Recensione Pentiment: Xbox Game Pass ha trovato il suo GOTY?

Abbiamo provato in anteprima il first-party di Obsidian ed Xbox. Pentiment ci narra una storia nel 16° secolo tra casi di omicidio e siparietti spiritosi, risultando essere un mix davvero peculiare.

Si è fatto strada nel mondo dei videogame con Fallout New Vegas e i due Pillars of Eternity; quest’anno, Josh Sawyer, attualmente game director di Obsidian, ritorna con un progetto più personale, motivato in parte dai suoi studi di storia e dalla sua passione per la disciplina. Realizzato da un piccolo team di dodici sviluppatori, Pentiment è un’ode al Rinascimento e, per inciso, la vera sorpresa di Xbox di questa fine dell’anno.



Di cosa parla Pentiment? Tra indagini e mille storie da raccontare

Nel 1518 nell’abbazia benedettina di Keirsau, non lontano dalla piccola città bavarese di Tassing, l’artista Andreas Maler si impegnò a realizzare il capolavoro della sua vita prima di essere coinvolto in una serie di squallidi omicidi che si diffonderanno per un periodo di venticinque lunghi anni. Un’avventura che si inserisce in un contesto febbrile all’alba di sconvolgimenti politici e religiosi. 

Armato di una manciata di storici, Obsidian illustra con piacevole autenticità lo stile di vita contadino condotto alla bacchetta dal clero in un ambiente tuttavia puramente fittizio. Il realismo è spinto fino alle composizioni dei pasti che avrai l’opportunità di gustare due volte al giorno, dal pane di segale alle carni costose che troneggiano sulle tavole dei più ricchi. Infine, i personaggi sono numerosi quanto i luoghi da visitare. Pentiment ha un universo ricco di una moltitudine di volti, abbastanza da avere difficoltà a tenerne traccia durante l’avventura.

Come è Pentiment?

Ma ovviamente è prima di tutto l’estetica del titolo che salta all’occhio, che è in gran parte ispirata ai disegni dei manoscritti medievali e all’incisione su legno, una sorta di omaggio del tutto affascinante e visivo dei metodi e delle abilità calligrafiche e artistiche del tempo.

Inoltre, la cura dei volti è precisa, ognuno con un’espressione che li riesce a contraddistinguere alla perfezione. Come bonus, hai diritto al dolce suono della penna che si strofina con la carta durante lo svolgimento dei dialoghi; come se, davanti ad una lavagna, uno scriba scrivesse la storia in tempo reale. A questo proposito, il titolo ha una manciata di belle melodie, anche se discrete, spesso composte da strumenti a fiato e talvolta bei canti della Chiesa.

Come si gioca Pentiment? Corsa contro il tempo

Se Pentiment comunque ha una storia da seguire, di tanto in tanto lascia libertà al giocatore: scelte, alla portata francamente visibile, devono essere prese regolarmente.

Durante le tue indagini dovrai necessariamente chiacchiere con i locali per ottenere informazioni. Alcune frasi non saranno dimenticate dai tuoi interlocutori e peseranno sulla bilancia quando chiedi loro una mano per risolvere qualche problema o cercherai di influenzare le loro decisioni.

Poi arriveranno anche i grandi verdetti: tra un elenco di sospetti, si tratta di designare chi pensi sia il colpevole dalle indagini condotte da te. Una scelta formidabile poiché l’esito di quello che punti è semplicemente la morte. Nota solo che per quanto frustrante possa essere per alcuni, il vero assassino non viene mai divulgato.

Su questo argomento Josh Sawyer ha dichiarato: “Se hai diverse persone di fronte a te e dici a te stesso che tutte queste persone avrebbero potuto uccidere questa persona, che ognuna ha il proprio movente e il proprio atteggiamento, che hai il tuo rapporto personale con loro e che hanno il loro rapporto con la comunità, quindi quello che ti chiediamo di dire è chi pensi dovrebbe morire?”

Le tue azioni sono limitate dal tempo, costringendoti a selezionare meticolosamente i percorsi che vuoi intraprendere con il rischio di perderne altri. Un sistema che si dimostra piuttosto interessante e motiva naturalmente la rigiocabilità del gioco. Sottigliezza affascinante: secondo gli anni esplorati (ricordiamo che l’avventura si estende su 25 anni), l’orologio che ti indica l’ora sfoggia una nuova forma, adattandosi alla sua generazione.

E per percorrere questo vasto periodo di tempo, dovrai impiegare circa 15-20 ore per finire una run di Pentiment. Infine, oltre ad una decina di casi come ti ho descritto sopra, sono presenti una manciata di mini-giochi, francamente troppo aneddotici per essere sottolineati più a lungo qui.

Pentinent
Con la sua estetica davvero peculiare e storicamente accurata, Pentiment è un omaggio scintillante all’era rinascimentale. Il gioco mischia scene del crimine piuttosto intriganti, una manciata di siparietti divertenti e soprattutto una struttura e scrittura di altissimo spessore e scelte che contano davvero. Peccato che la sua narrazione a volte così laboriosa ed un ultimo atto leggermente sottotono non facciano spiccare totalmente il volo ad un progetto che rimane comunque di altissimo livello.
Pro
+ Le scelte impattano realmente il gioco
+ Scene del crimine interessanti
+ Azioni limitate dal tempo
+ Una direzione artistica sublime
+ Storicamente accurato
+ Alcune situazioni molto divertenti
+ Un’ottima longevità (dalle 15 alle 20 ore)
Contro
– Dialoghi a volte molto laboriosi che possono scoraggiare i giocatori più casual
– Un terzo atto sottotono

Riccardo Ferrari: Studente di farmacia di giorno e scrittore di notte. Caporedattore, coordinatore e gestore delle componenti social e di pubbliche relazione di una piccola realtà: Natural Born Gamers. Nato con un joypad della prima PlayStation in mano e cresciuto con Final Fantasy, Metal Gear Solid e Resident Evil. Da lì non ha mai abbandonato il mondo videoludico, ho abbracciato anzi nuove passioni come il cinema, le serie tv ed il mondo della tecnologia.
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