
Utenti spiati, cosa è successo (mistergadget.tech)
Una notizia piuttosto preoccupante riguarda la possibilità di essere spiati su WhatsApp, si è diffusa rapidamente, creando chiaramente preoccupazione tra gli utenti.
Questo perché tutti lo utilizzano nella vita di tutti i giorni e che quindi si trovano a fare i conti con qualcosa che potrebbe potenzialmente riguardarli in prima persona. Negli ultimi anni si parla sempre con maggiore attenzione della sicurezza online, del condividere informazioni, di non avere elementi pericolosi sui profili, né tantomeno sui propri dispositivi, come ad esempio le foto delle carte di pagamento, i dati personali e le password di accesso.
Ma è importante anche comprendere non soltanto tutto ciò che riguarda il mondo dell’illecito, quindi il potenziale attacco degli hacker e tutto ciò che avviene in un senso estremo, ma anche tutto quello che riguarda la vita di ogni giorno attraverso le applicazioni che andiamo a impiegare, sempre e comunque, sia nella vita privata che sul lavoro. In più, dobbiamo considerare tutto quello che facciamo inconsapevolmente, a cui diamo l’ok, cose che accettiamo nel momento in cui scarichiamo le applicazioni, i sistemi, i programmi, e di cui però non ci rendiamo conto fino a quando non si palesa un dato problema.
Whatsapp, attenzione a questo pericolo
Recentemente, un caso ha sicuramente attirato particolare attenzione, perché riguarda proprio WhatsApp. Si tratta di una vulnerabilità che avrebbe consentito di spiare giornalisti e attivisti senza permesso. La cronaca ne ha parlato in maniera piuttosto diffusa ed è chiaro quindi che gli utenti si siano chiesti come sia stato possibile, cos’è accaduto, se si è trattato di un bug dell’applicazione, se quindi questa non è sicura e bisogna rivolgersi ad altro, oppure se sia stato un sistema esterno. È quindi importante fare chiarezza.

WhatsApp è un’applicazione perfettamente sicura, con crittografia dei contenuti. Questo vuol dire che, anche se violati, i messaggi non possono essere letti né tantomeno scaricati, perché sono protetti da un codice che non è leggibile. Si tratta piuttosto di sistemi esterni. In questo caso, i pericoli arrivano da quelli che vengono chiamati spyware.
Ci sono diverse tipologie di spyware: quelli classici e quelli avanzati. Gli spyware classici esistono da anni e purtroppo sono molto difficili da arginare, perché vengono installati attraverso link, PDF che vengono scaricati, e applicazioni non sicure che possono arrivare sullo smartphone dell’utente. Questi spyware determinano l’accesso da parte di terzi, che hanno quindi la possibilità di monitorare le attività dello smartphone, rubare password e dati sensibili. Ci sono poi gli spyware avanzati, molto più sofisticati, che non necessitano di alcuna interazione. Questo vuol dire che vengono installati automaticamente attraverso delle falle di sistema nelle applicazioni o nei sistemi in uso.
In generale, comunque, uno spyware può intercettare le chiamate, i messaggi, registrare e accedere alla fotocamera, al microfono, raccogliere le password e le credenziali, monitorare la posizione GPS, scaricare i file e tutto quanto è presente nello smartphone. Quindi, sostanzialmente, è un rischio enorme.
Per proteggersi da questo tipo di problematiche, bisogna sempre aggiornare il sistema operativo sia del computer che dello smartphone e, addirittura, anche delle televisioni. Bisogna fare attenzione a non cliccare su link sospetti, a non cliccare su immagini che arrivano da contatti che non si conoscono. È sempre importante fare attenzione a quello che si condivide, come si condivide, limitare le autorizzazioni delle applicazioni. Anche laddove si tratti di prodotti perfettamente sicuri, bisogna limitare l’accesso. È fondamentale usare l’autenticazione a due fattori e monitorare sempre, attraverso il consumo della batteria, come si muovono, come funzionano le applicazioni, e notare se ci sono anomalie o eventuali cambiamenti.