Secondo i ricercatori esperti di privacy e gli analisti dei social media, la vicenda di Elon Musk e Twitter, con una scalata ostile che prevede la privatizzazione della società dopo la sua acquisizione non è compatibile con le regole democratiche di comunicazione.
Il mondo intero ha osservato in queste settimane la bizzarra vicenda che lega Elon Musk e Twitter: il magnate proprietario di Tesla e protagonista di 1000 altre iniziative imprenditoriali ha accumulato circa il 10% di azioni disponibili sul mercato ed è di fatto diventato il principale azionista della società.
La prima reazione dell’azienda è stata quella di offrire immediatamente un posto nel board di Twitter allo stesso Elon Musk, che però ha prontamente rifiutato la proposta.
Elon Musk rifiuta di entrare nel board di Twitter
In un primo momento, molti osservatori si erano sorpresi per la scelta di Elon Musk, ma in realtà non era complicato comprendere le ragioni: un ruolo nel consiglio di amministrazione della società impone delle regole ben precise che riguardano la comunicazione verso il mondo esterno, ma anche una serie di obblighi nei confronti della società stessa, in primo luogo quello di non superare una certa soglia di quote societarie.
La scelta di Elon Musk ha fatto immediatamente comprendere che le sue intenzioni andavano ben oltre la quota raccolta fino a quel momento: contestualmente l’imprenditore ha pubblicato anche una serie di tweet che sarebbero stati incompatibili con un ruolo nel board della società.
Non solo, perché secondo alcuni azionisti Elon Musk ha compiuto anche un reato omettendo di comunicare tempestivamente di aver superato la soglia del 5% delle quote. Entro quella soglia, infatti, va tempestivamente comunicato all’ente che regola le attività di borsa negli Stati Uniti, la SEC, il raggiungimento del cospicuo capitale all’interno di una singola società.
Elon Musk non l’ha fatto, non entro i termini stabiliti, per questa ragione avrebbe causato possibili perdite agli altri soci, che nel frattempo hanno venduto le proprie azioni, inconsapevoli del fatto che l’azienda in realtà stesse aumentando di valore.
Una sola persona, una montagna di dati, poche regoleI
I social media non sono più una novità: sappiamo benissimo come funzionano e quale genere di potere rappresentino, grazie alla possibilità di raccogliere una quantità infinita di dati sugli orientamenti e le loro persone e sui loro comportamenti.
Sono molti gli osservatori che rilevano come una quantità di dati così grande in possesso di poche persone possa essere particolarmente pericolosa. I contenuti sulle piattaforme di social media possono influenzare l’opinione pubblica e indurre le persone a cambiare i loro comportamenti, ragione per cui il loro controllo rappresenta oggi una posizione di potere molto delicata.
Se a questo si aggiunge il fatto che il piano di Elon Musk è quello di privatizzare l’azienda, sottraendosi di fatto ai controlli a cui sono sottoposte le società quotate, si entra in un meccanismo particolarmente pericoloso dove una sola persona ha il pieno controllo di un flusso enorme di dati senza alcun tipo di verifica dei comportamenti e senza una forma di bilanciamento interna o esterna dei poteri.
La risposta di Twitter si fa attendere
In questo contesto in cui più di una persona sta sollevando perplessità circa l’ipotesi di una scalata ostile di Elon Musk a Twitter, non è ancora arrivata una risposta ufficiale della società, che però ormai è imminente.
Alcune prestigiose testate americane hanno dato qualche anticipazione, secondo cui l’orientamento del consiglio sarebbe quello di respingere l’offerta di Elon Musk. In attesa di un pronunciamento chiaro, nei giorni scorsi sono state aggiornate le regole della società, introducendo quella che viene chiamata la poison pill, meccanismo per cui quando un singolo socio arriva alla quota del 15% delle azioni, gli altri soci hanno la possibilità di acquistare quote ad una cifra scontata.
Nella decisione del board non c’è alcun riferimento alla vicenda di Elon Musk e Twitter, ma è chiaro che il tempismo delle regole sia riconducibile proprio al tentativo di scalata ostile.
Difficile prevedere quale sarà lo sviluppo di questa situazione, di certo il tema del controllo su queste società e sulla loro gestione dei dati non si esaurisce con i capricci di Elon Musk su Twitter.