Inauguriamo la nuova rubrica sui ritratti alle figure che hanno caratterizzato la storia dell’informatica e del tech con Ada Lovelace: la pioniera. Oggi ne parliamo su MisterGadget.tech.
Benvenuti nella nuova sezione “Ritratti” di MisterGadget.Tech, un’entusiasmante esplorazione dei grandi personaggi che hanno plasmato la storia della tecnologia. In questa sezione, vi condurremo in un affascinante viaggio attraverso le vite e le realizzazioni di geni innovatori, visionari che hanno lasciato un’impronta indelebile nel mondo della tecnologia. Dai pionieri dell’informatica ai visionari dell’elettronica, ogni “Ritratto” sarà un’immersione approfondita nella vita e nel lavoro di coloro che hanno contribuito in modo significativo a plasmare il nostro presente tecnologico. Un omaggio a menti brillanti e a idee rivoluzionarie, “Ritratti” celebra il passato, presente e futuro dell’innovazione tecnologica. Ogni settimana un nuovo ritratto.
Indice
Chi era Ada Lovelace?
Ada Lovelace, nata Augusta Ada Byron il 10 dicembre 1815, era la sola figlia legittima del poeta Lord Byron e di Lady Anne Isabella Milbanke. Sua madre, la contessa di Lovelace, influenzò fortemente la sua educazione in matematica e scienza, che si proponeva di proteggerla dall’irrequietezza e dalla poesia. La stessa madre chiese il divorzio a Lord Byron, mostrandosi forte in un tempo non facile per le donne sole. Tre mesi dopo lo stesso Byron dovette abbandonare l’Inghilterra per sfuggire ai creditori e ai numerosi scandali. Ada non l’avrebbe mai più visto: anche se la legge riconosceva il diritto di custodia al padre, lui non lo rivendicò mai.
La contessa desiderava che Ada diventasse un genio scientifico. Per far si che ciò si avverasse la sottopose a un rigoroso addestramento in matematica, scienza e logica, cercando di prevenire che la bambina seguisse le orme del padre. Ada dimostrò presto un notevole talento e nel corso degli anni sviluppò una solida comprensione dei concetti matematici dell’epoca. Per incentivare l’interesse di Ada, madre e figlia viaggiarono nelle regioni più industrializzate d’Inghilterra. La giovane poté ammirare i macchinari più innovativi, come il telaio meccanico inventato da Joseph Marie Jacquard, che già all’epoca funzionava grazie a delle schede perforate.
L’adolescenza di Ada Lovelace fu caratterizzata da una malattia cronica che la rese spesso confinata a letto, senza pregiudicare lo sviluppo della sua mente brillante. Favorito anche dalla sua amicizia con Mary Somerville, una famosa matematica britannica dell’epoca, che ampliò ulteriormente la sua comprensione della scienza. Ella la presentò a Charles Babbage, al quale si legò profondamente proprio tramite il suo interesse verso la tecnologia.
La collaborazione con Charles Babbage
L’amicizia e la collaborazione tra Ada Lovelace e Charles Babbage fu cruciale per il suo coinvolgimento nella storia della scienza informatica. Egli aveva progettato un calcolatore meccanico capace di calcolare tavole di funzioni numeriche attraverso il metodo delle differenze. Progettò anche, pur non arrivando mai a costruirla, la macchina analitica: un dispositivo meccanico programmabile in grado di eseguire complesse operazioni matematiche. Per queste invenzioni Babbage è considerato uno dei pionieri nel concepire l’idea di quello che oggi potremmo considerare un computer. Ada non solo si interessò alla macchina, ma contribuì in modo significativo alla sua realizzazione: una vera precorritrice dei suoi tempi.
Nel 1842 redasse la sua unica pubblicazione professionale per la rivista Scientific Memoirs, che le aveva affidato la traduzione di un articolo. Il pezzo, scritto in francese dall’ingegnere militare italiano Luigi Menabrea, descriveva la macchina di Babbage. Aggiungendo le sue proprie note, Ada descrisse un algoritmo per calcolare i numeri di Bernoulli utilizzando la macchina analitica. È da considersi la prima istanza di codice informatico. Le note furono firmate solo con le iniziali A.A.L. per celare la sua vera identità, e poi pubblicate a suo nome nel 1953.
Una triste fine
Malgrado il tentativo di Babbage di convincere il governo britannico a finanziare la costruzione della sua macchina, il matematico morì in povertà. Sicuramente ciò avrebbe permesso un balzo tecnologico in grado di cambiare il XIX secolo. Dopo il rifiuto Ada non riprese a lavorare. Tormentata dalla malattia e dalla dipendenza da oppiacei, cercò rifugio nel gioco e nelle braccia di numerosi amanti. Mandò all’aria gran parte dei suoi beni e il suo stesso matrimonio. Ada morì il 27 novembre 1852 a causa dei salassi inflittile dai medici dell’epoca nel tentativo di curare il cancro all’utero da cui era affetta. Aveva trentasei anni, la stessa età di Byron quando morì. Il suo ultimo desiderio fu di essere sepolta accanto al padre che non conobbe mai.
L’algoritmo di Ada Lovelace per calcolare i numeri di Bernoulli non venne mai sperimentato e dunque neppure dimostrato, perché la macchina analitica di Babbage non venne mai costruita. Dovettero trascorrere quasi cento anni perché un ingegnere statunitense di nome Howard Aiken, progettasse un computer elettromagnetico strettamente legato al lavoro di Babbage sulla macchina analitica.
Il contributo di Ada Lovelace alla matematica
Ada Lovelace è spesso ricordata come la prima programmatrice di computer al mondo, benché alcuni contestino tale affermazione. Ma non fu solo questo. Ada fu sopratutto una visionaria: ella aveva previsto la capacità dei computer di andare di là dal mero calcolo numerico. La sua visione di esso come di qualcosa di più di un banale calcolatore di numeri, ma potenzialmente un dispositivo in grado di elaborare qualsiasi tipo di informazione, predisse il futuro dei computer moderni e il loro utilizzo in una varietà di settori, tra cui la scienza, l’ingegneria e l’industria.
Di fatto fu Ada a introdurre quell’algoritmo nella macchina di Babbage, abbozzando un concetto informatico che oggi conosciamo come “iterazione” (un gruppo d’istruzioni che si eseguono più volte), o “subroutine” (parte di un programma che può essere richiesto in qualunque momento). Anche se non si può affermare categoricamente che Ada Lovelace sviluppò il primo programma software informatico della storia, ha comunque dimostrato l’immensa potenzialità della programmazione e dell’elaborazione dei dati, aprendo la strada per il futuro sviluppo del software e dei linguaggi di programmazione. Fu sua l’idea di una macchina che si potesse programmare e riprogrammare per eseguire diverse funzioni, senza limitarsi semplicemente al calcolo, ma capace di eseguire qualunque compito che si potesse esprimere attraverso dei simboli. Come? Ada trovò la risposta nelle schede perforate del telaio Jacquard: chissà, forse immaginò davvero il primo computer della storia.
Il riconoscimento di Ada Lovelace nel tempo
Anche se il suo lavoro non fu pienamente riconosciuto durante la sua vita, l’eredità di Ada Lovelace viene celebrata ogni anno, dal 2009, durante l’Ada Lovelace Day il secondo martedì di ottobre. Durante questa giornata si commemorano i risultati ottenuti dalle donne nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), assieme alla sua figura ed il suo contributo alla scienza informatica, mettendo in luce le ispirazioni che ha fornito a generazioni di donne nel campo della tecnologia.
Il suo contributo alla storia della tecnologia è fondamentale per comprendere il progresso tecnologico che ha reso possibili molte delle innovazioni che oggi diamo per scontate. Inoltre, il suo ruolo pionieristico ha ispirato e continua a ispirare donne di tutto il mondo a perseguire una carriera nella scienza e nella tecnologia, aprendo nuove opportunità per le generazioni future. È stata riconosciuta come una figura storica nella scienza informatica, non sarebbe possibile altrimenti.