Recensione Dead Island 2: un’inaspettata sorpresa dopo quasi 10 anni

Ormai dato spacciato, dopo i moltissimi anni d’attesa è finalmente uscito Dead Island 2 su PC e console di nuova e vecchia generazione

Una delle storie in circolazione da più anni nel mondo dei videogiochi è appena giunta al termine. Quasi 10 anni dopo il suo annuncio, l’invasione di zombi di “Dead Island 2” orchestrata da Dambuster Studios e Deep Silver si sta diffondendo su PC e console. Questo gioco survival è da inserire tra le sorprese del 2023 o rappresenta una terribile delusione? L’apocalisse si vive sotto il sole.



Di cosa parla Dead Island 2: il club dell’apocalisse zombi

Dead Island 2 racconta la storia di un manipolo di sopravvissuti che cercano in qualche modo di sopravvivere a un’invasione di zombie di origine sconosciuta in una Los Angeles caduta nelle mani dei morti viventi. In pochi giorni la metropoli californiana è in rovina e con essa ogni traccia di civiltà è scomparsa. Al centro di questo inferno, sei eroi ed eroine presentano una singolarità che potrebbe cambiare tutto… sono immuni. Questo è il punto di partenza di questa sanguinosa epopea per le strade e i viali di una città giustamente ribattezzata Hell-A dai suoi ultimi “veri” abitanti.

La penna degli sceneggiatori ci offre una storia polivalente, ma divertente, che purtroppo solo troppo raramente riesce a sottrarsi ai cliché di un genere (troppo) codificato e usato all’estremo. Resta il fatto che le venti ore trascorse sulla campagna principale, a cui va aggiunto un tempo equivalente per superare le tante quest secondarie, sono piacevoli seppur ripetitive alla fine del percorso. Torneremo un po’ più avanti su questo punto specifico.

Piena di buone intenzioni e soprattutto ispirata alla 7a Arte, la messa in scena classica e quindi efficace non è gravata da nulla. Quasi nessun artificio arriva a rallentare l’invasione di zombie immaginata da Dambuster Studios, il che garantisce un ritmo sostenuto a discapito dell’epopea. Resta il fatto che Dead Island 2 sa prendersi cura dei suoi effetti quando necessario e questo è tutto ciò che gli chiediamo. Infine, i fan del regista George Romero saranno lieti di scoprire tutti i cenni al padre della moderna creatura cinematografica sui non morti. Questa bella intenzione va accolta con favore.

Comparto tecnico: sotto il sole di Hell-A

La saga di Dead Island lascia le acque territoriali dell’Oceania per unirsi a un altro tipo di arcipelago, questa volta urbano. La famosa città di Los Angeles funge da teatro per l’FPS (First Person Shooter) pubblicato da Deep Silver. Questa decisione presa diversi anni fa permette a DI2 di ricoprirsi di un cachet molto particolare, un sapiente equilibrio tra la soleggiata cittadina di mare e la metropoli concreta che si estende a perdita d’occhio. Passeggiare sotto il sole è piacevole, tanto più che gli sviluppatori hanno consapevolmente evitato la trappola dell’open world.

Dead Island 2 non è un open world, ma in realtà un susseguirsi di aree semiaperte. 10 in totale, coprono i luoghi più emblematici della città situata nello Stato della California – da Bel-Air a Beverly Hills passando per Venice Beach e Hollywood – il tempo di un viaggio altamente mortale. L’esplorazione è la chiave di questa avventura sorprendentemente lineare, ma nel senso buono della parola, e che privilegia il divertimento e una costante sensazione di scoperta. Tuttavia, gli eventuali viaggi di andata e ritorno tra i distretti di LA sono agevolati da un meccanismo di Fast Travel sbloccabile dopo dieci ore.

La direzione artistica è sempre stata uno dei punti di forza del franchise, con le sue immagini che oscillano pericolosamente tra il paradisiaco e l’apocalittico. Questo nuovo episodio fa onore al suo predecessore… aggiungendo l’eccessiva urbanizzazione di Los Angeles. 

L’assenza di un vero open world consente a DI2 di non lasciare indietro la componente grafica e realizzare effetti speciali degni delle console di nona generazione e dei PC più recenti. Tecnicamente parlando, questo FPS mostra una maestria notevole e assicura una fluidità infallibile, anche di fronte a orde recalcitranti di zombie. Menzione speciale al degrado degli zombi e al danno causato dai molteplici colpi a questi cadaveri ambulanti. Gli arti si staccano… Le pelli si lacerano… I teschi si frantumano… per la gioia dei più sadici.

E le versioni PlayStation 4 e Xbox One?

Abbiamo avuto modo di testare Dead Island 2 su diverse piattaforme, sia nuove che vecchie, e il risultato è evidente. Anche su PlayStation 4 e Xbox One, l’FPS sviluppato da Dambuster Studios fornisce l’essenziale. 

L’esperienza è quanto più fluida possibile e la grafica è curata, anche se il confronto con PlayStation 5 e Xbox Series X/S testimonia i limiti tecnici delle precedenti macchine sviluppate da Sony e Microsoft. Invece i caricamenti tra le varie zone richiedono tempo, a volte troppo tempo. Questo è il prezzo da pagare per sopravvivere a Dead Island 2 su PS4 e Xbox One.

Come si gioca: una storia di violenza

Il gameplay di Dead Island 2 si basa sulle qualità, e non sugli errori ludici, delle precedenti opere del franchise, a partire da combattimenti aspri e violenti dove il minimo errore si trasforma spesso in morte prematura. 

L’esperienza architettata da Dambuster Studios non è di per sé difficile, ma richiede semplicemente di osservare ogni situazione, per poi affrontarla nel miglior modo possibile con gli strumenti a disposizione dei giocatori. Uno dei punti di forza del titolo si basa sul semplice, ma oh così esaltante, piacere di affrontare un bestiario regolarmente rinnovato con nuovi tipi di zombi, e polverizzarli di gioia e buon horror. Purtroppo, i combattimenti contro i boss sono molto meno ispirati. Peccato!

Gestire il tuo arsenale è essenziale se vuoi sopravvivere nel cuore di Hell-A. Le armi, sia da mischia che a distanza, sono numerose e hanno tutte caratteristiche che le rendono (o meno) indispensabili a seconda del proprio stile di gioco, anzi, i sopravvissuti possono migliorare dette armi in modo da conferire loro vari potenziamenti e aumentare il loro potere distruttivo. Un approccio tanto semplice quanto formidabile.

La dimensione RPG (Role Playing Game) non si ferma qui. Tutto inizia con la selezione del tuo eroe tra i sei presentati nell’introduzione, eroi con caratteristiche ben distinte che in parte definiscono il tuo stile di gioco, tieni presente che è impossibile cambiarli durante l’avventura. Successivamente, gli slayer accumulano esperienza, sbloccano abilità attive e/o passive sotto forma di carte, e diventano vere e proprie macchine per schiacciare i non morti. 

Dambuster Studios riesce persino a cancellare uno dei principali difetti dei primi giochi, l’aumento di potere di nemici ed eroi in parallelo, rendendo regolarmente obsoleto il loro arsenale.

Inoltre, gli sviluppatori stanno facendo tutto il possibile per ravvivare l’avventura. Diverse aggiunte arricchiscono così il gameplay man mano che la storia si dipana tramite nuove funzionalità che portano una boccata d’aria fresca su un’epopea (troppo) guidata. 

Ma, perché c’è sempre un ma… Dead Island 2 alla fine rimane lineare (per scelta) e soprattutto ripetitivo (suo malgrado) dopo dieci ore di gioco.Tuttavia, questo difetto è controbilanciato dalla possibilità di condividere questa esperienza post – apocalittico con altri due giocatori in collaborazione per formare un trio di sopravvissuti. Nota che questa modalità cooperativa non consente il cross-play.

Dead Island 2
Dead Island 2 non rivoluziona la saga o i giochi survival, ma fornisce l’essenziale. Dambuster Studios offre ai fan degli zombi un viaggio sanguinoso e soleggiato nel cuore di una città degli angeli dipinta di rosso.
Mutilare i non morti non è mai stato così brutale e il piacere provato così viscerale.
Questo FPS non è perfetto, tutt’altro, e soffre di una certa ripetitività che cerca di cancellare con innegabile generosità.
Il franchise di Dead Island però è davvero tornato, un clamoroso ritorno attraverso la porta principale!
Pro
+ Una Los Angeles solare e sanguinaria
+ Combattimenti violenti
+ La dimensione Light-RPG (sei eroi, abilità, ecc.)
+ Un arsenale apocalittico (armi e potenziamenti)
+ Padronanza tecnica (anche su old-gen)
+ La distruzione dei corpi in tempo reale
+ Modalità cooperativa (fino a 3 giocatori)
Contro
– Una sensazione di ripetitività dopo diverse ore di gioco
– Una storia post-apocalittica vista e rivista
– Battaglie contro i boss poco ispirate
– Tempi di caricamento (solo su PS4 e Xbox One)

Riccardo Ferrari: Studente di farmacia di giorno e scrittore di notte. Caporedattore, coordinatore e gestore delle componenti social e di pubbliche relazione di una piccola realtà: Natural Born Gamers. Nato con un joypad della prima PlayStation in mano e cresciuto con Final Fantasy, Metal Gear Solid e Resident Evil. Da lì non ha mai abbandonato il mondo videoludico, ho abbracciato anzi nuove passioni come il cinema, le serie tv ed il mondo della tecnologia.
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