Ti stanno seguendo su Google Maps, non è qualcosa che ti aspetteresti ma è qualcosa di possibile a causa di una funzione.
Ormai alcune app sono entrate così tanto nell’uso comune che spesso commettiamo piccole disattenzioni senza nemmeno rendercene conto. Sono elementi minimi, banali, che possono però determinare successivamente, magari non nell’immediato, un problema molto severo.
Uno su tutti è sicuramente quello del tracciamento che avviene non solo quando abbiamo il GPS attivato ma anche in circostanze diverse e con modalità che ignoriamo. Basta una foto su cui andiamo a cliccare, che magari qualcuno ci ha inviato su Whatsapp, per avere la risposta corretta. Ci sono siti online che in modo gratuito rintracciano altri utenti, è illegale e non consentito, ci sono App pericolose che lo fanno per motivi appositi e poi ci sono invece strumenti a cui siamo noi, volontariamente, a dare il permesso di farlo.
La funzione da disattivare per non essere seguiti
La notizia è venuta fuori solo ora, Google ha utilizzato infatti milioni di telefoni Android per rintracciare colui che viene definito come il “killer del GPS”. Non è un caso e fa luce su qualcosa a cui tutti dovremmo fare attenzione. infatti è bene chiarire che quando utilizziamo servizi a cui prestiamo magari anche il consenso per il tracciamento stiamo aprendo a strade di cui, talvolta, non conosciamo bene i contorni.
Senza dimenticare un altro dato importante, infatti funzioni apposite sulle varie app possono dare, a persone malintenzionate, anche in modo piuttosto semplificato accesso diretto all’informazione precisa circa la nostra posizione. Dove siamo, in quel momento, magari solo usando un indirizzo IP. Sembra irreale eppure avviene, molto più spesso di quanto possiamo immaginare.
Adesso però c’è altro e riguarda proprio Maps ovvero la principale applicazione che viene utilizzata per mappare le posizioni in tutto il mondo. Quando ci sono errori è colpa di quello che viene chiamato killer del GPS, ovvero un’interferenza che determina problemi e che altera i risultati. Quindi Google, per poter migliorare i suoi risultati, ha utilizzato i dispositivi in tutto il mondo per ottimizzare i dati.
Se l’azienda poteva farlo e lo ha fatto per uno scopo preciso, questo apre un discorso diverso, su quali pericoli si celano dietro gli usi impropri, magari perchè abbiamo sempre il GPS attivato o perché convidiamo posizioni esatte, magari perché inoltriamo la posizione su Whatsapp e poi dimentichiamo di disattivarla. Queste sono tutte cose che espongono ad un pericolo costante, che sono un problema anche molto rilevante a cui bisogna prestare attenzione.