Una novità che fa preoccupare, la condivisione di dati degli utenti che mostra una trasparenza sempre maggiore.
Condividiamo dati online, continuamente, anche sensibili ed è giusto capirne i dettagli e anche dove ci porta tutto questo. Le autorità sono intervenute nel tempo per sfruttare questi dati al fine di garantire la privacy degli utenti stessi.
Un esempio su tutti è stato quello di Telegram che al principio aveva un blocco sui dati personali che è stato poi modificato per consentire alle forze dell’ordine di intervenire in caso di necessità. Nel 2024 sono state 900 le richieste che sono arrivate dagli Stati Uniti, hanno coinvolto oltre duemila utenti ma non sono state le uniche, riguardano anche l’Italia.
Dati condivisi dalla famosa app: cosa sta accadendo
Infatti nel Paese sono stati interessati oltre quattrocento utenti, un aumento importante rispetto al passato. L’obiettivo ovviamente è scoraggiare i criminali ad usare Telegram, non certo spiare i dati personali degli utenti. Questo vuol dire che in caso di necessità l’app può divulgare i dati personali alle autorità.
“Se Telegram riceve un ordine valido dalle autorità giudiziarie competenti che conferma che sei sospettato in un caso che coinvolge attività criminali che violano i Termini di Servizio di Telegram, effettueremo un’analisi legale della richiesta e potremmo divulgare il tuo indirizzo IP e il tuo numero di telefono alle autorità competenti.” si legge ora nella privacy policy. Un cambiamento di politica che ha dato seguito ovviamente a reazioni molto diverse, tra favorevoli e contrari.
Ovviamente la notizia ha fatto il giro del mondo e la questione odierna, relativa anche all’Italia, fa discutere sicuramente e anche preoccupare gli utenti. Tuttavia, questo genere di controllo, viene effettuato in maniera del tutto legale e comunque dalle autorità in casi estremi. Il fatto che ci siano poche centinaia di richieste, fa comprendere appunto quanto sia una questione molto limitata, rispetto ai milioni di utenti che usano il sistema ogni giorno.
Però questo deve dare maggiore consapevolezza, sicuramente, su quello che è, invece l’uso proprio che si fa di questi sistemi, dove si condivide di tutto e di più e dove appunto si procede talvolta senza avere chiarezza su cosa accade, su dove finiscono i dati, quello che viene propriamente condiviso e quello che è oggettivamente accessibile. Tutti devono fare attenzione, su qualunque social, non solo Telegram, sulle App e anche sui dispositivi apparentemente sicuri perché condividere dati sensibili, foto e video ha sempre delle conseguenze.