Una notizia inaspettata che sicuramente, prima di Natale, non fa molto piacere. Sono previsti aumenti per le tariffe telefoniche.
Una questione certamente delicata che pone attenzione sia per quanto riguarda le formule degli abbonamenti che per i costi da sostenere che sono decisamente aumentati e quindi più impegnativi rispetto al passato.
L’annuncio è arrivato in via ufficiale quindi tutti dovranno prenderne atto e capire quanto andranno effettivamente a pagare. Gli aumenti sono da considerarsi attuativi a meno che non si decida di rescindere il contratto o cambiare operatore.
Aumenti in arrivo per la rete: quanto bisognerà pagare
Non è la prima volta che viene annunciato un aumento ormai è una condizione ciclica, tutti iniziano ad aderire a nuove formule e quindi inoltrano le comunicazioni relative a tutti gli utenti affinché questi prendano atto di quanto dovuto e sappiamo come andare a rimodulare il tutto in base alle proprie esigenze.
“A seguito della sopravvenuta esigenza di modifica del posizionamento dell’offerta e con la necessità di consentire a WindTre di continuare a fornire livelli di servizio in linea con le crescenti esigenze del mercato, a partire dal 1° marzo 2025 il costo del servizio di alcune offerte di rete fissa WindTre sarà incrementato di 2 euro mese” si legge nel testo che annuncia per WindTre questa novità a partire dal 1 marzo 2025. Coloro che saranno interessati da questo aumento dovranno quindi far fronte a un’aggiunta di 2 euro. L’operatore però al momento non ha chiarito quali offerte saranno interessate, se tutte o solo alcune. Ovviamente è importante che tutti ricevano la comunicazione entro dicembre per esercitare ovviamente il diritto di recesso e quindi cambiare operatore.
L’AGCOM a tal proposito specifica che: “L’utente ricevuta la comunicazione della modifica delle condizioni contrattuali, con un preavviso non inferiore a 30 giorni, ha il diritto di recedere dal contratto o di cambiare operatore senza incorrere in alcuna penale e/o in costi di disattivazione. L’utente, dopo 24 mesi dalla stipula, ha il diritto di recedere dal contratto in qualsiasi momento, fornendo il preavviso di un mese. Non incorre in penali, né in costi di disattivazione, ad eccezione di quelli addebitati per la ricezione del servizio durante il periodo di preavviso e gli eventuali costi da recuperare per l’apparecchiatura terminale”.
Queste indicazioni sono fondamentali perché consentono di capire come muoversi, come eventualmente scongiurare l’aumento e anche cosa prevede la legge in questo senso quindi cosa è importante fare e come farlo.