Brutte notizie per gli utenti, l’ennesimo problema circa un pericolo che si aggira in rete e che rischia seriamente di svuotare il conto.
Non si tratta di un semplice malware, né di un solito virus, è qualcosa in più e per questo motivo sta destando così tanta preoccupazione negli utenti. Si rischia veramente grosso anche perché siamo di fronte ad un prodotto che ha, come obiettivo ultimo, proprio quello di svuotare il conto.
Non ci sono riscatti o furto dati, si insinua per rubare soldi. Purtroppo è già diffuso in tutta Europa sui dispositivi elettronici di moltissimi utenti ed è arrivato anche in Italia. La questione è delicata perché proprio il nostro Paese risulta il più colpito.
Ti sta svuotando il conto e non lo sai: controlla il telefono
L’allarme è arrivato in via ufficiale dagli esperti del settore che hanno identificato la minaccia e quindi hanno fornito gli strumenti utili per identificarla. Bloccarla, al momento, risulta praticamente impossibile quindi l’unica via possibile è quella di comprendere di cosa si tratti e come agire al riguardo. Il team di ricerca ha fatto luce su questo Trojan bancario dal nome Toxic Panda che nasce con l’obiettivo di andare a rendere inutili le classiche difese come antivirus e simili, in grado di insinuarsi sul dispositivo avendo così accesso ai dati bancari e sottrarre denaro alle vittime ignare.
Arriva nella categoria di quelli che vengono definiti i nuovi Trojan, ovvero RAT. Questi funzionano diversamente, in sostanza il criminale da remoto è in grado di prendere il controllo totale di un dispositivo. Come entrano? Con false comunicazioni che emulano quelle tipiche degli istituti di credito. Quindi usano un vecchio modello che, purtroppo, funziona ancora. Non è un caso se gli attacchi maggiori negli anni come Medusa, BingoMod e simili hanno utilizzato sempre la stessa strategia colpendo nel segno.
Il team di specialisti lo ha individuato a fine ottobre, da quel momento c’è stato un boom significativo di infezioni, quindi si è diffusa la notizia con tutti i dettagli per dare modo agli utenti di mettersi al riparo dai danni. Al momento sono stati colpiti 16 istituti bancari diversi, quello che si può fare quindi è molta attenzione, non aprire mail sospette, bloccarle e segnalarle, non aprire messaggi, comunicazioni che in qualche modo possano sembrare fuorvianti e soprattutto non condividere alcun dato, anche solo il nome di accesso. Un solo dato, un minimo errore può costare veramente caro. Non si tratta di prelievi enormi e questo spiega perché nessuno se ne accorge fino a quando non è troppo tardi e la somma ormai è diventata importante.