Come giĂ anticipato nella puntata del podcast di oggi, dopo una sorta di telenovela durata alcune settimane, Elon Musk compra Twitter grazie al cambio di direzione del suo consiglio di amministrazione.
Nel corso dell’ultimo mese, vi abbiamo raccontato a piĂą riprese cosa stesse succedendo tra Elon Musk e Twitter, dopo un’escalation, che potrebbe non essere ancora terminata e potrebbe avere anche strascichi legali.
Le tappe dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk
Il primo passaggio è stato quello dell’annuncio dello stesso Elon Musk, che si è detto pronto a fondare un suo social network alternativo a Twitter, che garantisse la libertĂ di espressione a chiunque.
A distanza di qualche giorno, però, il Tycoon americano, che è anche CEO di Tesla, ha comunicato di aver raccolto quasi il 10% delle azioni di Twitter, primo passaggio “critico”, perchĂ© avrebbe dovuto tempestivamente comunicare alla SEC (l’ente che controlla la borsa americana) il raggiungimento della soglia del 5%.
La reazione immediata dell’azienda è stata quella di offrirgli un posto nel board, l’equivalente del consiglio di amministrazione, che però Elon Musk ha rifiutato: l’imprenditore non ha mai addotto ragioni, ma piĂą di un esperto ha letto quella scelta come una mossa propedeutica al tentativo di un’acquisizione ostile.
Perché Elon Musk ha rifiutato di entrare nel board di Twitter?
I componenti del board di Twitter, infatti, non possono andare oltre la soglia del 14% di quote, non possono comunicare contro l’azienda e hanno precisi vincoli nei rapporti con il mondo esterno, tutti dettagli che si sposavano con difficoltĂ con il metodo istrionico e spesso un po’ sopra le righe di Elon Musk.
Dopo questo passaggio, è arrivata la proposta di acquisto da 40 miliardi di dollari, che in un primo momento è stata respinta dal board, o quanto meno questo è ciò che è stato fatto trapelare a diversi organi di stampa.
Solo nel corso del fine settimana c’è stata un’improvvisa accelerazione, con un cambiamento di rotta da parte del board, che ha ripreso le trattative con il team di Elon Musk.
Ieri, nel tardo pomeriggio italiano, è trapelata notizia che le trattative erano state interrotte e avevano raggiunto uno stallo, quando nel giro di pochi minuti è stata diffusa la conferma ufficiale dell’accordo.
Elon Musk pagherĂ 54.20 dollari per azione, con un valore complessivo dell’azienda che è arrivato a 44 miliardi di dollari, l’operazione si concluderebbe entro il 2022, ma non ha ancora un’orizzonte temporale preciso tracciato.
Le reazioni all’acquisizione di Elon Musk
Le reazioni all’operazione di acquisizione da parte di Elon Musk sono state le piĂą disparate: Joe Biden si è detto preoccupato, mentre il fondatore di Twitter, Jack Dorsey ha pubblicato un messaggio in cui esprime la sua fiducia sul futuro della piattaforma.
Lo stesso Dorsey ha definito Elon Musk “la soluzione singolare di cui mi fido”, bisognerĂ capire cosa succederĂ ora alla piattaforma.
Nei giorni scorsi, ci siamo allineati alle valutazioni di alcuni esperti sul futuro di Twitter sotto la guida di Elon Musk: tutto dipende dalle regole e dalla capacità delle autorità di farle rispettare, perché la montagna di dati che viene accumulata nelle mani di una sola persona rappresenta sempre e comunque un potenziale rischio.
Le reazioni della rete all’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk sono contrastanti, ma c’è un filo comune che lega molti commenti: il rischio è che la piattaforma venga schiacciata dall’ego smisurato del suo nuovo proprietario, che diventi un giocattolo in cui lui conta piĂą dei suoi utenti, oltre le regole, oltre ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.
Da quanto è trapelato nelle ultime ore, molti dei dipendenti di Twitter sono contrari al passaggio di mano e molti hanno giĂ preannunciato il desiderio di lasciare la compagnia, nel timore di licenziamenti su vasta scala. Ci vorranno sei mesi per completare il passaggio di proprietĂ , ma per ora non ci sono garanzie su ciò che accadrĂ nel frattempo. L’attuale CEO, Parag Agrawal, dovrebbe lasciare, ma non ci sono conferme ufficiale, nĂ© cenni all’argomento nel messaggio ai dipendenti distribuito ieri.
Jeff Bezos, eterno nemico di Elon Musk sta giĂ testando la libertĂ di espressione su Twitter, con alcuni interrogativi ficcanti sul suo “avversario” di sempre e sui suoi rapporti con la Cina.
SarĂ curioso capire se Twitter diventerĂ il campo giochi di milionari che non comunicano direttamente, ma soprattutto se la promessa di libertĂ assoluta verrĂ mantenuta.
Difficile, se non impossibile, capire se questo passaggio sia linfa vitale per Twitter o possa essere un colpo mortale, solo il tempo ci potrà dare una risposta. Quello che è certo è che Twitter non sarà più la stessa, nessuno però può garantire che sarà meglio.