La classificazione PEGI è un sistema utilizzato per valutare a che età è più adatto un videogioco.
Indice
Il PEGI e la tutela dei minori
Il tema della tutela dei minori in relazione al tipo di contenuti presenti in qualsiasi mezzo di comunicazione a cui possono avere accesso (dal cinema, alle opere cartacee, fino alla musica) è estremamente delicato. Ancora di più lo è nel campo dei videogiochi, considerando la frequente presenza di violenza, linguaggio spinto e contenuti di un certo tipo.
Come esiste un controllo sui prodotti “vietati ai minori” in buona parte degli ambiti sopracitati, esiste anche in campo videoludico. Nell’anno 2003 è stata fondata la Pan European Game Information, detta PEGI, una organizzazione europea che è andata a sostituire i non proprio funzionali sistemi nazionali, mirata proprio alla creazione di un sistema di classificazione dei videogiochi in base ai contenuti, secondo specifici criteri.
A cosa serve il PEGI?
Questo sfocia quindi in un’indicazione specifica sull’età minima consigliata per la fruizione di un prodotto, che viene indicata proprio sulle confezioni dei giochi o eventualmente nelle pagine dedicate degli store online (Steam, Epic Games Store, PlayStation Store, Microsoft Store, ecc). Per essere pubblicato, un videogioco deve necessariamente passare prima dalla fase di classificazione.
Il PEGI è un sistema informativo che però non va a causare conseguenze di censura delle opere. In ambito legale potrebbero, come specificato nel codice di condotta su Agcom, esserci delle serie ripercussioni se un produttore/sviluppatore omette volontariamente alcuni contenuti in fase di valutazione PEGI, per ottenere una fascia d’età inferiore.
Dal sito ufficiale PEGI:
PEGI fornisce una classificazione dei videogiochi in base all’età in 38 paesi europei. La classificazione in base all’età conferma che il gioco è adeguato agli utenti di una determinata età. PEGI esamina l’idoneità di un gioco sulla base dell’età e non del livello di difficoltà.
(…) Le classificazioni in base all’età orientano i consumatori, in particolare i genitori, aiutandoli nella decisione di acquisto di un determinato prodotto destinato a un bambino.
(…) Il PEGI è usato e riconosciuto in tutta Europa ed è sostenuto con entusiasmo dalla Commissione europea. È considerato un modello di armonizzazione europea in materia di tutela dei minori.
Come funziona la classificazione PEGI?
Il sistema si basa su cinque categorie di età e otto descrizioni di contenuto, e identifica le specifiche fasce, con la relativa spiegazione: 3, 7, 12, 16 e 18. Insieme all’indicazione dell’età sono presenti solitamente dei simboli che vanno ad indicare i contenuti presi in considerazione per la classificazione. Possiamo trovarci davanti a violenza più o meno realistica, linguaggio vogare, droga, acquisti in gioco, contenuti online e così via. Sul sito ufficiale è possibile consultare nello specifico che tipo di contenuto è messo in relazione con le specifiche fasce di età.
Questo tipo di indicazione d’età è da considerarsi utile in primis per i consumatori, per avere un’indicazione a grandi linee del tipo di contenuto cui si troveranno davanti, e in secondo luogo per i venditori stessi che dovrebbero seguire questa linea guida proprio nella vendita, andando a consigliare o sconsigliare un prodotto. Non ci sono comunque ripercussioni in ambito legale nei confronti di chi non rispetta queste prescrizioni.
Infine è importante sapere che il PEGI valuta i contenuti del videogioco e non il livello di difficoltà.
Il futuro del PEGI
Il sistema di classificazione PEGI non è stato immune da polemiche nel corso degli anni. Se da una parte le indicazioni di contenuto risultano corrette e precise, dall’altra il fatto che non siano previste ripercussioni di nessun tipo nei confronti di chi vende a minori un prodotto indicato ad esempio con PEGI 18 (ossia sconsigliato ai minori di 18 anni) ha causato spesso perplessità soprattutto da parte dei genitori.
È necessario quindi considerare il fatto che attualmente il PEGI è un semplice strumento informativo, utile soprattutto ai consumatori per valutare il tipo di prodotto che si va ad acquistare, e in particolare a genitori che, anche se poco informati sul mondo dei videogiochi, potrebbero trovarvi una utile indicazione per capire a cosa giocano i loro figli.
Come strumento il PEGI, se utilizzato in modo sensato, potrà diventare utile ad aprire le porte ad una riflessione più ampia, che vada a considerare il modo in cui il videogioco viene percepito al giorno d’oggi, soprattutto in relazione alla delicata questione della violenza e dello sviluppo dei ragazzi più giovani in relazione al loro utilizzo. Un tema da non sottovalutare, poiché il mondo del gaming si sta espandendo sempre più velocemente, raggiungendo fasce di popolazione sempre più ampie.