Cos’è un Gemello Digitale e perché la Basilica di San Pietro ne ha già uno?

Cos'è il gemello digitale della Basilica di San Pietro e a cosa serve

La Basilica di San Pietro adesso ha un Gemello Digitale grazie all’intelligenza artificiale. Ma a cosa serve questa tecnologia? E come la stanno utilizzando le big tech come Microsoft?



Le tecnologie digitali stanno rivoluzionando il modo in cui ci rapportiamo al patrimonio culturale e architettonico. Tra visite virtuali e controllo dei danni, un esempio straordinario di questa evoluzione è l’introduzione del gemello digitale della Basilica di San Pietro. Grazie a una partnership tra il Vaticano, Microsoft e Iconem, la Basilica ha recentemente acquisito il suo “doppio” virtuale, aprendo nuove possibilità per l’accesso, la conservazione e lo studio di questo monumento storico. Ma cos’è un gemello digitale e perché è importante anche per luoghi simbolo come San Pietro?

Cos’è un Gemello Digitale e a cosa può servire

Un gemello digitale è una replica virtuale altamente accurata di un oggetto, sistema o luogo fisico, creata utilizzando tecnologie avanzate come fotogrammetria, intelligenza artificiale e machine learning. Questa tecnologia nasce in ambito industriale, dove è utilizzata per monitorare e ottimizzare il funzionamento di sistemi complessi come fabbriche, impianti energetici e infrastrutture. Ma negli ultimi anni, l’uso dei gemelli digitali si è espanso anche in settori come la sanità, la formazione e il patrimonio culturale.

Nel campo dell’architettura e della conservazione dei beni culturali, i gemelli digitali offrono uno strumento potente per il restauro e la protezione di siti storici. Un modello virtuale consente infatti di studiare in dettaglio la struttura di un edificio, individuando eventuali vulnerabilità o aree che richiedono interventi. Per i monumenti di grande importanza, offre anche un’opportunità unica e inedita di accesso: tramite un sito web o un’app, chiunque nel mondo può esplorare virtualmente un monumento, apprezzandone i dettagli architettonici e artistici anche a distanza.

Il progetto di Microsoft: un Gemello Digitale per la Basilica di San Pietro

La Basilica di San Pietro in Vaticano è uno dei primi monumenti al mondo a essere stato dotato di un gemello digitale grazie al progetto “AI-Enhanced Experience” in collaborazione con Microsoft e nato con l’obiettivo di preservare e condividere la ricchezza artistica, culturale e spirituale della Basilica, che diventa accessibile a livello globale.

Per creare questo modello, sono state utilizzate tecnologie di fotogrammetria e scanner avanzati, catturando oltre 400.000 immagini ad alta risoluzione della Basilica, sia all’interno che all’esterno. Questi dati sono stati elaborati dall’AI for Good Lab di Microsoft, che ha usato algoritmi per unire le immagini e migliorare i dettagli, creando un modello 3D ultra-preciso. Un processo che ha permesso di identificare con millimetrica precisione ogni dettaglio architettonico, inclusi i mosaici, le statue e le colonne della Basilica, come se fosse stata “fotografata” con una qualità e profondità mai raggiunte prima.

Il gemello digitale della Basilica di San Pietro creato con l’AI di Microsoft (mistergadget.tech)

Oltre alla visualizzazione, il gemello digitale ha un importante valore pratico per la conservazione. Tramite l’intelligenza artificiale, ha permesso di individuare crepe e altre vulnerabilità strutturali, che saranno considerate per pianificare i futuri restauri. Questo progetto, voluto dal Cardinale Gambetti, arciprete della Basilica e Presidente della Fabbrica di San Pietro, sarà anche una risorsa fondamentale in vista del Giubileo 2025, quando milioni di pellegrini visiteranno Roma. Per tutti coloro che non potranno raggiungere fisicamente la Basilica, la versione digitale offrirà un’esperienza coinvolgente e accessibile​.

Un’esperienza immersiva e didattica: la mostra “Pétros Ení”

Una parte centrale del progetto è l’esperienza immersiva “Pétros Ení”, che unisce la realtà fisica e quella virtuale per offrire ai visitatori un viaggio nella storia e nell’arte della Basilica. La mostra, curata dallo studio lituano Dadada, sarà allestita all’interno della Basilica e permetterà ai visitatori di esplorare angoli nascosti e dettagli meno visibili del monumento, in un percorso che unisce storia, spiritualità e architettura. Due nuovi spazi espositivi, Petros Eni e Petros Eni Octagon, offriranno inoltre un viaggio digitale guidato, pensato per unire l’arte e l’innovazione tecnologica​.

A completare il progetto, un sito web interattivo permetterà a chiunque nel mondo di esplorare virtualmente la Basilica, offrendo modelli 3D dettagliati e contenuti didattici sui tesori artistici e la storia del monumento.Attraverso questa piattaforma, gli utenti potranno infatti navigare attraverso le diverse aree della Basilica, come la Cupola e la Necropoli, accedendo a informazioni e narrazioni che approfondiscono la conoscenza del luogo in diverse lingue.

Una dimostrazione di come la tecnologia possa giocare un ruolo fondamentale nella protezione del patrimonio culturale, creando ponti tra passato e futuro e rendendo accessibile a chiunque un pezzo di storia inestimabile.

Laura Fasano: Tech blogger e content creator di formazione psicologica (laureata in Psicologia per il Benessere: empowerment, riabilitazione e tecnologia positiva). Da anni il suo obiettivo è aiutare le persone a comprendere come il mondo digitale e la tecnologia possano essere utili per sviluppare risorse, competenze, opportunità e benessere.
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