Una novità clamorosa sta facendo ampiamente discutere, si tratta infatti di una questione molto delicata che è sorta improvvisamente.
Nessuno si aspettava di dover fronteggiare una nuova tassa, soprattutto per collegarsi a internet. In un momento storico di crescita potrebbe arrivare una stangata proprio per gli utenti finali e per le aziende, costrette ad applicare nuovi costi non previsti.
Il problema è che non si tratta di qualcosa che potrebbe accadere in futuro ma di qualcosa che, invece, sembra più vicino che mai dal momento che manca pochissimo a gennaio e che allo scattare del nuovo anno si applicherà la nuova tassazione.
Nuova tassa per collegarsi a internet: cosa sta accadendo
Tutto è partito dalla volontà di consentire una maggiore diffusione delle connessioni in fibra ottima dal momento che tutte le concessioni per le varie regioni non hanno raggiunto il picco massimo. A questo però si unisce un altro fattore, perché per consolidare questa diffusione, si pensa a introdurre un surplus proprio sull’ADSL, quindi chi non ha la fibra rischia non solo di non avere ancora l’ultima generazione in termini di connessione ma di dover pagare da gennaio anche un sovraprezzo in bolletta. Il denaro dovrebbe servire appunto ad aiutare la diffusione della fibra, quello che però non convince è sicuramente che a dover partecipare economicamente siano proprio gli utenti che non lo hanno.
L’Associazione Italiana Internet Provider non ha gradito la decisione “una misura che, oltre a creare incertezze applicative, appare come una nuova imposta indiretta a carico di consumatori e imprese, specie nelle aree meno servite, con il rischio di comprimere ulteriormente i margini di operatori già in difficoltà, e che non tiene conto degli enormi aumenti di costo a danno degli operatori non-incumbent dei servizi su rete rame”.
Dello stesso parere è anche Federconsumatori che chiarisce le perplessità “il provvedimento non tiene minimamente conto della reale situazione del Paese, in cui sono ancora molte le zone prive di connettività a banda larga, cosa non rimediabile in tempi brevi – certo non senza adeguata programmazione – che si tradurrà inesorabilmente in considerevoli disagi per milioni di utenze interessate, oltre ai possibili disservizi anche per le zone coperte”.
Le associazioni dunque spingono per una rimodulazione differente e quindi per andare a rivedere l’emendamento che al momento non sembra ottimale. C’è un generale malcontento al riguardo ma la decisione sembra presa, quindi al massimo andrebbe rivista ma per adesso non ci sono grandi sviluppi.