Linkedin e i modelli basati sui dati personali: cosa può accadere (mistergadget.tech)
Notizie allarmanti arrivano per gli utenti ignari di quello che sta accadendo proprio con i loro dati personali.
Negli ultimi anni si è parlato con maggiore attenzione della questione privacy, dell’uso dei dati personali e delle conseguenze di condivisione, spesso troppo leggera, di foto, informazioni e altri contenuti che riguardano la propria persona, che potrebbero anche avere ripercussioni.
Ora la novità riguarda l’AI e quello che sta accadendo con l’uso degli account degli utenti per andare a formare proprio i modelli generativi che di fatto vanno a impiegare, senza informazione diretta per gli interessati, i dati personali.
Secondo quanto riportato da 404 Media, tra questi ci sarebbe anche Linkedin che avrebbe introdotto una nuova impostazione della privacy aggiornata in cui si fa presente che i dati degli utenti vengono impiegati per andare a creare dei modelli di intelligenza artificiale.
Questa condizione, che sembra quindi piuttosto preoccupante, ha però un risvolto della medaglia. Il problema infatti è che quanto descritto è riportato nel modulo privacy ma in realtà nessuno lo legge. Linkedin non sta facendo qualcosa contro la volontà degli utenti, dal momento che il consenso viene accordato. Spesso quando arrivano quelle email di aggiornamento sulle informazioni e la gestione dei dati personali o finiscono in SPAM o vengono cancellate. Nessuno va infatti a spulciare tutto quanto è contenuto tra decine di articoli ed è proprio lì che si nasconde il punto della questione.
Nell’informativa privacy c’è scritto, quindi è possibile che questo venga fatto. L’obiettivo di Linkedin è offrire una funzione di assistente sempre più articolata per poter curare meglio le richieste degli utenti. Questo addestramento viene fatto proprio tenendo conto dei dati disponibili, basati sugli utenti che usano il servizio. Molti hanno sollevato dubbi sulla trasparenza di queste azioni e sull’eventuale consenso, come i problemi già avvenuti in passato con Meta che ha ammesso di aver raccolto dati per l’addestramento di modelli che addirittura risalgono al 2007.
Questo non fa che evidenziare grande preoccupazione, dopotutto questo è un settore in evoluzione, con cambiamento costante ed è bene non solo sapere come agire ma capirne con attenzione i contorni. Quando si sente parlare di IA ma soprattutto di privacy in relazione ai propri dati, molti non hanno consapevolezza dell’uso e delle conseguenze.
Sui social si condivide e si pubblica tutto, come una vetrina continuativa sulla vita e questo è pericoloso soprattutto per i giovanissimi che, più di altri, sono esposti al fenomeno.
Molti utenti non ne hanno mai sentito parlare eppure adesso arriva l'etichetta per lo smartphone,…
Se il desiderio di possedere l'ultimo modello di telefonino si scontra con prezzi elevati, può…
Il digitale terrestre è in continuo fermento e quindi per gli utenti è importante capire…
Dyson è infatti un'azienda ormai affermata del settore e sicuramente, insieme a poche altre, rientra…
Una guida passo passo per smontare il pad di Microsoft, ma attenzione ai rischi e…
WhatsApp ha stravolto ancora una volta le carte in tavola con l'introduzione di una novità…