Cambiamenti importanti per le partite iva forfettarie a partire dal prossimo anno: cosa cambia con il decreto.
Il 2025 porta con sé una novità importante per chi ha una partita IVA aperta, in particolare per chi opera nel regime forfettario. Da gennaio, infatti, verranno introdotte modifiche che semplificheranno notevolmente la gestione delle fatture – non sempre intuitiva e semplice – eliminando una delle principali limitazioni per i piccoli contribuenti. Ma cosa cambia esattamente e perché si tratta in un certo qual modo di una piccola ma significativa rivoluzione? Facciamo un po’ di ordine insieme per evitare di perderci nel mare magnum della burocrazia.
La novità principale riguarda l’eliminazione del limite di 400 euro per le fatture emesse sotto il regime forfettario, una restrizione questa che aveva suscitato non pochi malumori tra i professionisti. Questa modifica arriva con il decreto legislativo n. 180/2024 ed è parte di un ampio processo di adeguamento delle normative italiane alla nuova legislazione europea sull’IVA, come previsto dalla direttiva 2020/285. L’obiettivo principale è semplificare gli adempimenti fiscali per le piccole imprese, favorendo così la crescita e lo sviluppo senza troppi vincoli burocratici.
A partire dal 1° gennaio occhi alle fattura: cosa cambia nello specifico
Con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale il 30 novembre, le regole sono ora ufficiali: partire dal 1° gennaio 2025 infatti, chi applica la flat tax (regime forfettario) potrà emettere fatture semplificate anche per importi superiori ai 400 euro, un cambiamento che impatterà positivamente soprattutto in settori come la ristorazione o quelli legati a servizi frequenti e a valore basso per singola transazione.
Queste fatture semplificate sono più rapide da emettere e comportano minori formalità, risparmiando così tempo prezioso. Tuttavia, nonostante la semplificazione, alcune informazioni rimangono obbligatorie. La fattura dovrà comunque contenere i seguenti dati: la data di emissione, il numero progressivo, i dati identificativi del fornitore (nome, cognome, partita IVA, residenza), i dettagli del committente e l’ammontare dell’imposta. Inoltre, in caso di nota di credito o addebito, dovrà comunque essere fatto riferimento alla fattura originaria.
Insomma, con queste nuove regole anche i contribuenti forfettari potranno emettere una fattura senza dover compilare dati complessi e dettagliati che possono generare non poca confusione, specialmente in chi non è particolarmente avvezzo alla tecnologia e ancora fatica a familiarizzare in toto con la fatturazione elettronica. Il sistema invece così diventa più veloce, semplice e adatto alle esigenze delle piccole imprese che possono concentrarsi in questo modo a far crescere la loro attività senza pensare al resto.