Data Broker: scopri chi sono, come operano e quanto rispettano la tua privacy

Nell’era digitale, i dati sono la nuova valuta. E come ogni bene prezioso, c’è chi li commercia: i data broker. Scopriamo insieme chi sono e quanto la nostra privacy sia a rischio.



Entità misteriose, intermediari silenziosi che raccolgono, aggregano e vendono informazioni personali su di noi a terzi, spesso senza che neanche lo sappiamo. Sono una realtà con cui dobbiamo imparare a convivere, ma è importante essere consapevoli di come i nostri dati vengono raccolti e utilizzati, e di come adottare le misure necessarie per proteggerli. Solo così potremo mantenere il controllo della nostra privacy nell’era digitale. Scopriamo quindi in cosa consiste il loro operato e quali sono le implicazioni per la privacy dei dati personali.

Cosa sono broker di dati

I Data Broker sono entità specializzate nell’ ottenere informazioni provenienti da varie fonti. Spesso le entità si materializzano sottoforma aziende o individui, anche conosciuti come data providers, data suppliers o information broker. Svolgono un ruolo chiave nell’ambito del marketing e della pubblicità e si distinguono per la capacità di raccogliere e aggregare dati provenienti da varie fonti in modo sistematico e automatizzato.

Le fonti principali da cui attingono sono quelle pubbliche, come i registri anagrafici, atti notarili, siti web governativi e altre fonti di informazioni accessibili a chiunque. I social media, siti web commerciali, app per smartphone e per ultimo, ma non per importanza, il nostro comportamento online. È quella la vera miniera d’oro. Che si tratti di acquistare cose online, di cercare qualcosa su Google, di lasciare un like su una pagina Facebook o di creare un profilo su un sito di incontri, le azioni di ogni utente internet lasciano determinate tracce.  Ogni click, ogni ricerca, ogni acquisto online lascia una traccia digitale che può essere raccolta e analizzata per creare un profilo dettagliato di chi siamo, cosa facciamo e cosa ci piace. La cronologia di navigazione, le ricerche su internet, i click sui banner pubblicitari. 

Come operano i Data Broker

Dandone una definizione generica, i broker di dati raccolgono informazioni da fonti pubbliche e private per creare vasti database di dati. Questi dati vengono successivamente aggregati e resi disponibili per l’acquisto da parte di altre aziende interessate a utilizzarli per fini pubblicitari, di marketing o di analisi. Scendendo però nel pratico, i data broker tracciano il nostro comportamento online principalmente tramite i Cookie. Piccoli file di testo che vengono memorizzati sul nostro dispositivo quando visitiamo un sito web, possono tracciare la nostra navigazione, le nostre preferenze e le nostre abitudini di acquisto. 

Il processo di aggregazione di questi dati consente loro di fornire un quadro completo delle abitudini e delle preferenze degli individui, ma solleva anche importanti questioni sulla privacy. La maggior parte delle persone non sono nemmeno a conoscenza dell’esistenza di tali società, ma l’intermediazione di dati è diventata un’industria redditizia che genera entrate annuali per 200 miliardi di dollari, ed è in costante crescita.

Rischi per la privacy

Uno dei principali rischi associati all’operato dei Data Broker è ovviamente la violazione dei dati personali. Poiché raccolgono informazioni sensibili su individui senza il loro esplicito consenso, esiste il rischio che tali dati possano essere compromessi o utilizzati impropriamente. La profilazione mirata e la personalizzazione delle informazioni è uno dei pericoli principali a cui ci sottopongono con il loro operato. Utilizzando i dati raccolti, le aziende possono creare profili dettagliati degli utenti e utilizzarli per personalizzare campagne di marketing e pubblicità, influenzando le scelte e le opinioni degli individui. 

In alcuni paesi, come l’Unione Europea, esistono leggi specifiche che regolano la raccolta e l’utilizzo dei dati sanitari. Esse prevedono diverse misure per proteggere la privacy dei pazienti, come il consenso informato e la pseudonimizzazione dei dati. L’utilizzo dei servizi dei Data Broker può comportare implicazioni legali per le aziende che acquistano e utilizzano i dati forniti da queste entità. È fondamentale che le aziende conoscano le normative e le leggi in vigore per assicurarsi di rispettare la privacy e i diritti degli individui nel trattamento dei dati personali.

Come proteggersi dai Data Broker

La protezione dei dati personali è un tema cruciale nell’operato dei Data Broker, data la sensibilità delle informazioni gestite e la necessità di garantire la privacy degli individui. Le normative sulla protezione dei dati, tra cui il GDPR (General Data Protection Regulation), impongono regole chiare sul trattamento e l’utilizzo dei dati personali da parte delle aziende. Il documento ha introdotto regole più stringenti per il trattamento dei dati personali e ha posto limiti alla capacità di raccogliere, conservare e utilizzare informazioni personali senza il consenso esplicito degli interessati. Questo ha comportato cambiamenti significativi nell’operato di queste aziende per garantire la conformità alle normative sulla protezione dei dati, data la sua stringenza. Ma non basta.

Alcuni consigli per proteggere i nostri dati dai data broker sono ad esempio leggere attentamente le informative sulla privacy: prima di acconsentire alla condivisione dei nostri dati, assicurati di capire come saranno utilizzati. Utilizza strumenti di privacy: esistono diverse estensioni per il browser e app che possono aiutarti a bloccare il tracciamento dei dati. Esercita i tuoi diritti: in base al GDPR, hai il diritto di accedere ai tuoi dati, di cancellarli e di opporti al loro trattamento.

Maria Grazia Cosso: Contributor, studentessa di ingegneria informatica e nel tempo libero esploratrice di novità. Fiera Calabrese e appassionata sin dai tempi del Compaq Presario 425 ai computer, ha reso oggi questa sua passione il suo futuro. Segue da sempre il progresso e lo sviluppo delle nuove tecnologie, le piace stare al passo con le ultime uscite e testarle in prima persona, ogni tanto riesce anche a guardare qualche serie tv.
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