[spreaker type=player resource=”episode_id=50737541″]
Bentornati a Mister Gadget e-Wheels, oggi parleremo nel campo della mobilità elettrica dell’addio di Herbert Diess al Gruppo Volkswagen, della partenza del progetto Silk-Faw, di un’auto che mangia CO2 e delle colonnine di ricarica che aumentano in autostrada.
Mobilità elettrica, Herbert Diess lascia il Gruppo Volkswagen
La notizia più importante della settimana è certamente l’addio di Herbert Diess al Gruppo Volkswagen. Perché è importante, beh perché Diess ha puntato tutto sull’elettrico, per un’azienda che ricordiamolo usciva dal Dieselgate. Un all-in che però, alla fine, non ha pagato in termini di vendite e numeri. E a rimetterci più di tutti è proprio chi il banco lo voleva far saltare: Diess non sarà più alla guida del Gruppo Volkswagen da settembre, al suo posto Oliver Blume, attuale numero uno di Porsche. Ma perché questo addio forzato? Diversi i motivi: per prima cosa, i rapporti con i sindacati erano ormai logori, dopo che Diess aveva parlato di possibili esuberi. Poi il mercato cinese che non decolla, con la famiglia ID che non ha performato come sperato. E poi il puntare tutto sull’elettrico e non lasciare quindi spazio ad altre soluzioni non ha aiutato il manager bavarese. E ora? Elon Musk ha grande ammirazione per il 63enne Diess, che per lui si apra una nuova sfida professionale?
Il progetto Silk-Faw si farà
Torna il sereno sul progetto Silk-Faw: progetto confermato, quindi a settembre partiranno i lavori per la nascita della fabbrica di Gavassa, vicino a Reggio Emilia. Silk ha inoltre ultimato l’acquisto del terreno sul quale l’azienda stabilirà anche la propria sede e centro di innovazione. Rientrati i problemi che hanno visto, nelle scorse settimane, le due aziende tentennare forse un po’ troppo. Vedremo cosa accadrà, per ora il progetto che vedrebbe l’Italia in primissima fila per lo sviluppo della mobilità elettrica è confermato.
Mobilità elettrica, dall’Olanda arriva l’auto che mangia la CO2
C’è un progetto molto strano che arriva dall’Olanda e riguarda una strana auto che mangia la CO2 mentre viaggia. Si chiama Zem, la vettura in questione, ed è realizzata da un team di studenti olandesi. Ha degli speciali filtri in fase di brevetto che intrappolano i gas serra. Un’evoluzione dell’auto elettrica, verrebbe da dire. Che abbiamo sempre considerato a zero emissioni ma che mai ci saremmo immaginati, invece, potesse catturare la CO2. Questo team di studenti della facoltà di ingegneria di Eindhoven ha realizzato in effetti un prototipo in grado di purificare l’aria attraverso speciali filtri. Traducendo in numeri, è capace di catturare 2 kg di CO2 ogni 20.000 miglia percorse. Un’auto davvero a impatto zero, verrebbe da dire. Chissà se arriverà mai sul mercato.
Crescono le colonnine di ricarica per auto elettriche in autostrada
Arno Ovest, sulla autostrada A1 Milano-Napoli, e Brianza Sud, sull’A4 Milano-Brescia, sono le ultime due, nuove stazioni di ricarica Free to X. In autostrada. Con queste salgono a 26 le stazioni presenti sulla rete autostradale italiana. A questi sono da aggiungere altri 21 cantieri in corso, molti dei quali, assicura Autostrade per l’Italia, in fase di completamento entro l’estate. Fino a chiusura del piano, previsto per l’estate 2023, il programma è di avviare in media 5/6 nuove stazioni ogni mese. Attualmente l’investimento complessivo per le 100 stazioni pianificate è di 75 milioni di euro, vale adire circa 750 mila euro a stazione, con colonnine fino a 300 kW di potenza fornite dall’Alpitronic di Bolzano, che è tra i leader europei nelle ricariche di potenza. Tutte le stazioni sono accessibili con tessere o card dei principali operatori, come Enel X Way o BeCharge. Di certo il tutto è partito con colpevole ritardo, legato alla dissennata gestione Benetton, ma Autostrade per l’Italia e Free to X stanno recuperando con celerità il tempo perduto. Una volta completato il piano di installazione, su 100 aree di servizio, la distanza media tra un’area di ricarica e l’altra sarà di circa 50 km, così come previsto nel disegno proposto per accedere ai fondi del PNRR. Pari alla distanza media delle aree di servizio a livello europeo. Insomma, attendiamo trepidanti questa scossa nell’ambito della mobilità elettrica anche in autostrada.