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Pacchi smarriti, quanto ti spetta di rimborso (mistergadget.tech)
Tutti fanno acquisti online e sarà capitato a chiunque di non ricevere il pacchetto, che di fatto viene smarrito per cause che possono essere molto diverse.
Non tutti sanno però che, nel momento in cui il corriere o comunque chi si occupa della consegna e dello smistamento dei pacchi non riesce a consegnare il prodotto, o non riesce a farlo rimanere nei tempi giusti, o comunque determina l’effettivo smarrimento del prodotto stesso, è tenuto a comunicarlo al cliente e anche a dare seguito a quelli che sono i diritti propri dei consumatori.
Ovviamente, il corriere non smarrisce volutamente il pacco. È chiaro che c’è tutta una filiera da rispettare, una serie di step che si devono affrontare e in cui possono capitare dei problemi, per cui il prodotto viene perso involontariamente, oppure subisce un ritardo molto importante, o c’è un problema al sistema logistico.
Pacchi smarriti in Italia, cosa fare
Secondo i dati, in Italia sono migliaia le spedizioni che ogni anno non riescono a raggiungere il destinatario, e le cause molto spesso sono errori nell’indirizzo (quindi nell’etichettatura), smarrimenti dovuti al trasporto, ma ovviamente non mancano chiaramente anche le frodi da parte di soggetti malintenzionati.
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La cosa importante però è che l’utente conosca in anticipo i suoi diritti, così da avvalersi delle conseguenze previste dalla normativa e quindi poter richiedere ciò a cui ha diritto. Appunto, in Italia, la legislazione, attraverso il codice del consumo e le normative europee, serve proprio a tutelare quello che è il ciclo dei pacchi che vengono inoltrati e ricevuti dagli utenti. In sostanza, quando un pacco viene smarrito, la legge impone dei termini precisi per segnalare il problema.
Quindi, l’utente è tenuto a farlo entro 30 giorni dalla data di spedizione. Nel caso in cui il corriere o il venditore non rispondano a questa segnalazione, si può effettuare un reclamo scritto, che deve avvenire tramite raccomandata o PEC. Se non viene preso in carico, si può procedere con le associazioni dei consumatori oppure il giudice di pace, a seconda di come si desidera procedere.
La cosa importante però da sapere è che, chiaramente, oltre al rimborso effettivo del prodotto (quindi il costo che si è pagato per l’acquisto), bisogna anche considerare un altro aspetto fondamentale. Si tratta infatti di una somma che viene corrisposta all’utente per il disturbo arrecato. Solitamente, infatti, quando ci sono delle problematiche di questo tipo, proprio per ovviare al problema e scusarsi, l’azienda può dare un piccolo buono sconto, una percentuale di sconto sui prossimi acquisti, un omaggio o, insomma, qualcosa per scusarsi con il cliente che magari non riceve il prodotto in tempo e quindi subisce un disagio. Ma dove questo però non avvenga, è lecito anche fare richiesta, soprattutto quando si tratta di prodotti di valore.
Ci sono diversi casi in Italia in cui, infatti, i giudici hanno stabilito che l’azienda dovesse versare dei danni al vettore. In alcuni casi può essere chiaramente condannato o comunque interpellato direttamente il venditore, in altri invece la responsabilità è dell’azienda dei trasporti, quindi praticamente della ditta che si doveva occupare della consegna del pacco. Ovviamente, diversa è la questione in cui c’è l’assicurazione sul pacco stesso, perché per alcune spedizioni è prevista e viene pagata a parte. Ma solitamente, queste sono condizioni che riguardano beni di particolare valore o comunque spedizioni tra privati.