Siamo costantemente spiati, ma spesso non ce ne rendiamo conto, sottostimiamo i pericoli e siamo esposti a conseguenze importanti.
Sicuramente la tecnologia è un dono, ci permette di fare cose veramente incredibili, ma è anche vero che questa ha pro e contro a cui bisogna sempre fare attenzione, in relazione agli usi impropri che se ne possono fare e di cui si potrebbe essere inconsapevolmente vittima.
Negli ultimi anni alcuni prodotti che prima non erano presenti in casa, come la friggitrice ad aria, sono diventati una parte essenziale della vita domestica. Eppure, in generale, questi prodotti prima inesistenti come smart tv, smart speaker, smartwatch, sono tutti oggetti che hanno acquisito valore e al tempo stesso raccolto informazioni su di noi, con i nostri dati, con tutto ciò che ci riguarda. Non è una novità, di recente si è aperta una profonda spaccatura dopo che è stato palesato dai ricercatori come la tv spiasse gli utenti raccogliendo frame di quello che loro costantemente guardano. Sappiamo che i telefoni ci ascoltano ma cosa c’è di nuovo?
Anche elementi impensabili come una friggitrice ad aria possono essere pericolosi. Ci sono prodotti avanzati che inviano dati personali, quindi hanno un sistema di raccolta e tracking vero e proprio. Questi possono essere raccolti in fase di registrazione oppure in modo facoltativo per altro.
Guardando all’ampio panorama di oggetti che abbiamo in casa non ci sono solo quindi gli smartphone ma anche altro, dalla tv agli smart speaker con cui ci interfacciamo e che ovviamente ci ascoltano continuamente, ci sono gli smartwatch e ora anche le friggitrici ad aria. Se per alcuni è più scontata la questione e quindi molti sono già abituati a questa idea, per altri non è affatto così e quindi la situazione rappresenta un pericolo dal momento che non sono informati.
Il problema è che siamo noi spesso a dare l’ok per i nostri dati senza rendercene conto. Lo facciamo ad esempio per una registrazione online o semplicemente quando attiviamo determinati contenuti o scarichiamo un’App che ci chiede i permessi per poter procedere e usare microfono e telecamera. Risulta chiaro in questi casi che bisogna lavorare su due versanti, da un lato una maggiore consapevolezza dei rischi che corriamo ogni giorno con tutti i dispositivi, dall’altra invece la comprensione dei pericoli a cui siamo esposti nel momento in cui sottostimiamo le conseguenze quando si tratta di “dati personali”.
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