L’introduzione dell’AI è sicuramente motivo di discussione ancora aperta, ed è comprensibile, soprattutto per temi delicati come la morte.
Una rivoluzione con molteplici benefici e una storia, ancora lunga, da scrivere. Chiaramente ci sono elementi da considerare in maniera fondamentale per il futuro ma è anche vero che si parla degli aspetti anche contrari di questa innovazione.
Più che altro per le ripercussioni che, un certo genere di cose, potrebbero avere sugli utenti. Una delle questioni dilaganti, e di tendenza, piuttosto strane riguarda l’uso di applicazioni (ce ne sono diverse) che mediante una serie di caratteristiche sembrano prevenire il giorno della propria morte.
App che prevede la data della morte: come fa
Tra le più gettonate al momento c’è un sito che si chiama “Death Clock”, che usa l’AI per andare a fornire una stima di questa presunta data. Bisogna inserire data di nascita, sesso, BMI, stile di vita, paese in cui si vive e una serie di dettagli personali per arrivare al risultato. L’AI tenendo conto di tutti questi elementi e valutando 1200 studi forniti, riesce a determinare una data.
Ovviamente non è “magia” quindi è chiaro che la sua previsione utilizza dei criteri che sono considerabili come standard, è chiaro ad esempio che un soggetto obeso può avere maggiori possibilità di andare incontro a problemi cardiocircolatori, lo dice la scienza, gli studi, i dati. Quindi, basandosi su questi, elabora la situazione e offre un range di vita, che è basato sulle aspettative. Chiaramente è del tutto irrilevante perché non fa altro che estrapolare e valutare dati ma non è in grado di prevedere ciò che potrebbe o meno accadere, variabili di cui nessuno ha controllo.
Piuttosto però l’applicazione fornisce una serie di consigli utili e interessanti per migliorare lo stile di vita come evitare di essere sedentari, fare un po’ di sport, perdere peso, fare una dieta equilibrata, gestire lo stress, evitare di consumare alcolici e zuccheri. Cose che sicuramente tutti conoscono ma non tutti applicano nella vita di tutti i giorni. Però è giusto chiarire che nessuna App, anche con la migliore delle intelligenze artificiali, può predire con esattezza la durata della vita e quindi la data della morte.
Sicuramente questi strumenti fanno molta leva sulle paure comuni, sulle perplessità di tutti, ed è comprensibile. Ma bisogna scindere il lavoro che fa l’App, ovvero valutare i dati e confrontarli con quello del soggetto facendo una stima puramente rappresentativa delle aspettative medie per età, peso, genere, condizioni e stile di vita, da quella che è una previsione della data della morte certa che chiaramente non è facoltà di nessuno.