Tutti utilizziamo WhatsApp ogni giorno, non soltanto per parlare con amici e familiari, ma anche per colloquiare con colleghi e quindi in ambito professionale.
Tutti ritengono che WhatsApp sia chiaramente un’applicazione sicura, quindi si fidano di quello che può essere inoltrato. A volte anche troppo, perché, per quanto la struttura si basi sulla crittografia end-to-end, ovvero uno strumento che permette di impacchettare in maniera del tutto inviolabile ciò che viene inviato da un dispositivo all’altro, è pur vero che ci sono delle difficoltà di cui bisogna sempre prendere atto. WhatsApp non è inviolabile, non è sicuro al 100%.
Ma, di fatto, nessuna applicazione lo è, ed è per questo che gli utenti vengono sempre invitati a non inoltrare credenziali personali, password, documenti, fotografie di carte di pagamento e molto altro, che purtroppo continua a circolare attraverso tantissime app di messaggistica, non soltanto quelle legate ai social, ma anche WhatsApp, Telegram e molte altre.
Whatsapp, bug nell’App: come difendersi
Senza considerare le ripercussioni che possono avvenire nel momento in cui si determina una violazione, che può essere sia a livello proprio dell’applicazione, oppure in maniera generalizzata, nel momento in cui un hacker riesce a entrare nel telefono, in cui una connessione non è sicura, e quindi qualcuno penetra all’interno del dispositivo. Sono una serie di condizioni che sembrano sempre inverosimili eppure, prima o poi, succedono.
Adesso la questione però riguarda propriamente WhatsApp e, in modo specifico, un bug relativo ai messaggi effimeri, che era presente da tempo e che l’azienda avrebbe risolto da poco. Si tratta di uno strumento introdotto proprio da WhatsApp per andare ad aumentare la privacy degli utenti, consentendo a chi riceve il messaggio di visualizzare una sola volta la fotografia, il testo o comunque i contenuti che vengono inoltrati. Un modo per proteggersi, al patto che, ovviamente, l’altra persona non utilizzi applicazioni esterne apposite per andare a leggere sempre e comunque, oppure a visualizzare le foto, anche se queste vengono cancellate o rimosse, come in questo caso.
Lo scorso settembre, un ricercatore di sicurezza ha messo in luce questa problematica. In pratica, i file multimediali non venivano eliminati completamente dal dispositivo e questo comportava un pericolo, perché si potevano comunque, con una serie di azioni specifiche, recuperare e utilizzare per azioni improprie. Il problema, nello specifico, è che venivano salvati nella memoria temporanea del telefono. WhatsApp ha lavorato alla questione e l’ha risolta, ma di fatto, fino ad oggi, le fotografie, i messaggi e quant’altro sono sempre stati esposti e non ce ne siamo mai resi conto.
La questione quindi non è soltanto nel bug, che adesso può essere risolto semplicemente facendo l’aggiornamento automatizzato, ma è come questa problematica metta in luce proprio i pericoli che troppo spesso sottovalutiamo.