Tutti utilizzano lo smartphone a letto, che sia per guardare video, per rilassarsi o per chattare con qualcuno.
È un’abitudine ormai diffusa e consolidata, che chiaramente ha delle conseguenze di cui tutti dovrebbero prendere atto, in modo particolare per la luce blu. Si tratta di una pessima abitudine per la salute in generale, ma gli studiosi adesso evidenziano anche le conseguenze non soltanto della necessità di restare perennemente connessi, ma anche in maniera più pratica dell’utilizzo di un dispositivo che emette costantemente luce quando si è in prossimità della fase del sonno.
Se ne parla da tempo, ma la verità è che lo smartphone utilizzato nelle ore serali, in modo particolare in quelle che precedono il sonno, non va a complicare soltanto le fasi successive, ma ha delle ripercussioni significative sugli occhi. La luce blu emanata dai dispositivi elettronici causa insonnia e malessere, ma va anche a danneggiare la vista.
Pericoli per la luce blu: cosa si rischia
Questo non vuol dire non utilizzare il dispositivo, perché è chiaro che al giorno d’oggi un’affermazione del genere sarebbe del tutto fuori luogo, ma limitarne l’utilizzo e, soprattutto, attivare tutte quelle procedure possibili, ad oggi studiate, per minimizzare i rischi, come ad esempio non tenere il dispositivo troppo vicino, non stare troppe ore con lo smartphone perennemente acceso, adattare l’illuminazione (quindi abbassarla), impostare un filtro per le luci blu e magari utilizzare anche una pellicola che possa schermare questi raggi.
La luce blu normalmente fa parte dello spettro naturale, quindi siamo esposti costantemente anche durante la giornata. È proprio perché smartphone e tablet ne emettono una quantità eccessiva e così intensa che chiaramente rende visibile lo schermo in qualunque condizione. Ovviamente, negli ultimi 20 anni abbiamo iniziato a esporre progressivamente, e sempre con maggiore incidenza, gli occhi a questo tipo di luce, in modo particolare con l’utilizzo di dispositivi elettronici.
Gli effetti a lungo termine al momento non si conoscono, perché chiaramente non ci sono le basi e gli studi sufficienti per poterli comprendere, ma sicuramente ci sono già degli effetti a breve termine legati alla vista. In modo specifico, ci sarebbe un legame con la degenerazione maculare precoce della retina, quindi si tratta di una condizione molto seria, non soltanto di qualche fastidio come secchezza o altro.
L’occhio umano è predisposto naturalmente a difendersi dagli effetti dannosi della luce. Questo vuol dire che la pupilla si restringe e le palpebre tendono a chiudersi, quindi lo sguardo si fatica quando c’è troppa luce e quando questa è troppo intensa. Ovviamente, la retina ne risente. Il fatto che noi ci esponiamo costantemente a questa luce è già un problema; se lo facciamo poi di sera, quando l’occhio si sforza ulteriormente, la questione si complica. Senza contare il fatto che è scientificamente provato che la luce blu sopprime la produzione di melatonina, un ormone fondamentale per il sonno, non soltanto per dormire, ma per garantire una modalità di sonno tale che possa essere fondamentale per la qualità della vita.