
Controlli sui telefoni (Mistergadget.tech)
Le perquisizioni sui dispositivi personali sono sicuramente qualcosa che preoccupa tutti, dal momento che si tratta di una vera e propria invasione della propria privacy.
Ovviamente, i dispositivi, che si tratti di uno smartphone, un tablet o di un computer, vengono sottoposti di norma al controllo quando si passano i punti di check-in per accedere all’interno dello scalo. Tuttavia, in questo caso si tratta di un controllo capillare e quindi non soltanto di quello che viene effettuato di norma attraverso gli scanner predisposti, ma con vere e proprie perquisizioni dei dispositivi, cosa che chiaramente ha aumentato la soglia di preoccupazione degli utenti e sta destabilizzando tutti i viaggiatori.
Sappiamo da informazioni raccolte nel tempo che è normale il controllo dei bagagli e dei dispositivi personali ed infatti, nel momento in cui si viaggia, anche i dispositivi tecnologici vengono riposti all’interno dei contenitori che passano attraverso il check-in di controllo.
Perquisizioni sui telefoni e controlli a tappeto: viaggiatori nel panico
Questione diversa è ovviamente di quello che può accadere dopo. Molti utenti non sono correttamente informati e infatti è lecito da parte delle forze dell’ordine avere la possibilità di controllare i dispositivi e non è un caso se c’è l’obbligo di viaggiare sempre con questi dispositivi carichi.

Questo proprio per dare la possibilità , in caso di controllo, di accedere ad un prodotto in grado di accendersi effettivamente e quindi di funzionare. Adesso però la situazione riguarda un caso diverso ed è per questo che sta aumentando la preoccupazione. Le perquisizioni si sono fatte sempre più insistenti negli aeroporti degli Stati Uniti ed è chiaro che per tutti i viaggiatori che si dirigono verso queste destinazioni cresce la paura. Dopotutto, in particolare alcune zone dell’America, come New York, hanno da sempre attenzionato l’utenza italiana e hanno rappresentato anche un sogno per tantissimi, che ora si trovano però a vivere un vero e proprio incubo.
Questa è una prassi sempre più frequente, anche se chiaramente bisogna comprendere cosa rientra nel profilo della privacy e quindi della sicurezza per chi viaggia. È giusto partire informati. I dati riportati dal Guardian fanno presente che soltanto nel 2004 sono stati acquisiti 47.000 dispositivi su una media di 420 milioni di persone che sono transitate al confine, quindi si tratta comunque di controlli limitati. Ora, con la nuova amministrazione, la cosa sembra molto più serrata e quindi anche all’interno degli aeroporti c’è una frequenza di controlli che per un viaggiatore potrebbero risultare magari fuori luogo o eccessivi, ma nel momento in cui si viaggia verso determinate destinazioni, è giusto comprendere cosa aspettarsi.
Quello che è lecito fare, quindi che cosa ci si può aspettare, sicuramente dei controlli di base, quindi ad esempio l’esame di contenuti visivi, la ricerca avanzata, quindi strumenti appositi per andare a copiare o analizzare determinati contenuti. In generale, ovviamente, è bene farsi trovare preparati, questo vuol dire adottare tutte le precauzioni del caso, ad esempio crittografare i dispositivi, spegnere i dispositivi, eliminare dati sensibili che ovviamente non si vuole condividere con gli altri, archiviare sul cloud e usare delle password lunghe e complesse. Ovviamente, tra quello che è lecito fare e gli eccessi che possono in qualche modo spaventare gli utenti, c’è un margine molto sottile a cui bisogna fare attenzione.