Dopo dieci anni, per la prima volta Netflix perde abbonati e riporta un trimestre con una contrazione di circa 200.000 utenti, il timore degli analisti è che non sia un incidente di percorso, ma una decrescita strutturale.
Dopo la doccia fredda dell’ultimo trimestre, si profila all’orizzonte per Netflix un costo dell’abbonamento in calo, se verrà introdotto un nuovo piano tariffario che prevede la pubblicità.
Sappiamo probabilmente tutti di cosa stiamo parlando, ma nel caso ti fossi distratto negli ultimi anni, ti ricordiamo che stiamo parlando della più importante piattaforma globale di intrattenimento, attualmente la piattaforma di streaming video più usata nel mondo.
Netflix compete con Prime Video, Disney+, Hulu, HBO Max, Discovery+, solo per citarne alcune e al momento è al primo posto della classifica dei servizi di intrattenimento a pagamento più utilizzati.
La crescita dei costi degli abbonamenti di Netflix
Gli abbonamenti Netflix hanno inaugurato quella che alcuni esperti avevano definito la “9.99 economy”, una pletora di servizi offerti agli utenti al prezzo convenzionale mensile di 9,99 €. Nel corso degli anni, però, Netflix ha fatto lievitare il costo dei suoi abbonamenti fino al recente aumento delle tariffe in Inghilterra e in Irlanda, che ha portato a sfondare la soglia dei 20 euro al mese per uno dei suoi piani tariffari.
Gli aumenti del costo dell’abbonamento di Netflix, la crescita vertiginosa del numero di abbonati di Disney+, il proliferare del fenomeno della condivisione delle password da parte degli utenti hanno portato al primo clamoroso caso di perdita di utenti nell’arco di un trimestre.
Per chi non lo sapesse, il costo dell’abbonamento Netflix in Italia è di 7,99 € per la versione base, che permette di usare un solo schermo e di vedere i contenuti con definizione ridotta, la versione con due schermi collegabili contemporaneamente in formato HD viene invece proposta oggi a 12,99 € mese, mentre la versione Premium con quattro schermi e il formato ultra-HD ove disponibile, viene proposta a 17.99 euro.
La prima perdita di abbonati in un decennio
Per la prima volta nell’arco di 10 anni, Netflix ha perso abbonati, con un calo di 200.000 unità, in un trimestre in cui il suo piano industriale prevedeva una crescita di 2,5 milioni di abbonati. La reazione del mercato è stata piuttosto turbolenta, perché le azioni di Netflix hanno perso il 25% nelle ultime ore di contrattazione dopo l’annuncio, un effetto più psicologico che ponderato, ma che comunque fa riflettere molti degli analisti sul futuro della piattaforma.
Molti esperti hanno indicato nel costo di Netflix una delle ragioni del suo possibile declino, a cui si aggiunge anche una sorta di saturazione dell’utente, che fatica ad orientarsi in una offerta quasi illimitata, dove è diventato difficile andare a cogliere quali contenuti siano davvero rilevanti.
Il costo dell’abbonamento di Netflix passa comunque in secondo piano rispetto al fenomeno di Netflix gratis, o quantomeno ad un prezzo meno rilevante, grazie alla condivisione delle password da parte dei suoi utenti.
Secondo la società, il fenomeno di “Netflix gratis” è più rilevante di quanto si possa immaginare, la valutazione della stessa azienda sarebbe di 100 milioni di persone che in questo momento fruiscono dei contenuti senza pagare l’abbonamento.
Per guardare Netflix, come è noto, si può usare il sito internet, o più facilmente fare il download della app di Netflix su una delle molteplici piattaforme con cui il servizio è compatibile. L’incrocio tra numero di download, numero di abbonati, ma soprattutto le informazioni sugli IP da cui gli abbonati fruiscono dell’abbonamento Netflix, forniscono un quadro molto dettagliato sulla reale situazione del mercato.
L’utente Netflix “mordi e fuggi”
Il calo degli abbonamenti di Netflix, non è comunque solo condizionato dal fenomeno di Netflix gratis, con la condivisione delle password, ma viene amplificato dal fenomeno degli utenti mordi e fuggi, quelli che si abbonano per un brevissimo periodo di tempo, fruiscono di quanti più contenuti possibili e poi congelano il proprio abbonamento Netflix per un periodo indefinito, fino all’arrivo di contenuti considerati per loro rilevanti.
Reed Hastings, CEO di Netflix, si è dichiarato contrario alla complessità della pubblicità e favorevole alla semplicità degli abbonamenti, ma si è anche detto aperto a rispettare la scelta dei consumatori, ragion per cui secondo gli esperti c’è all’orizzonte per Netflix un piano tariffario con un abbonamento che a costo più contenuto proporrà spazi pubblicitari all’interno dei prodotti.
Nel valutare il numero di abbonamenti Netflix che sono stati persi negli ultimi tre mesi, bisogna anche tenere conto dell’impatto fortissimo della perdita di abbonati in Russia, dove la piattaforma aveva ben 700.000 abbonati. Il rallentamento generale della crescita degli abbonamenti di Netflix e lo stop alle operazioni in Russia hanno portato a questo saldo negativo per la prima volta in 10 anni.
Il crollo in borsa di Netflix
La vera ragione per cui la borsa ha reagito così negativamente si basa sulla difficoltà di Netflix di prevedere un’espansione rapida in altri territori, dato che negli Stati Uniti ci sono già 100 milioni di abitazioni con un abbonamento a Netflix.
Nella giornata di ieri, il crollo di borsa ha generato una perdita di valore di 40 miliardi di dollari, trascinando verso il basso anche Roku, che ha perso il 6% e Walt Disney, che è calata del 5%.
Da quando, nello scorso mese di gennaio, Netflix ha avvisato i suoi azionisti di un possibile calo nel numero degli abbonamenti, la piattaforma ha perso quasi il 50% del suo valore.
Il tema davvero complesso è immaginare quali tipo di strategia possa aiutare ad aumentare il numero di abbonamenti Netflix, mantenendo però un costo sufficiente per sostenere gli investimenti nei contenuti.