e per questo motivo le autorità hanno scelto di chiudere prudenzialmente tutte le attività. Al momento, il porto di riferimento, quello di Yantian, da cui di solito si muovono molte delle merci che vengono assemblate nell’area industriale di Shenzhen, sta lavorando in modo regolare, ma molto probabilmente in questo momento sta smaltendo scorte già prodotte e già pronte all’invio.
Difficile capire oggi quale tipo di impatto avrà questo nuovo lockdown del distretto di Shenzen su scala globale.
(Aggiornamento) La produzione è ripresa, in alcune importanti fabbriche, tra cui quella di Foxconn a partire dal 23 marzo.