Una novità del tutto inaspettata, soprattutto perché si parla di Amazon, che è il sito di e-commerce numero uno al mondo, più utilizzato da tutti e molto diffuso in Italia.
Potrebbe esserci una valanga di rimborsi in arrivo per i clienti Prime, ma non tutti sanno bene cosa sta accadendo. È per questo che bisogna definire con esattezza qual è la questione e, soprattutto, come probabilmente si svilupperà nei prossimi giorni.
Abbiamo visto che, in generale, i prezzi degli abbonamenti e dei servizi di streaming stanno continuando a salire, ed è chiaro che questa è una notizia che non fa piacere a nessuno, perché si tratta comunque di spendere sempre più soldi. Inoltre, bisogna considerare che molto spesso gli utenti sono abbonati a più di un piano, quindi chiaramente i costi da dover sostenere sono moltiplici e anche significativi.
Consumatori contro Amazon: come recuperare soldi
Tuttavia, c’è stata un’associazione che ha contestato l’aumento dei prezzi relativi all’abbonamento di Amazon Prime, che chiaramente non è rivolto soltanto allo streaming, ma offre tutta una serie di servizi legati principalmente proprio al sistema di e-commerce, come spedizioni veloci, possibilità di restituire articoli estesi e tutta una serie di opzioni di vario tipo che sono comunque ben accolti dagli utenti. Ora, però, devono spendere una cifra di circa 50 euro su base annua.
Il problema è che c’è stato un aumento del 30% rispetto al 2022, decisione che il marchio ha giustificato semplicemente dicendo che c’è stata una variazione dei costi relativamente all’inflazione. In modo particolare, però, alcuni paesi non sono stati pienamente convinti da questo momento, ed è per questo che il tribunale di Düsseldorf, quindi parliamo in modo specifico della Germania, ha deciso che i membri Prime che hanno fatto ricorso tramite questa associazione avessero ragione e che dovessero ricevere un rimborso economico effettivo pari a 62,70 euro su base mensile.
Una decisione che stravolge completamente le questioni, che è ovviamente un punto senza precedenti, perché Amazon in questo senso ha perso la battaglia legale e sarà costretta a rimborsare, come deciso appunto dalla sede legale. Il caso, però, è ancora più importante non tanto per la sentenza e quindi per il rimborso, che alla fine ha un’entità irrisoria, ma per quello che potrebbe significare e per quello che potrebbe accadere negli altri paesi d’Europa, e soprattutto per la visibilità di Amazon, che viene quindi sottoposta alla lente di giudizio degli utenti, che sono poi coloro che devono effettivamente pagare per i servizi.
La sentenza del 15 gennaio 2025 del tribunale di Düsseldorf ha ritenuto sostanzialmente che questa decisione di Amazon di aumentare i prezzi fosse illegittima, quindi che non ci fossero le basi economiche per porre un accento di questo tipo sui costi. In Italia, la modifica dei prezzi è stata motivata con la clausola numero 5 che si trova all’interno del contratto che gli utenti firmano, quindi con adeguamenti tecnici, innovazioni, sicurezza e altre motivazioni differenti. I consumatori italiani, comunque, che fossero intenzionati ad avere maggiori informazioni al riguardo, possono rivolgersi alle apposite associazioni di categoria.