Non solo Chiara Ferragni e soci, il futuro del marketing digitale si sta spostando verso i cosiddetti “influencer virtuali”
Negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale ha semplificato la creazione di “personalità” digitali in pochi minuti. Grazie ai comandi di linguaggio naturale, è possibile definire l’aspetto e le conversazioni di questi avatar in modo rapido ed efficace. Con il continuo miglioramento delle tecnologie di generazione visiva e delle capacità linguistiche, la realizzazione di influencer virtuali, sia originali che ispirati a persone reali, è diventata una realtà accessibile. Questo fenomeno ha già dato vita a un mercato fiorente di companion virtuali, con un impatto significativo anche nel mondo dei social media e del marketing.
Sebbene gli influencer virtuali non siano un’idea nuova, il loro successo è in costante crescita. Lil Miquela, uno dei primi influencer virtuali, ha debuttato nel 2016, ben prima dell’emergere di modelli di intelligenza artificiale come ChatGPT e ha già collaborato con marchi prestigiosi come Prada e Diesel. Altri esempi includono Shudu, considerata la prima top model digitale al mondo, che ha recentemente sfilato sulla copertina di Vogue.
Con l’evoluzione delle tecnologie di generazione di immagini e video, nuovi influencer virtuali sempre più realistici stanno conquistando il mercato. Aitana, un avatar di intelligenza artificiale con capelli rosa, guadagna fino a 10.000 euro al mese in Spagna, attirando l’attenzione di celebrità umane con milioni di follower. Cosa significa tutto ciò per il futuro del marketing?
Indice
Un nuovo paradigma di influenza
Aitana ha stabilito una tariffa di 1.000 euro per ogni pubblicità, facendosi un nome nel panorama sportivo locale. Ispirato dal suo successo, il team dietro a Aitana ha sviluppato un altro influencer virtuale, Maia. Nonostante le riserve iniziali riguardo al marketing con influencer virtuali, i marchi continuano a integrarli nelle loro campagne pubblicitarie, e la popolarità di queste personalità digitali tra gli utenti dei social media è in continua ascesa. Lil Miquela, ad esempio, ha accumulato milioni di follower su Instagram e TikTok.
Secondo Porsche, il mercato delle personalità virtuali ha raggiunto un valore di circa 2,8 miliardi di euro nel 2023. La casa automobilistica ha persino investito in iMaker, un leader nel settore degli influencer virtuali, evidenziando l’enorme potenziale di acquisizione clienti. Questo fenomeno è particolarmente forte in Cina, dove marchi di alta moda come Alexander McQueen e Dior utilizzano influencer virtuali da tempo.
Anche in Occidente, l’interesse sta crescendo. L’Oréal ha scelto un modello virtuale chiamato Candy come volto della sua campagna di profumi, mentre marchi come Puma, Nike e Calvin Klein collaborano con influencer digitali come Imma, un avatar giapponese. Il marchio di gioielli Buccellati ha persino lavorato con Noonoouri, un influencer di intelligenza artificiale, per promuovere la sua collezione.
L’Impatto dei virtual influencer
Uno studio condotto dalla Harvard Business Review ha esaminato l’efficacia degli influencer virtuali rispetto a quelli umani, rivelando risultati sorprendenti. Lil Miquela ha guadagnato in media 2 milioni di dollari all’anno dal suo debutto, con post sponsorizzati che generano un maggiore coinvolgimento rispetto a quelli degli influencer umani. Campagne di marchi più piccoli, come Moschino, hanno ottenuto risultati migliori con influencer virtuali rispetto a nomi più affermati come Dior e Chanel.
In definitiva, l’adozione di influencer virtuali rappresenta una nuova frontiera nel marketing. Se queste personalità digitali si rivelano più economiche e flessibili rispetto ai loro omologhi umani, la loro crescente popolarità è destinata a cambiare il panorama del marketing digitale. Come evidenziato da uno studio pubblicato sul Journal of Retailing and Consumer Services, la capacità degli influencer CGI di stabilire legami emotivi con il pubblico potrebbe aumentare il riconoscimento del marchio e incoraggiare gli acquisti, rendendoli un alleato prezioso per le aziende nel futuro del marketing.
Gli ostacoli e le opportunità
Molti marchi che cercano di diversificare il loro portafoglio di influencer umani si trovano ad affrontare complesse sfide logistiche. Gli influencer virtuali offrono un’opzione pratica e innovativa, consentendo ai brand di superare le limitazioni tradizionali legate a genere, razza o nazionalità. Un esempio emblematico è Blu, un alieno umanoide che orbita attorno alla Terra a bordo del negozio virtuale Xanadu, dimostrando che è possibile attrarre una vasta gamma di demografie in modo più efficace.
Un altro vantaggio significativo degli influencer virtuali è la loro neutralità. Le aziende che affidano le proprie strategie di marketing a influencer umani si espongono al rischio di dover distanziarsi da commenti controversi o storie personali scomode. Al contrario, gli influencer digitali non portano con sé alcun bagaglio emotivo o passato problematico, rendendoli una scelta più sicura per i marchi.
Inoltre, la longevità degli influencer virtuali è un aspetto cruciale da considerare. Ogni brand desidera avere a disposizione volti freschi e accattivanti, e gli influencer virtuali offrono la possibilità di creare personaggi sempre nuovi e originali. Dal punto di vista tecnico, gli influencer alimentati da intelligenza artificiale possono interagire con un vasto numero di follower in tempo reale, un compito impossibile per gli influencer umani.
La questione della trasparenza è un altro problema che gli influencer virtuali possono affrontare. La mancanza di chiarezza riguardo agli annunci sponsorizzati è un problema ben noto nel mondo del marketing, tanto che la Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti ha emesso avvertimenti in merito. Gli influencer virtuali possono offrire una soluzione a queste problematiche, garantendo comunicazioni più chiare e responsabili.
Le sfide degli influencer virtuali
Tuttavia, non tutto è roseo nel mondo degli influencer virtuali. Nonostante i numerosi vantaggi, ci sono preoccupazioni legittime sollevate dai professionisti del marketing. Alcuni esperti avvertono che utilizzare un personaggio creato al computer per influenzare le scelte di acquisto degli esseri umani possa sembrare privo di empatia. Dove si trova il senso di appartenenza, il carattere e l’autenticità?
C’è un dibattito in corso su se gli influencer virtuali rappresentino una vera innovazione o siano semplicemente una moda passeggera. Molti ritengono che queste personalità digitali non siano altro che un tentativo di attirare l’attenzione, piuttosto che un modello di marketing sostenibile. Ci sono anche interrogativi sulla trasparenza e sulla responsabilità legale associate a queste figure digitali, domande che rimangono attualmente senza risposta.
Infine, resta la questione cruciale dell’autenticità. Come può un influencer virtuale convincere il pubblico della qualità di un prodotto, come il tessuto di un abito o il sapore di una bevanda, senza averne mai avuto un’esperienza diretta? Questo solleva dubbi non solo sulla praticità di utilizzare personalità digitali per influenzare le decisioni d’acquisto, ma anche sulla sostenibilità delle campagne pubblicitarie che si basano su approcci non tradizionali.
Mentre gli influencer virtuali offrono opportunità uniche nel marketing digitale, le sfide e le incertezze legate alla loro autenticità e responsabilità richiedono un’attenta considerazione da parte dei marchi che desiderano esplorare questo nuovo territorio.