Il mercato del gaming è tra i più fiorenti nell’industria tech e tutti i grandi marchi stanno lottando per ritagliarsi una fetta di mercato già da tempo. Recentemente c’è stato l’annuncio dell’acquisto da parte di Microsoft della Bethesda, la compagnia americana famosa per le saghe The Elder Scrolls e Fallout. Anche Amazon, oltre alla piattaforma Prime Gaming, ha già sviluppato un gioco in proprio.
Da almeno un decennio, se non di più, i videogiochi sono considerati una forma di entertainment per tutte le età alla pari di film e serie tv. Allo stesso tempo, sono anche una forma alternativa per socializzare. Basti pensare ai giochi multiplayer dove è possibile non solo sfidarsi o cooperare con altre persone ma anche chattare e fare amicizia.
Non è un caso quindi che praticamente tutte le maggiori aziende tech al mondo abbiano lanciato un loro servizio gaming, si siano lanciate nello sviluppo di giochi o cercato di realizzare entrambe le cose.
Il caso Google Stadia
Per alcuni è stata una notizia scioccante, altri invece stavano contando i giorni già da tempo. Tant’è che Google ha annunciato che cancellerà il servizio Stadia dal 18 gennaio 2023. Nonostante alcuni siano rimasti sorpresi da questa decisione, Google Stadia non ha mai avuto né un buon nome, né delle buone recensioni.
Mantenere un servizio del genere è certamente alquanto costoso anche per una superpotenza come Google. Preso atto del fatto di non essere riusciti a fare breccia nel già competitivo mercato, hanno preso la, probabilmente, saggia decisione di abbandonare la battaglia.
I motivi dell’insuccesso di Stadia non sono facili da trovare. Ufficialmente è stato detto che la piattaforma non ha avuto la presa sugli utenti che ci si aspettava. Il motivo di questo potrebbe essere dovuto sia ad una library di giochi non all’altezza dei rivali, che alla necessità di una connessione molto potente per poter godere appieno del servizio.
Cosa aspettarsi da Amazon nel caso Stadia
Alcuni potrebbero vederci giusto una coincidenza, altri due eventi completamente scollegati; ad ogni modo, non sarebbe poi così impossibile che il lancio della piattaforma Amazon Luna a marzo 2022 abbia in qualche modo contribuito alla decisione di Google riguardo Stadia.
Per chi non lo sapesse, Amazon Luna è una piattaforma di cloud gaming che, dopo circa due anni di sviluppo, è stata lanciata in esclusiva negli Stati Uniti. Non ci sono ancora notizie riguardo il lancio della piattaforma su altri mercati al momento ma è facile immaginare che Amazon non voglia affrettare i tempi.
Questa può essere una strategia per evitare una fine tipo Stadia. Il mercato americano è abbastanza grande per poter sperimentare sia il gradimento degli utenti per la nuova piattaforma, sia specifiche tecniche ed eventuali modifiche che possano migliorare l’esperienza dei giocatori.
A meno che l’esperimento americano risulti in una debacle totale, è molto probabile che Amazon cercherà sicuramente di inserirsi in quella fetta di mercato lasciata aperta da Google. Le motivazioni sono molteplici, a partire dagli investimenti fatti dal colosso americano nel settore gaming, fino all’accordo fatto con Ubisoft per avere l’esclusiva del rilascio in contemporanea dei loro titoli su Luna.
Qual è il futuro del cloud gaming?
Per concludere, nonostante i passi avanti fatti in questo settore, il cloud gaming pare ancora essere un terreno minato che richiede grande cautela e preparazione. Il caso di Google Stadia è sicuramente emblematico e, anche se un po’ cliché, la dimostrazione che avere grandi risorse economiche non sempre paga nel mondo della tecnologia.
Amazon si sta rivelando molto paziente nel mercato gaming e pare che si stia ritagliando i suoi spazi quasi in sordina. Fino ad ora, sembra aver ponderato bene le sue scelte e sia lo sviluppo del suo primo gioco che l’ingresso nel cloud gaming sono stati fatti con pazienza. Se Amazon riuscirà poi effettivamente a colmare completamente il vuoto lasciato da Stadia è difficile da predire. Quel che è sicuro, però, è che ci sta già provando.