Violazione dati online, ora agli utenti spettano 7 mila euro di rimborso: come richiederli subito

Violazione dati, quando spetta il rimborso (mistergadget.tech)

Quasi nessuno sa che una violazione dei dati, che oggi è all’ordine del giorno, è un reato a tutti gli effetti e quindi corredato da rimborso.

Quando i dati che sono online finiscono nelle mani sbagliate possono esserci ripercussioni gravissime, non solo danni economici – che sono solitamente i primi a cui uno pensa – ma anche morali, d’immagine. Con i dati privati di una persona ci sono rischi veramente ingenti.

Le violazioni non sono connesse unicamente a condizioni particolari, dunque malware, furti di dati online e simili ma possono arrivare anche mediante aziende e prodotti che utilizziamo ogni giorno. Sono tre milioni di persone ad aver diritto a un risarcimento da sette mila euro, questo è un caso ma non l’unico, il problema è che molti non ne sono a conoscenza.

Violazione dati online, spetta il rimborso

Quando si parla di furto di dati, violazione di dati e simili che riguardano aziende che operano in settori diversi, si tende sempre a immaginare hacker che rubano determinati profili. Non si fa mai reale attenzione a quelle che sono le conseguenze e, soprattutto, al fatto che anche i propri dati possono finire in quella rete.

Violazione dati online, spetta il rimborso (mistergadget.tech)

Quello che è successo è che, dopo una grave violazione dei dati personali, gli utenti abbiano avuto un rimborso veramente sostanziale. Spesso si parla di class action quando c’è appunto una richiesta di gruppo che talvolta viene portata avanti da parte di associazioni dei consumatori che intervengono proprio per sostenere i cittadini e gli utenti.

Il caso in questione riguarda gli Stati Uniti, 3.72 milioni di euro dopo la violazione, suddivisi in circa 7 mila euro a persona. Una cifra enorme, stabilita dal tribunale che ha approvato il tutto. Questo è avvenuto dal momento che le informazioni di alcuni pazienti erano state violate da parte di terzi che erano entrati nel server.

Tuttavia questo accade anche in Italia e riguarda non solo grandi enti come ospedali e cliniche ma può avvenire anche per altri, come compagnie aeree, assicurazioni e quindi aziende che hanno una mole di dati enorme, a cui affidiamo continuamente i nostri dati. Molti sanno che nel tempo ci sono state queste violazioni, poi hanno appreso che sono state risolte e quindi non gli hanno dato peso.

Oltre ad essere un pericolo serio per la dispersione dei dati, queste condizioni permettono di rivolgersi dopo l’accaduto ad avvocati o associazioni specializzate, anche online, che offrono un supporto serio per preparare richieste di rimborso. Quando si parla dunque di furto e violazione dei dati bisogna fare attenzione, soprattutto se è qualcosa che può riguardare in maniera diretta.

Valentina Giungati:
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