Ci sono tantissimi sistemi di tracciamento che molto spesso gli utenti non conoscono e che sono direttamente attivati sui propri dispositivi.
Potrebbe sembrare una banalità o qualcosa a cui non porre particolare attenzione, eppure si tratta di casistiche molto serie che vanno prese con attenzione, poiché possono avere delle conseguenze e, soprattutto, possono invalidare tutti quelli che sono i sistemi volti proprio a determinare la privacy nell’utente finale.
Punto uno: uno degli ultimi elementi che è entrato a far parte del circuito degli accessori e dei gadget che utilizziamo ogni giorno sono gli hashtag, un prodotto molto facile e veloce da utilizzare che è stato generato da una serie di brand più o meno noti, con un costo che può variare dai pochi euro fino ai 30-35.
Ti spiano online? Come risolvere velocemente
Questi piccoli tracker sono molto comodi perché si possono attaccare, per esempio, allo zaino e consentono di avere sempre consapevolezza di dove si trovino gli oggetti personali. Sono, per esempio, indicati per chi perde sempre le chiavi o per chi non riesce a trovare determinati prodotti.
Ci sono dei sistemi appositi per il tracciamento che ne consentono, quindi, di individuare la posizione. È chiaro però che, nel momento in cui si tratta di sistemi di questo tipo, che sono determinati appositamente studiati proprio per consentire il tracciamento, si arriva a un problema: la possibilità che terzi utilizzino lo stesso schema per poter arrivare a informazioni personali.
Gli iPhone hanno un sistema integrato che avvisa l’utente se c’è qualcuno di sconosciuto che sta effettuando il tracking. Il problema, quindi, è soprattutto per i telefoni Android, che hanno una serie di bug da questo punto di vista, una serie di elementi che non sono stati coperti adeguatamente e che possono portare problemi, soprattutto quando si utilizzano dei tag non ufficiali.
Ci sono applicazioni apposite, anche di tipo gratuito, come Tracker Detect, che sono molto utili, in quanto consentono di utilizzare il telefono Android per andare a cercare oggetti che funzionano con la rete e che quindi potrebbero portare al riconoscimento di persone che tentano di connettersi, seguire o violare la privacy sfruttando proprio questi tracker.
Ovviamente, all’inizio bisogna fare attenzione a quello che si acquista, quindi a quale dispositivo si sceglie, perché strumenti da pochi euro potrebbero risultare vantaggiosi dal punto di vista del costo, ma non sicuri nell’utilizzo. Ed è chiaro che, nel momento in cui ci esponiamo, nel momento in cui rendiamo pubblico il nostro tracciamento, possono esserci delle ripercussioni. Quindi, è opportuno valutare in maniera considerevole quello che bisogna fare, come farlo e, soprattutto, quelle che possono essere le conseguenze di scelte che all’apparenza ci sembrano banali e senza problemi.