Recensione Star Wars Outlaws: un’avventura immersiva e classica

Star Wars Outlaws è l’ultimo videogame ambientato nella Galassia Lontana Lontana, un open-world classico tra astronavi e blaster


Star Wars Outlaws
Se dovessimo sintetizzare Star Wars Outlaws, potremmo farlo in due parole: immersione e tradizione. In effetti, ci troviamo di fronte al videogioco di Star Wars più coinvolgente mai realizzato, con un universo vibrante e credibile che riesce a catturare perfettamente l’atmosfera della trilogia originale grazie a una miriade di dettagli. Il gameplay, insieme al suo mondo aperto, pur risultando classico, si distingue per la varietà delle esperienze di gioco e la ricchezza delle attività offerte, compensando così la mancanza di originalità. Il risultato è un’esperienza ben congegnata, che privilegia la sostanza rispetto allo stile, dimostrando una padronanza della materia attraverso una struttura che non si discosta dalle consuetudini. Una cosa è certa: i fan di Star Wars si divertiranno in questa avventura creata da appassionati per appassionati.
Pro
+ Il gioco di Star Wars che meglio trascrive l’atmosfera dei film originali
+ Un open-world non così grande, ma vivo e denso di varie attività
+ Un’esperienza completa con varie fasi di gioco
+ Bellissimi panorami per scandire l’avventura
+ Un simpatico sistema di fazioni che ravviva le decisioni
+ Kay, Nix e ND-5: un trio di eroi accattivanti
Contro
– Una formula negli open-world che manca di originalità
– Kijimi, un falso pianeta tra i quattro proposti
– Tecnicamente non sempre riuscito, soprattutto le animazioni facciali

Dopo il successo ottenuto da EA con Star Wars Jedi, è giunto il momento per Ubisoft di proporre la sua versione dell’universo creato da George Lucas con Star Wars Outlaws. Sviluppato da Massive Entertainment, conosciuta per il lavoro su The Division, il gioco mette da parte le spade laser per concentrarsi sui fuorilegge durante l’era dell’Impero. Con questa proposta innovativa nel mondo videoludico, Star Wars Outlaws ha le carte in regola per trovare spazio tra i migliori videogiochi di Star Wars?

Annunciato inizialmente nel 2021, Star Wars Outlaws era un progetto molto atteso, e per buoni motivi: concepito come un gioco open-world pubblicato da Ubisoft, è sviluppato da Massive Entertainment, esperti in sparatutto in terza persona grazie alla loro esperienza con The Division. Solo l’anno scorso abbiamo scoperto che il gioco si sarebbe chiamato Star Wars Outlaws e che, come suggerisce il titolo, si vestono i panni di un fuorilegge, interpretando Kay Vess, una canaglia del calibro di Han Solo.

Le spade laser vengono quindi accantonate per un’avventura d’azione open-world con armi blaster, con sezioni di gioco a piedi, su speeder e in astronave. Un approccio originale per un gioco di Star Wars, che si distingue dalle produzioni precedenti della saga per diversi motivi. Ma sarà sufficiente per fare di Outlaws uno dei migliori giochi di Star Wars? Questo è ciò che scopriremo.



Una trama classica con un cast accattivante

Star Wars Outlaws si distingue per essere ambientato tra gli Episodi V e VI della trilogia originale, un periodo di solo un anno che è stato poco esplorato nell’universo esteso. Durante il dominio dell’Impero sulla galassia, le bande criminali stanno guadagnando terreno mentre l’attenzione delle forze imperiali è rivolta ai ribelli. In questo contesto, il giocatore veste i panni di Kay Vess, una ragazza di strada di Canto Bight desiderosa di libertà.

Per inseguire il suo sogno, decide di partecipare a un colpo che le permetterà di lasciare la sua città natale. Tuttavia, le cose non vanno come previsto e, dopo essere fuggita con una nave rubata, Kay si ritrova inseguita dal potente sindacato criminale Zerek Besh. Per sfuggire ai suoi inseguitori, decide di seguire il piano di Jaylen Vrax, che le propone di organizzare una delle rapine più grandi di sempre per acquistare la sua libertà una volta per tutte. Kay viaggerà attraverso la galassia alla ricerca di alleati per formare una squadra e assicurarsi che questa volta l’operazione vada a buon fine, garantendole finalmente la libertà.

Come avrete intuito, Star Wars Outlaws si basa su una trama tipica di un heist movie, che funge da pretesto per viaggiare da un pianeta all’altro. Immersi nel mondo del crimine, non sorprende che tradimenti e manipolazioni siano all’ordine del giorno, arricchendo l’avventura con il fascino tipico di questo universo. Inoltre, molti volti familiari della saga fanno apparizioni sensate e ben integrate, evitando il fanservice di basso livello.

È evidente che gli sviluppatori hanno collaborato con lo Story Group di Lucasfilm, dimostrando una profonda conoscenza e rispetto per l’universo di Star Wars. Tuttavia, va detto che la trama di Star Wars Outlaws rimane piuttosto classica, con colpi di scena facilmente prevedibili. Ciò che rende la sceneggiatura davvero brillante è il trio di personaggi accattivanti, tra cui Kay Vess, il suo compagno Nix e il droide ND-5. Kay ricorda molto Han Solo, incarnando l’archetipo che gli sviluppatori definiscono “canasta”. Intrigante e audace, la nostra protagonista riesce comunque a essere simpatica, specialmente nelle sue interazioni con l’adorabile Nix.

Il videogioco di Star Wars più immersivo, senza ombra di dubbio

Prima di affrontare il tema centrale del mondo aperto e del gameplay, è necessario soffermarsi sull’aspetto visivo. Sebbene Star Wars Outlaws gestisca abilmente la sua storia e i suoi riferimenti, è l’atmosfera a risultare particolarmente impressionante. In poche parole, Star Wars Outlaws è il videogioco che riesce a catturare meglio l’atmosfera della trilogia originale. Questo è particolarmente evidente nelle cantine, quei famosi bar iconici della saga. Che si tratti dell’aspetto oscuro e sporco del luogo, degli alieni presenti o della loro diffidenza, tutto contribuisce a un’immersione totale.

Fortunatamente, lo stesso vale per le città, che risultano altrettanto credibili. La vita nelle strade e l’architettura degli edifici trasmettono un autentico spirito di Star Wars. Questa attenzione ai dettagli si riflette anche nella presentazione del gioco, dal carattere tipografico, al sound design, alle transizioni sullo schermo e persino nelle bande nere cinematografiche. È possibile disattivarle, se disturbano, ma gli sviluppatori le hanno incluse per replicare il formato della trilogia originale.

Oltre alle cantine e alle città, Star Wars Outlaws riesce a stupire anche nel suo mondo aperto. In molte occasioni, si possono ammirare splendidi panorami che evocano un vero senso di avventura. Questo è particolarmente evidente quando si è su uno speeder o quando si atterra su un pianeta con la propria nave, creando un effetto “wow” assicurato. Per esaltare ulteriormente il tutto, il gioco sfrutta al massimo gli effetti di luce, arricchendo ancora di più le immagini. Tuttavia, bisogna ammettere che Star Wars Outlaws non è sempre tecnicamente impeccabile. Durante il test, abbiamo giocato su Xbox Series X in modalità performance, con 60 fotogrammi al secondo che si mantengono abbastanza stabili.

Un mondo aperto denso, ma non gigantesco

Fin dal suo annuncio, la vastità del mondo aperto di Star Wars Outlaws ha suscitato numerosi interrogativi. Finalmente è arrivato il momento di dare alcune risposte. I giocatori possono esplorare quattro pianeti: Toshara, Kijimi, Akiva e Tatooine. Ciascuno di essi è strutturato allo stesso modo, con una città centrale circondata da ampi ambienti, spesso animati da piccoli villaggi.

Ogni pianeta offre anche uno spazio esplorabile con la propria astronave, dove si possono scoprire risorse e stazioni spaziali. Le dimensioni di queste aree sono sufficienti per non farci sentire confinati, pur senza essere immense. Gli sviluppatori si sono concentrati sulla densità del mondo di gioco e sulla varietà dei contenuti per mantenere viva l’attenzione dei giocatori. Invece di una mappa già satura di punti di interesse, l’esplorazione avviene in modo più naturale, con attività che emergono avvicinandosi. Ci sono nascondigli, campi di banditi, gare di speeder e civili da salvare, offrendo un ventaglio di contenuti che arricchiscono l’esplorazione, sebbene non siano particolarmente innovativi.

Questa osservazione vale anche per le città, che offrono attività come contratti, transazioni con i commercianti e mini-giochi. I mini-giochi, in particolare, riflettono il mondo criminale, con scommesse truccate e il famoso Sabacc, un gioco di carte che permette di barare per restare in tema con l’ambiente malavitoso.

Tuttavia, ciò che davvero vivacizza l’avventura è il sistema di fazioni. Le vostre decisioni influenzeranno la simpatia dei quattro sindacati criminali presenti nel gioco. Se riuscite a guadagnarvi il loro favore, otterrete vantaggi come protezione o sconti dai loro commercianti. Al contrario, se li tradite, vi negheranno l’accesso alle loro basi e manderanno cacciatori di taglie che vi attaccheranno nei momenti meno opportuni. Questo sistema di relazioni conferisce dinamicità al gioco, senza essere una rigida meccanica di lealtà, permettendo tradimenti strategici per perseguire i propri interessi.

Sebbene il mondo aperto di Star Wars Outlaws ci convinca per la sua densità, c’è un pianeta che delude: Kijimi. Mentre gli altri offrono una città principale e vasti ambienti, Kijimi consiste in una sola città, senza regioni esterne da esplorare, rendendo il suo giro rapido. Di fatto, Star Wars Outlaws comprende tre pianeti completi e una città, se vogliamo essere precisi. Un piccolo peccato, anche se la varietà e la densità delle altre aree compensano questa mancanza.

Un’esperienza completa, sebbene tradizionale

Star Wars Outlaws si presenta come un action-adventure open-world in terza persona, ricco di contenuti. Azione, stealth, piattaforme, astronavi e minigiochi: gli sviluppatori di Massive Entertainment hanno puntato sulla varietà per mantenere sempre alto l’interesse del giocatore. La sezione TPS è particolarmente ben realizzata, con il blaster di Kay che offre diversi tipi di fuoco e la possibilità di usare le armi dei nemici finché non si esauriscono i caricatori.

Lo stealth e le sezioni platform sono abbastanza classiche, con Nix che distrae i nemici e il rampino che rende più dinamici i passaggi di arrampicata. I veicoli, come lo speeder e la nave, sono maneggevoli, permettendo di esplorare sia gli ambienti planetari che lo spazio. Il risultato è un’esperienza varia e coinvolgente, anche se non sorprendente.

Nonostante la sua formula, Star Wars Outlaws rimane un classico gioco open-world, mancando di originalità, il che potrebbe non piacere a tutti. Ad esempio, l’ispirazione alla serie Uncharted per le sezioni platform è evidente, così come i sistemi del Ricercato e adrenalina ricordano Red Dead Redemption, e la meccanica di ricarica prende spunto da Gears of War. Il titolo di Massive Entertainment segue i paradigmi del genere senza innovare, ma esegue bene ciò che propone, rendendo difficile criticarlo eccessivamente.


Riccardo Ferrari: Studente di farmacia di giorno e scrittore di notte. Caporedattore, coordinatore e gestore delle componenti social e di pubbliche relazione di una piccola realtà: Natural Born Gamers. Nato con un joypad della prima PlayStation in mano e cresciuto con Final Fantasy, Metal Gear Solid e Resident Evil. Da lì non ha mai abbandonato il mondo videoludico, ho abbracciato anzi nuove passioni come il cinema, le serie tv ed il mondo della tecnologia.
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