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Amazon raccoglie i dati degli utenti: cosa sta accadendo (mistergadget.tech)
Novità inaspettata per gli utenti Amazon, che si trovano di fronte a una notizia che potrebbe avere delle conseguenze rilevanti.
L’azienda è stata accusata di tracciare gli utenti, infatti mediante delle applicazioni di terze parti, senza però il consenso degli stessi. È stata quindi citata in giudizio con l’accusa di monitorare in modo occulto i movimenti degli utenti. Questo accade in particolare attraverso l’applicazione, quindi attraverso lo smartphone, andando a raccogliere i dati sensibili per poi rivenderli.
È stata intrapresa un’azione legale da parte di un individuo singolo, ma potrebbe ben presto diventare una class action, poiché, secondo quanto si apprende dalle fonti, Amazon avrebbe ottenuto accesso non autorizzato a dispositivi, nello specifico mediante il proprio Amazon ADS SDK, un pacchetto che viene fornito agli sviluppatori di terze parti.
Amazon raccoglie i dati degli utenti: cosa sta accadendo
Il codice integrato in tantissime applicazioni consente appunto poi la raccolta dei dati. Questa in particolare guarda la posizione geografica, il luogo in cui gli utenti vivono, lavorano, dove fanno acquisti, come fanno acquisti e, chiaramente, tutte quelle informazioni che comunemente vengono raccolte a fini pubblicitari.
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Il documento, come riporta Reuters, sottolinea come questa raccolta delle informazioni, però, in questo caso non tenga conto solo dei dati comuni, ma anche di dati sensibili, come orientamento religioso, condizione di salute, preferenze personali. Ma soprattutto, viene effettuata senza il consenso dei consumatori. La denuncia è stata presentata da un utente residente a San Mateo, in California, e in particolar modo riguarda un’applicazione dal nome Speed Test by Ookla, che sarebbe stata installata sul suo telefono e che avrebbe dato poi seguito a questa raccolta dati.
Negli ultimi anni c’è stata una maggiore attenzione verso i dati personali e, quindi, anche verso le aziende e l’utilizzo che ne viene fatto. Appunto, proprio di recente sono stati effettuati degli studi negli Stati Uniti su come le smart TV raccolgano dati in modo continuo su quello che guardano gli utenti, facendo screenshot ogni pochi secondi per avere una guida su ciò che le persone preferiscono, per poi indirizzare la pubblicità. Il problema, però, è sempre distinguere tra quello che viene accettato dall’utente finale e quello che non è stato accettato. Ovviamente, molti altri si sono uniti all’utente, quindi prenderà vita la class action con possibili rimborsi per tutti, là dove, ovviamente, venga approvato e determinato che Amazon ha effettivamente effettuato questa raccolta dati senza consenso.
Un altro punto critico è che molto spesso la raccolta dei dati viene consentita dagli utenti, che tendono talvolta ad accettare questioni senza prima leggere con attenzione quello che viene scritto. Il principale infatti è dato dalla facilità che abbiamo generato tutti nel cliccare su “Ok, accetta”, senza effettivamente aprire gli elementi contrattuali e senza andare oltre. Quindi, al di là di quella che è la questione di Amazon, poiché si tratta di una situazione importante che riguarda tutti, è necessario analizzarla con attenzione. È importante capire che va generata nel tempo una maggiore consapevolezza di quello che si fa e di come si utilizzano in prima persona i dati personali.