Una nuova truffa si è diffusa rapidamente tramite un messaggio tanto semplice quanto incisivo che sta facendo vittime.
La questione è così delicata che ha richiamato nuovamente l’allerta nazionale. Dopo il messaggio in cui un presunto figlio scriveva al padre per lo smartphone rotto, la storia è cambiata ma il senso è lo stesso, trarre in inganno una moltitudine di persone.
Tantissimi utenti sono certi che non cadrebbero mai e poi mai in queste trappole così ovvie, eppure basta talvolta un semplice click nella pagina sbagliata per ritrovarsi nei guai. Questo perché spesso quando si ha fretta, si va di corsa, si sta gestendo altro la soglia dell’attenzione è bassa e quindi non si presta attenzione alle cose, anche se a mente fredda queste appaiono scontate e banali.
Nuova truffa, il messaggio che inganna tutti: allerta della Polizia Postale
Le truffe online negli ultimi tempi si sono diffuse sempre più, tra i bersagli preferiti ci sono i social, i messaggi standard SMS, addirittura i messaggi nelle Applicazioni. In questo caso la truffa che sta dilagando, su cui le forze dell’ordine invitano a fare attenzione, inizia con un messaggio “Ciao! Non ci vediamo da molto tempo”, qualcosa che potrebbe apparire come generico e quindi facilmente cliccabile da tutti.
Il problema che sta facendo cadere in errore tantissimi italiani è proprio il link che talvolta risulta allegato su cui molti, volutamente o meno, si trovano a cliccare per errore, dando inizio ad una serie di problemi anche piuttosto severi. Il messaggio sembra di base amichevole, è scritto correttamente in italiano e quindi nessuno pensa ci sia qualche raggiro dietro, dopotutto il pensiero comune è cosa mai possono fare con un semplice messaggio?
Ed è proprio lì che viene perpetuato il “gancio” e che si avvia la truffa vera e propria. La persona dall’altra parte, se l’interlocutore inizia a rispondere proporrà alcune argomentazioni tali da poter richiamare facilmente la vita di chiunque. Ovviamente su 1000 persone contattate, 100 di queste presteranno attenzione e almeno 50 cadranno nella trappola.
Purtroppo sembra impossibile ma non è qualcosa che riguarda unicamente gli anziani o persone con poca dimestichezza con i sistemi elettronici e le app. Secondo la Polizia Postale ci sono indicazioni chiare da seguire quando si tratta di truffe e altri elementi che potrebbero far sospettare che si tratti di una condizione simile.
La stessa ricorda che banche, istituti di credito non usano mai SMS, mail o telefonate per chiedere credenziali di accesso. Se un soggetto privato contatta è fondamentale chiedere nome e cognome, se invece si parla con qualcuno ed è presente il numero e anche la foto, quando tutto sembra essere reale, fare attenzione a richieste particolari. Purtroppo è molto facile che vi siano account e numeri fake che emulano quelli esistenti in rubrica, creando quindi un deficit non di poco conto in chi ovviamente pensando di parlare con un conoscente prosegue e quindi invia dati, soldi o altro.