Tesla punta moltissimo su Dojo, un supercomputer che gli permetterà di migliorare l’autopilota delle sue vetture
Tesla ha appena pubblicato il suo report sugli utili per il suo secondo trimestre fiscale del 2023 e, a parte i dati finanziari, ha rivelato un’informazione cruciale: il suo supercomputer Dojo è ora entrato in produzione. La macchina informatica molto ambiziosa andrà verso la formazione e il miglioramento del sistema di assistenza alla guida del pilota automatico della casa automobilistica. “Migliore è la capacità di addestramento della rete neurale, maggiore è l’opportunità per il nostro team al lavoro sul pilota automatico di passare a nuove soluzioni”, afferma l’azienda.
Il supercomputer svolgerà un ruolo cruciale nell’addestramento della rete neurale e nell’elaborazione dei set di dati del mondo reale raccolti dalle auto Tesla e da quelli raccolti dai modelli di simulazione per sviluppare il sistema Autopilot. Mentre la notizia dell’inizio della produzione di Dojo è sicuramente un risultato importante per Tesla, l’azienda ha alcuni obiettivi davvero ambiziosi.
Le proiezioni interne di Tesla svelano che Dojo sarà tra i primi cinque supercomputer più potenti del mondo prima del primo trimestre del 2024. Sulla base delle stime, entro ottobre 2024, raggiungerà 100 Exa-FLOPS di potenza di elaborazione. In questo momento, il supercomputer più veloce al mondo è il Frontier di HPE, che serve una potenza di calcolo grezza del valore di 1.194 Exa-FLOPS. Al secondo posto c’è Fugaku del Riken Center for Computational Science, che gestisce 442,01 petaflop di potenza di calcolo. LUMI di HPE prende la terza posizione.
In che modo Dojo assisterà Tesla?
Al momento, Tesla si affida a un supercomputer composto da GPU Nvidia A100, che consiste in 5.760 unità GPU disposte su 820 nodi, in grado di sfornare 1,8 Exa-FLOPS. Tuttavia, il Dojo può superare facilmente quelle cifre. Tesla ha precedentemente affermato che solo pochi cabinet Dojo possono eseguire lo stesso tipo di lavoro di computazione automatica di migliaia di GPU raggruppate insieme. Ma invece di core esternalizzato, Dojo si affida a un chip D1 autoprogettato che è prodotto da TSMC sulla base del suo processo di fabbricazione a 7 nm. Piuttosto che utilizzare un’architettura centralizzata ispirata al server-center, Dojo sarà una macchina scalabile che alla fine raggiungerebbe la forma chiamata ExaPODs.
Ogni chip D1 contiene oltre 300 core di calcolo, mentre i chip D1 stessi sono raggruppati per formare tessere. Una collezione di sei tessere costituirebbe un unico vassoio di sistema, mentre un paio di vassoi di sistema occuperebbe un cabinet. Gli ingegneri di Tesla avrebbero quindi combinato 10 di tali cabinet per formare un ExaPOD. Tesla ha offerto uno sguardo dettagliato a Dojo al suo evento AI Day l’anno scorso.
Dojo mira ad accelerare significativamente il processo di computazione automatica che va nella formazione del modello Autopilot, consentendogli di riconoscere con maggiore precisione gli oggetti del mondo reale e comprendere le situazioni in modo che possa prendere di conseguenza la decisione giusta. Ma anche durante la prima fase di test, Dojo si è dimostrato così potente che avrebbe sovraccaricato la rete elettrica locale.