Bollette, anche se digitali vanno conservate: ecco per quanto tempo o rischi di dover pagare nuovamente

Bollette digitali, come gestirle (mistergadget.tech)
Le bollette ormai sono pagate sempre più in forma digitale. Questo sicuramente è un grande vantaggio, perché rende la procedura molto più comoda e veloce.
Tuttavia, bisogna chiarire anche come essenzialmente vi siano delle condizioni a cui bisogna sempre fare fede. Nello specifico, si tratta infatti delle tempistiche propriamente utili per la conservazione delle bollette e, quindi, in maniera particolare, del lavoro che bisogna fare per mettersi in sicurezza in caso di eventuali controlli o altri problemi di questo tipo.
Normalmente, per le bollette tradizionali, infatti, ci sono delle tempistiche specifiche che vengono indicate come ottimali per gli utenti, soprattutto quando si tratta di utenze come luce, gas e acqua, per la conservazione dei documenti. Questo serve perché, in caso di problematiche, come ad esempio pagamenti non rilevati, si ha modo di dimostrare il contrario, quindi che effettivamente c’è il documento che attesta questo pagamento.
Bollette digitali: quanto bisogna conservarle
Tuttavia, quando si pagano le bollette in forma digitale, la questione cambia, perché non c’è più il bollettino da pagare, né la ricevuta che viene messa direttamente. Quindi, è chiaro che la questione si complica: molti pensano che non sia problematico e quindi non conservano assolutamente niente. Ma anche se non è sostanzialmente obbligatorio è consigliabile. Quindi, c’è un margine di tempo in cui è sempre opportuno conservare tutti i documenti, per poterli avere nei casi in cui subentrano determinate problematiche, così da avere il modo di dimostrare immediatamente senza dover fare troppe ricerche e quindi mettersi in sicurezza.

Infatti, se ci fosse un problema grave e, laddove il pagamento non venisse rintracciato, l’utente si troverebbe nella situazione di dover pagare nuovamente quanto dovuto. Ovviamente, si tratta di una condizione estrema, perché nella maggior parte dei casi, anche quando il pagamento viene effettuato in forma digitalizzata, ci sono comunque degli escamotage per poter arrivare alla prova del pagamento. Un esempio è andare in banca e richiedere la distinta di pagamento attraverso una ricerca sui sistemi, oppure andare direttamente nelle applicazioni. Quindi, ad esempio, se si è utilizzata l’applicazione nazionale per pagare, piuttosto che quella del relativo fornitore, si può fare fede ai documenti che vengono direttamente prelevati da questi.
La prescrizione dei controlli è prevista per due anni per quanto riguarda le bollette di luce e gas, mentre per le altre si parla di 5 anni. Sicuramente, la questione delle bollette da conservare è molto variabile, perché oggi si fa soprattutto riferimento al sistema pagoPA, poiché non viene di fatto scaricato un vero e proprio bollettino. Il consiglio è quello di fare uno screenshot del pagamento, così da avere comunque un documento, oppure di andare nel proprio home banking per scaricare la ricevuta del pagamento. In alternativa, si può andare a richiedere direttamente al fornitore una prova dell’avvenuta compensazione.