Recensione Dead Space Remake: nello spazio nessuno può sentirti urlare

Dead Space ritorna nel 2023 con un remake fenomenale, dimostrando ancora una volta la qualità di questo videogioco horror

Quasi 15 anni fa, Electronic Arts pubblicò nella sua line-up un survival horror chiamato Dead Space che riuscì a terrorizzare ed impressionare milioni di persone. Tra spaventi e pure terrore i giocatori dell’epoca hanno dovuto percorrere i corridoi bui di un’astronave alla deriva, saltando dalla sedia così spesso che vennero giudicati vittime di convulsioni.

Nel 2023, il gigante americano si prepara a dare una nuova dose horror a chi lo desidera attraverso, questa volta, gli studi di Motive Studio. Saranno riusciti a dare una nuova linfa vitale ad uno dei migliori videogiochi del suo genere? Scoprilo nella nostra recensione.

Prima di parlarti del gioco, è giusto chiarire che abbiamo testato Dead Space Remake su Xbox Series X, immersi nel buio assoluto con le cuffie sulle orecchie su uno schermo OLED 4K. Ci sono volute circa quindici ore per arrivare alla fine dell’avventura principale in difficoltà Normale. Abbiamo giocato principalmente in modalità Performance.



Di cosa parla Dead Space Remake

Benvenuti a bordo dell’USG Ishimura, una gigantesca astronave che sembra non ospitare più un’ anima viva. Inviato a bordo della stazione per indagare su una perdita completa di comunicazione, Isaac Clarke ed i membri dell’equipaggio della Kellion capiranno rapidamente che la nave ha sicuramente qualcosa che non va e l’equipaggio è completamente sparito.

La piccola squadra dovrà affrontare una notizia molto più macabra: tutti sono morti e si sono praticamente trasformati in mostri che hanno ben poco di umano. Le braccia hanno lasciato posto a delle lame, le gole ora vomitano acido. La missione di ripristino delle comunicazioni prevista si trasforma rapidamente in una sfida di sopravvivenza. Tra una miriade di necromorfi ed orrori vari dovremo scoprire cosa è successo a bordo dell’ USG Ishimura.

Cos’ha di speciale Dead Space

Dead Space è un survival-horror in vista in terza persona che ha avuto molto successo per il genere di appartenenza nell’ottobre 2008, a tal punto che Resident Evil 5 ha preso molti spunti dal gioco. Ispirandosi a opere sci-fi apprezzate come Aliens o Event Horizon, la proprietà intellettuale ideata da Visceral Games immergeva il giocatore in corridoi metallici con luci tremolanti dove ogni angolo scuro, ogni bocca di ventilazione, ogni portello nascondeva una potenziale minaccia. Al di là di questa atmosfera angosciante abilmente costruita grazie a grandi trucchi di messa in scena che vanno da luce che vanno via che bruscamente ai motori che emettono suoni senza preavviso, Dead Space ha sconvolto i giocatori grazie a un gameplay tanto brutale quanto originale.

All’interno dell’Ishimura, i Necromorfi non vanno semplicemente uccisi, si devono tagliare in molteplici pezzi. Dove altri survival-horror con una telecamera fissa dietro le spalle del personaggio premiavano i colpi alla testa dei nemici, la creazione di Electronic Arts richiedeva una soluzione ben più macabra: tagliare braccia, gambe o tentacoli risultava essere il modo più efficace per annientare qualsiasi minaccia. 

Questa nuova versione di Dead Space non modifica in alcun modo il fascino dell’esperienza originale. A differenza del remake di Resident Evil 2 che aveva osato sconvolgere il gameplay del modello del 1998 e il corso della storia, Dead Space mira all’autenticità ed a livello di gameplay è vicinissimo al titolo del 2008. I due milioni di avventurieri che hanno vestito i panni Isaac poco più di 14 anni fa si sentiranno a loro agio. Troveranno un sistema di upgrade dell’equipaggiamento migliorato (con componenti propri che apportano effetti) e noteranno la scomparsa delle porte da aprire con punti di forza. Certo, il gameplay è un pochino invecchiato a causa della mancanza di spostamenti veloci, un sacco di backtracking, una telecinesi che non sempre attira l’oggetto che avremmo voluto e combattimenti corpo a corpo pesanti, ma la qualità ed il fascino della produzione è ancora presente e forte.

Come è il comparto tecnico di questo remake

Mentre il remake di Dead Space è sicuramente rivolto ai fan del gioco originale, è anche pensato per accogliere i neofiti grazie a un restyling completo del comparto tecnico. 

Certo, l’USG Ishimura è ancora un luogo lugubre infestato da mostri orribili, ma ora lo possiamo apprezzare al meglio su Xbox Series X e PlayStation 5. Il titolo di Motive è stato costruito per sfruttare al meglio le console ed i PC di ultima generazione.

Con l’epopea ambientata quasi interamente al chiuso, gli artisti hanno aggiunto molte luci dinamiche, effetti speciali dettagliati e texture sporche come piacciono a noi per un risultato all’altezza del progetto originale.

La modalità Qualità gira in 4K/30fps con il ray-tracing abilitato mentre la modalità Performance mostra un 60fps costante in 2K senza ray-tracing. La buona notizia è che è possibile passare da una modalità di rendering all’altra al volo, senza dover tornare al menu principale, il che è l’ideale. In altre parole, il vecchio titolo di Visceral Games ritorna nel 2023 in ottima forma tecnica per causare paura mentre incanta i nostri occhi. Solo i volti dei personaggi in primo piano nelle cut-scene non sono eccezionali.

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Un cambiamento tecnico che riesce a migliorare anche il gameplay

Il comparto tecnico rivisto e migliorato rafforza anche la precisione del gameplay attraverso un motore fisico corretto e soprattutto grazie a smembramenti più dettagliati che mai in base agli impatti sulla carne.

Gli sviluppatori hanno deciso di fare affidamento significativamente su tutto ciò che riguarda le collisioni con più oggetti da afferrare e poi inviare contro degli avversari tramite la telecinesi. Aggiungendo la Stase che rallenta i mostri (e gli oggetti) così come gli elementi dello scenario a volte letali (suolo elettrico, laser, ecc.), il giocatore gode di una certa libertà d’azione nei corridori angusti dell’Ishimura.

Coloro che hanno vissuto le avventure di Isaac nel 2008 sanno quanto sia importante il sound design in Dead Space: informa sulla presenza di un mostro prima che questo sia visibile effettivamente sullo schermo. 

Il remake riesce a far meglio del suo maggiore rispettando il materiale originale con suoni riconoscibili tra mille abilmente modificati. Tutte le voci sono state rifatte e Isaac Clarke ora ha delle battute, a differenza del capitolo del 2008. Anche in questa versione il doppiaggio è in lingua italiana. La musica che cambia a seconda delle situazioni accompagna meravigliosamente l’azione, mentre i messaggi audio trasmessi nell’Ishimura sono perfetti per ampliare la lore e la storia del gioco. Il doppiaggio è nel complesso di qualità anche se gli attori forse giocano un po’ troppo sulla sofferenza durante certe battute.

Come si gioca a Dead Space Remake – Il gameplay

Anche se Dead Space Remake non reinventa completamente il materiale d’origine, a differenza di quanto ha fatto Capcom con Resident Evil 2, Electronic Arts è andato molto oltre quello che ha realizzato Naughty Dog con la sua nuova versione di The Last of Us Parte I. 

Le differenze però ci sono e sono ben visibili, Motive Studio ha deciso di modificare le parti più legnose del capitolo del 2008, come la maneggevolezza in gravità zero. Dead Space offre ancora così pochi punti (solo sei), ma a differenza di quelli di The Callisto Protocol, sono davvero diversi oltre ad essere una gioia da giocare. Se il level-design non è cambiato radicalmente, accoglie variazioni inedite con passaggi a gravità zero che prima non esistevano e interi pannelli aggiuntivi. Inoltre, le sequenze sono state riviste e corrette, come quella del cannone ADS per citarne alcuni, mentre sono in gioco puzzle nuovi di zecca. Questi ultimi, semplici, si basano principalmente sul motore fisico così come sui percorsi elettrici da alimentare grazie alle batterie.

Poi, nuove interazioni sono state integrate tra i personaggi principali, portando a scene inedite (il più delle volte si tratta di dialoghi extra). 

I text-log da raccogliere forniscono maggiori dettagli su aspetti della storia ripresi in Dead Space 2 e Dead Space 3. Sebbene siano stati fatti sforzi sulla narrazione, la produzione di Motive si accontenta del minimo sindacale su questo elemento mantenendo l’ossatura del gioco del 2008: Clarke riceve ordini in video o audio e deve fare il lavoro sporco con motori da attivare e circuiti elettrici da riparare. 

Altri cambiamenti e le novità rispetto all’originale

Dobbiamo riconoscere che non saremmo stati contro un po’ più di riscrittura per cambiare un po’ le carte in tavola o dinamizzare passaggi un po’ tediosi, nonostante la presenza di missioni secondarie e belle sorprese. Anche il fatto che gli sviluppatori usino e abusino delle aree di quarantena alla fine dell’avventura è anche una delle poche strutture che avrebbero potuto essere riviste. Va notato che un finale bonus può essere sbloccato se il giocatore soddisfa tutte le condizioni in New Game+.

Infine, il gioco, interamente in piano-sequenza (alla God of War), dà la possibilità di tornare sui suoi passi. Il titolo è infatti ambientato in un’enorme area di gioco che si visita liberamente senza tempi di caricamento visibili. Andare avanti e indietro è incoraggiato con l’obiettivo di trovare bonus accessibili grazie ai livelli di sicurezza che Isaac acquisisce man mano che progredisce.

Per non lasciare l’avventuriero troppo a suo agio in luoghi già visitati, gli sviluppatori hanno implementato “l’Intensity Director”, un sistema per generare casualmente eventi che vanno dalle variazioni di illuminazione alla comparsa improvvisa di nemici. 

C’è sempre una minaccia pronta a coglierti di sorpresa, anche dopo la ricarica di un salvataggio. Nei corridoi della nave, è più che apprezzabile trovare i pezzi di Necromorfi di scontri passati senza che il computer abbia deciso di rimuoverli. Questo è forse un dettaglio per te, ma per l’atmosfera, gioca molto.

Questi diversi cambiamenti “marginali” oltre a quelli più importanti dimostrano l’impressionante lavoro di restauro orchestrato da Motive Studio. I fan noteranno ogni variazione con certo entusiasmo mentre i nuovi arrivati scopriranno la storia del Monolite nelle migliori condizioni possibili.

Naturalmente, al prezzo in cui viene offerto questo remake, circa 80 euro, bisogna porsi le domande giuste prima di comprare il videogioco. Quello che possiamo certificarvi è che Electronic Arts non ha preso la sua missione di resuscitare Dead Space alla leggera.

Considerazioni finali su Dead Space Remake

Nel 2023, il videogioco di riferimento per gli appassionati di horror sci-fi ha un nuovo volto ben noto, quello di Isaac Clarke. Grazie alle aggiunte tecniche e narrative che potenziano la solida base del titolo originale, la creazione di Motive è più irresistibile che mai.

Questo remake del fenomenale Dead Space non solo cambia la veste grafica dell’Ishimura, ma gli restituisce un nuovo motore in grado di spingerlo – di nuovo – verso le stelle. Che tu sia già sopravvissuto a bordo di questa trappola mortale o che tu sia neofita, c’è un posto per te in questa astronave piena di atroci mostri e terrore, perché sì, Dead Space è più inquietante che mai.

Dead Space Remake
Dead Space Remake è un’esperienza horror brillante e terrificante migliorata con questa nuova versione. Tutto ciò che ricordi e che hai amato dell’originale è ancora presente, con qualità aggiuntiva e aggiornamenti che lo migliorano per una nuova generazione di giocatori. Non possiamo far altro che raccomandarti di giocare una delle migliori esperienze survival horror migliore di sempre.
Pro
+ Riprogettazione tecnica sontuosa
+ Cambiamenti e variazioni graditi nello svolgimento dell’avventura
+ Eventi casuali in una nave da percorrere liberamente
+ Scontri ancora così divertenti e brutali
Contro
– Alcune meccaniche sono invecchiate in quasi 15 anni
– Una riscrittura presente ma relativamente limitata

Riccardo Ferrari: Studente di farmacia di giorno e scrittore di notte. Caporedattore, coordinatore e gestore delle componenti social e di pubbliche relazione di una piccola realtà: Natural Born Gamers. Nato con un joypad della prima PlayStation in mano e cresciuto con Final Fantasy, Metal Gear Solid e Resident Evil. Da lì non ha mai abbandonato il mondo videoludico, ho abbracciato anzi nuove passioni come il cinema, le serie tv ed il mondo della tecnologia.
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