Arriva l’Euro digitale ovvero una forma di pagamento online, elettronico, uguale per tutti in 13 paesi.
Un sistema facile, che permette a chiunque di pagare direttamente e senza il vincolo del contante, un’evoluzione a tutti gli effetti dell’euro cartaceo che ha già unito tutti gli Stati. Gli importi vengono memorizzati effettivamente in un wallet, un portafoglio elettronico.
Quindi funziona un po’ come le carte di pagamento, con gli intermediari classici come la banca e con possibilità di effettuare qualunque tipo di acquisto sia online che direttamente nei negozi sotto casa.
Addio contanti, arriva l’euro digitale: è la nuova moneta
Sono già alcuni anni che se ne parla, a novembre 2023 è iniziata la preparazione, non senza dubbi e domande da parte dei cittadini. «Non possiamo stare fermi, perché i costi e i rischi di non avere un euro digitale sarebbero alti per tutti: per i cittadini, per le aziende e per la sovranità europea» ha spiegato Chiara Scotti, vice direttrice generale della Banca d’Italia.
«Solo attraverso una forte sinergia tra tutti i settori dell’economia potremo realizzare un euro digitale che risponda pienamente ai principi di semplicità, inclusione e protezione della privacy, garantendo benefici tangibili per tutti attraverso una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato» ha ribadito, puntando proprio verso questa nuova condizione per tutti.
Ovviamente molti sono spaventati da quello che potrebbe essere, da quello che potrebbe rappresentare un nuovo modo di fare economia, con sistemi sempre più digitali e meno materiali. Ovviamente più sicuri ma c’è anche da dire meno definiti soprattutto per chi ha un’età e deve fare i conti con l’ennesima variazione.
Se per i giovani parlare di euro dematerializzato non è certo sconvolgente, essendo loro nati e cresciuti con carte e dispositivi eletttronici di pagamento come smartwatch, ring e telefoni, altra cosa sarebbe per chi è invece cresciuto con la Lira, quindi ha già dovuto compiere un balzo in avanti.
Tutti questi servizi sono ovviamente in divenire, non c’è nulla di definito. “Gli intermediari europei potrebbero utilizzare la nuova forma di moneta per offrire a basso costo servizi di pagamento accettati in tutta l’area dell’euro – sottolinea Scotti – e sviluppare nuovi servizi a valore aggiunto per la clientela, rafforzando così il proprio modello di business nell’era digitale e il potere negoziale nelle interazioni con le BigTech”. Quindi è chiaro che c’è tutta l’intenzione di portare avanti questo progetto e realizzarlo nel più breve tempo possibile.