Silent Hill ritorna nel 2024 con il remake del secondo capitolo della saga, riuscirà a diventare memorabile per una nuova schiera di giocatori?
+ Dimensione horror espansa nell’esplorazione e negli scontri
+ Direzione artistica che fa centro
+ Musica e sound design che deliziano. Buona performance degli attori
+ Ottima durata per un gioco del genere (e finali multipli)
+ Una storia sempre forte
– Animazioni (facciali, del corpo) dei personaggi umani non sempre riuscite
– Un gameplay semplice che va dritto al punto, forse troppo
Dopo 23 anni, il remake di Silent Hill 2, realizzato dal Bloober Team, riporta in vita uno dei giochi horror più iconici della sua epoca, ora disponibile su PS5 e PC.
La città desolata sprigiona un’atmosfera inquietante, con ruggine e sangue che macchiano le sue strade nebbiose. In questo scenario inquietante, una voce familiare si fa sentire: “Piccola Mary, mi senti?”
Indice
Ricordi di un passato lontano
La mia mente è invasa da ricordi di una giornata nebbiosa di una ventina di anni fa, quando ho aperto con trepidazione il cofanetto DVD di Silent Hill 2 insieme a mio cugino più grande. Nonostante non fossi pronto ancora per capire appieno tutte le tematiche della storia ho amato alla follia quell’opera, tanto malata quanto strappalacrime.
Silent Hill 2 è, in fondo, una storia d’amore, intrisa di passione e tormento. Le avventure di James Sunderland, il protagonista, hanno continuato a ossessionarmi nel corso degli anni, alimentando una vocina interiore che mi invitava a tornare nella città maledetta.
Nei primi istanti del racconto oscuro di Konami, James si trova in un bagno sporco, perso e confuso. È tornato a Silent Hill per cercare sua moglie Mary, che lo ha chiamato tramite una lettera, nonostante sia morta da tre anni. La sua ricerca lo conduce a un viaggio sempre più profondo nella città, dove affronta i suoi demoni interiori. Con l’arrivo di Maria, una sosia di Mary, la situazione di questo survival-horror si complica ulteriormente, portando James attraverso luoghi inquietanti come l’ospedale di Brookhaven e il carcere di Toluca.
Un capolavoro inossidabile
Dopo oltre due decenni, Silent Hill 2 continua a rappresentare un faro nel genere horror psicologico. La sua scrittura brillante e l’atmosfera opprimente hanno catturato l’immaginazione di una generazione di giocatori. I temi trattati, come la malattia, il senso di colpa e il maltrattamento, sono affrontati con una delicatezza rara, rendendo il titolo un’icona del settore. L’idea di un remake da parte del Bloober Team, noto per il suo tentativo di creare un proprio Silent Hill con The Medium, ha suscitato preoccupazioni: saranno in grado di rendere omaggio al classico senza tradire i fan? Sarà possibile rivisitare un’opera cult senza alienare i nuovi arrivati? Come accaduto con i remake di Dead Space e Resident Evil 4, la community accoglierà il nuovo capitolo con entusiasmo o lo condannerà come un’eresia?
Non è più il momento di porre domande, ma piuttosto di cercare risposte. James Sunderland è consapevole che le storie d’amore, in generale, spesso hanno un esito tragico. Pertanto, quando la sua ricerca implica ricucire i legami con una donna defunta, i colpi di scena possono condurlo verso l’Inferno.
Dopo aver impostato il livello di difficoltà (con combattimenti ed enigmi gestiti separatamente), si viene colpiti da uno shock visivo. In modalità “Qualità”, il gioco si presenta in modo spettacolare, anche se alcuni artefatti potrebbero affiorare nei riflessi. Le texture sono ben definite, gli effetti di luce sono realistici e i dettagli abbondano. Osservando gli screenshot, si ha l’impressione di trovarsi davanti a opere d’arte, tutto in tempo reale. La vista panoramica sul Lago di Toluca cede rapidamente il passo alle opprimenti conifere della foresta.
La riprogettazione grafica è impressionante e riconosciamo immediatamente Silent Hill. Gli ambienti, splendidamente modellati e ricoperti di erbacce, attrezzi sporchi, insetti e altre tracce inquietanti, emanano un senso di disperazione che risuona con i nostri ricordi. La nebbia crea gradienti affascinanti, rivelando tutte le sfumature di grigio, sia sugli edifici lontani che sulle creature più vicine. La direzione artistica, visibilmente ispirata dall’adattamento cinematografico di Christophe Gans, si impegna a rendere questo mondo tormentato più minaccioso che mai.
I nostri pregiudizi verso i remake potrebbero indurci a negare l’evidenza, adottando una sorta di meccanismo di difesa. Certo, il gioco è visivamente molto più accattivante rispetto al passato, ma la grafica da sola non basta, giusto? Inoltre, era davvero necessario modificare così tanto l’aspetto di James, Angela, Maria, Eddie e Laura? Più che il loro aspetto, è l’animazione che spesso stona con il resto.
L’effetto uncanny valley è talvolta presente, ricordandoci che il Team Silent era riuscito nell’impossibile nel 2001. Fortunatamente, gli attori hanno a disposizione filmati più lunghi e numerosi rispetto al passato, offrendo interpretazioni di grande impatto. L’assenza di doppiaggio in italiano non è un problema, dato che i dialoghi durante il gameplay sono pochi. Alcuni puristi potrebbero lamentarsi per il fatto che i vestiti di Maria siano meno succinti rispetto ai loro ricordi, o per texture troppo dettagliate che potrebbero risultare scomode. Altri rimpiangeranno la telecamera ibrida dell’epoca, controllabile su rotaie, a favore di una vista a spalla più classica nel 2024. Che piangano pure, questi poveri nostalgici. Il Bloober Team ha riservato loro un posto all’Inferno.
Riconoscibile ma diverso
Nella loro audace ricerca di riportare in vita l’opera cult del Team Silent, i creatori di Konami hanno deciso di assumere rischi sacri. Chi cerca di rivivere la stessa avventura di un tempo, con solo una grafica rinnovata, una telecamera moderna e un redesign dei personaggi/mostri, potrebbe restare deluso. Silent Hill 2 del 2024 è tanto mutevole quanto i mostri che ci costringe ad affrontare. Si tratta di una versione estesa e generosa, un remake ben curato e un adattamento solido; è più vicino a Final Fantasy VII Remake che a Resident Evil 4.
I fan di vecchia data devono accettare che questo capitolo sia una sorta di reinterpretazione dell’opera originale, piuttosto che una mera copia, anche se i momenti chiave del 2001 sono ancora presenti e si susseguono in ordine. Ciò che separa questi momenti e l’architettura stessa dei livelli cambia in modo significativo. I filmati inediti e le situazioni di gioco mai viste, di cui non sveliamo la natura, sono numerosi. Inoltre, tutti i combattimenti con i boss sono stati ripensati, offrendo un’esperienza solida, in linea con le produzioni attuali. I muri deteriorati non sono stati solo ridipinti, ma ricostruiti. Tuttavia, sotto la superficie, il cuore oscuro di Silent Hill batte con tutte le sue forze.
Potevamo temere che la riscrittura risultasse eccessivamente pomposa, influenzata da sviluppatori intimiditi dall’arduo compito di reinterpretare un caposaldo del survival-horror psicologico. Tuttavia, la penna ha assunto la forma di un coltello, maneggiato da una mano determinata a colpire il suo obiettivo: il ventaglio di emozioni. Sebbene la sceneggiatura non si discosti troppo da quanto già conosciamo, lo studio ha fatto delle scelte astute. I numerosi documenti aggiuntivi arricchiscono la narrazione, svelando dettagli senza offrire tutto su un piatto d’argento, amplificando così le tracce intriganti. I dialoghi originali sono stati rivisitati, portando a volte maggiore sottigliezza, altre volte più mistero. Certamente non tutto è perfetto; avremmo desiderato ulteriori evoluzioni in alcuni momenti chiave, ma è rinfrescante non imbattersi in un semplice copia e incolla. Questo remake di Silent Hill 2 è consapevole della propria identità, con ammiccamenti ai diversi episodi della serie e un gioco che si diverte a giocare con i ricordi dei fan più accaniti.
Il Bloober Team ha saputo far sperimentare un vero inferno anche ai veterani che conoscono a menadito le repliche di Maria, seguendo alla lettera uno dei principi del Team Silent: far vivere un’angoscia senza fine. In altre parole, spegnere la speranza e lasciare che il tempo faccia il suo corso. Alla lunga discesa attraverso la foresta di Silent Hill si sommano le peregrinazioni di James nei vari puzzle.
L’enigma dell’orologio dell’edificio Wood Side, che una volta richiedeva solo un minuto per essere risolto, ora richiede almeno un’ora per trovare le tre lancette. Il passaggio all’ospedale di Brookhaven, che prima richiedeva tra un’ora e due, ora necessita più del doppio del tempo. Anche se è sempre meno lungo dell’attesa media in un pronto soccorso reale, resta comunque una prova di pazienza!
Mentre nel 2001 impiegavamo meno di dieci ore per raggiungere uno dei finali di Silent Hill 2, questo remake ne richiede circa venti ore, escludendo la sceneggiatura “Born from a wish”. Sono necessarie tutte queste ore di gioco extra? Non necessariamente. Ci sono sequenze che potrebbero risultare eccessivamente lunghe e ripetitive per soddisfare la frenesia degli avventurieri odierni. Questo approccio estremo – vivere un incubo da cui non ci si risveglia mai – dividerà sicuramente l’opinione dei videogiocatori.
Chi, nel 2024, è disposto a vagare per ore in un universo in cui non si vede nulla, solo per essere psicologicamente tormentato? Il remake di Silent Hill 2 deve inevitabilmente confrontarsi con altri titoli del genere usciti nel frattempo, in particolare Resident Evil 4 Remake e Alan Wake II, giochi che presentano un ritmo più controllato, con mostri, armi, situazioni e meccaniche più varie e affinate.
A prova di fuoco
Silent Hill 2 è ora due volte più lungo e il doppio più difficile. La città è concepita come un mondo più aperto, dove gli edifici e i vari luoghi sono realmente integrati nel contesto urbano, non più considerati come istanze separate che si sbloccano dopo un caricamento. Il giocatore esplora senza interruzioni, un aspetto notevole di questa versione: nonostante i morti, Silent Hill è viva. Infatti, le porte si aprono senza sforzo e le transizioni tra interno ed esterno sono immediate, proprio come in Alan Wake o nei recenti capitoli di Resident Evil. Questa nuova concezione della città porta una modernità gradita nella navigazione, aumentando la tensione, poiché i nemici possono inseguire James ovunque, entrando negli edifici, passando attraverso finestre rotte o infiltrandosi in crepe. Le interazioni con l’ambiente sono più frequenti, con carrelli da spostare, muri da abbattere e passaggi da affrontare. Attenzione: consultare la mappa non mette in pausa il gioco. Spaventoso!
Nel contesto del survival-horror, i combattimenti sono progettati per creare disagio. Le creature si rivelano pericolose e imprevedibili, dotate di attacchi inediti, e non possono essere eliminate con un semplice calcio dopo un colpo alla testa. Sunderland non è un eroe qualsiasi e i mostri che infestano l’area non sono semplici infetti. Avvicinarsi troppo a loro comporta conseguenze che solo una pozione curativa può alleviare. Alcuni di questi esseri mostruosi hanno persino la capacità di arrampicarsi sui muri per sorprendere James, una dinamica assente nel gioco del 2001! Sebbene colpire le loro gambe possa rallentarli e un attacco furtivo alla schiena possa risultare letale, eliminarli non è affatto facile. Non basta che James abbia acquisito abilità di schivata e una visuale a spalla per avere la meglio. Ogni incontro rappresenta una vera sfida, molto più complessa rispetto a quella che affrontavamo 23 anni fa. Anche camminando nel buio con la torcia spenta, gli scontri risultano complicati da evitare in spazi ristretti.
Il remake rende il bestiario più minaccioso, complicando ulteriormente la fuga, specialmente perché spegnere la torcia è quasi impossibile data l’oscurità del gioco. Ci siamo trovati costretti a immergerci nel buio totale e a regolare i parametri dello schermo per riuscire a discernere gli oggetti in alcune sequenze. Solo nei momenti di caos in città, durante le tempeste (un omaggio a Downpour!), si è incoraggiati a schivare tra gli umanoidi. Gli sviluppatori, consapevoli delle difficoltà di sopravvivenza in labirinti avvolti nell’oscurità, hanno fornito una quantità generosa di munizioni e cure (in modalità Standard). Gli avventurieri che si dedicano a rompere finestre con barre di ferro e ad esplorare ogni angolo della città non si troveranno a corto di proiettili o sieri.
Tuttavia, a livello di meccaniche, il gioco mantiene un approccio piuttosto semplice. Non ci sono combo da eseguire né possibilità di potenziare le armi. Le armi da fuoco sono limitate (solo tre) rispetto a quanto visto in altri titoli, e non è possibile disarmare o mutilare i nemici, che non sono nemmeno così numerosi. Questi aspetti potrebbero deludere chi sperava in un gameplay più ricco e variegato.
Un elemento che si discosta dall’originale è l’aumento dei jumpscare. Konami ha probabilmente pensato che, nel 2024, i giocatori avrebbero già affrontato ogni tipo di paura e fosse necessario colpire duro, senza compromettere la poesia angosciante dell’esperienza originale. La radio che inizia a frusciare quando ci si avvicina a una chimera gioca molto sulla tensione. Tuttavia, emette solo suoni leggeri quando un manichino con due paia di gambe si avvicina. Se non si fa attenzione, ci si può trovare sorpresi in modo sgradevole. I jumpscare sono accentuati da un mix audio volutamente basso che esplode improvvisamente quando qualcosa appare sullo schermo, una tecnica ben nota nel cinema, utilizzata qui in modo efficace. Parlando di suoni, le straordinarie musiche di Akira Yamaoka, anch’esse rielaborate, accompagnano il viaggio. Sono stati aggiunti nuovi brani, alcuni dei quali richiamano le atmosfere dei film horror italiani. I dettagli fanno la differenza: le tracce che accompagnano le cutscene si intrecciano perfettamente con la loro durata. L’outro risuona in modo impeccabile nel momento in cui si riprende il controllo di James, lasciando un’impressione di classe.