Anche se gli utenti vengono spesso allarmati sulla pericolosità delle app, bisogna dire che, nell’atto pratico, molto spesso sottovalutano il problema.
Le ultime notizie parlano in modo specifico di un’applicazione che rappresenta il trend del momento: tutti la stanno scaricando, è un vero successo, pronta a cambiare le sorti di tutto quello che conoscevamo, soprattutto in un periodo così delicato, dove l’intelligenza artificiale sembra aver stravolto tutto.
La questione adesso è tutta su Deepseek, una società di intelligenza artificiale cinese che ha fornito l’applicazione anonima, che si è diffusa in pochissimo tempo in tutto il mondo e che sembra destinata a scardinare tutte le altre.
L’App che preoccupa l’Italia: nuovo provvedimento
Il Garante per la Privacy ha richiesto delle informazioni specifiche sia sull’attività dell’applicazione, sia su come sta raccogliendo i dati degli italiani e soprattutto per quali finalità. Anche gli Stati Uniti sono entrati immediatamente in allarme dopo la diffusione di questa applicazione, che si è diffusa a macchia d’olio veramente rapidamente.
Il provvedimento del Garante ripete quello che era accaduto con ChatGPT nel 2023, però, mentre in quel caso ci fu la sospensione immediata, quindi il servizio in Italia non era utilizzabile all’inizio ed è stato il primo paese al mondo a prendere questo tipo di decisione, in modo particolare per un bug che era stato rilevato, per il quale OpenAI aveva proprio annunciato una perdita di dati consistente, in modo particolare relativi alle conversazioni degli utenti avute con il sistema.
In questo caso, il Garante non ha bloccato, ma ha sicuramente richiesto delle informazioni, considerando in modo specifico l’eventuale rischio elevato che milioni di persone in Italia, scaricando l’applicazione, potrebbero avere nel maneggiare i propri dati, senza sapere esattamente quali sono le finalità per cui vengono raccolti. L’autorità italiana vuole anche sapere come saranno utilizzati questi dati, come funziona questo sistema di intelligenza artificiale, quindi dove finiscono i dati degli iscritti.
La richiesta di informazioni è ovviamente lecita, perché il dilagare di questo nuovo servizio crea molta preoccupazione. La società avrà 20 giorni di tempo per fornire le informazioni richieste dal Garante per la Privacy e, in generale, chiaramente bisogna fare attenzione alla politica sulla privacy che viene adottata da ogni singolo sito. Anche se tutti molto spesso si abbonano senza limiti, senza guardare, senza leggere, senza notare dove vanno a finire i propri dati personali, come vengono usati, a chi vengono forniti, è importante, soprattutto oggi, quando si vanno a scaricare queste tipologie di applicazioni, fare attenzione e capire bene qual è la finalità e con chi si stanno condividendo questi dati personali.
La politica sulla privacy dell’azienda in questione non è molto chiara e questo sicuramente ha destato una certa attenzione. La cosa particolare che chiaramente spinge ad avere timori è con chi questi dati vengono condivisi. Quindi, se con i partner pubblicitari, con altre persone, con altri enti, è ovvio che il Garante, per tutelare gli italiani, vuole comprendere tutti questi dettagli.