Le SIM potrebbero smettere di funzionare da un momento all’altro a causa della fine della loro durata e comportare quindi uno stop.
Nessuno vuole svegliarsi una mattina e trovare il telefono con la dicitura “Sim non trovata”, senza capire cosa stia accadendo. Per tale motivo è fondamentale comprendere un dettaglio che tantissimi utenti non solo non conoscono ma non immaginano nemmeno e riguarda propriamente la scadenza.
In un mondo in cui si stanno diffondendo le Sim virutali, Esim, che sono praticamente dematerializzate, a nessuno verrebbe in mente di controllare la data di scadenza di quella fisica presente nel proprio smartphone, eppure è un passaggio chiave, unitamente a una serie di altri dettagli.
SIM in scadenza: attenzione a questa data
Prima erano le Sim classiche poi si sono ridotte e poi sono diventate mini, hanno subito un rimpicciolimento progressivo ma sostanzialmente invece la metodica d’uso non è cambiata, almeno fino all’avvento delle Esim che si stanno però diffondendo ora quindi rappresentano ancora un bacino d’utenza molto limitato.
La prima cosa da fare quindi è conoscere la data di scadenza della Sim, quindi verificare di sapere esattamente ogni quanto ricaricare. Ovviamente non si parla solo di quella che viene utilizzata nella vita di tutti i giorni ma anche ad esempio di uno smartphone secondario, magari per un numero che si usa solo in determinate circostanze. Ogni sim card ha valore 12 mesi dall’attivazione, ogni volta che si fa una ricarica questa si allunga di altri 12 mesi a partire da quel momento.
Il problema è che oltre a questa data di scadenza va considerata proprio quella materiale della scheda, che non è infinita. Questi strumenti nel tempo si deteriorano, si usurano e quindi possono avere danni permanenti che di fatto ne invalidano l’uso. Una questione molto delicata da considerare con attenzione poiché può portare anche a conseguenze molto severe con un blocco improvviso. Magari la Sim inizia a dare i primi problemi quando non viene letta correttamente ma in altri casi invece il deficit colpisce all’improvviso e lì sono ovviamente guai.
Ogni operatore mette in campo un sistema diverso per andare a recuperare il numero, quindi quello che si può fare è chiaramente rivolgersi al proprio per capire come portare il numero su una scheda nuova che sia idonea ai modelli attuali. Anche le scadenze base non sono uguali per tutti, per TIM è da 12 mesi dopo la ricarica oltre 1 mese in cui continua a funzionare per ricevere chiamate e SMS. Per Vodafone sono 11 mesi + 1 mese, per Wind Tre sono 12 mesi + 1 mese e per Iliad sono 12 mesi dall’ultima ricarica senza margine.