
Allarme TV, fioccano multe: da 750 a 1500 euro (Mistergadget.tech)
Nuovo allarme per quanto riguarda le TV e, questa volta, relativamente a una nuova ammenda che è stata predisposta e che chiaramente richiede delle spiegazioni, dei chiarimenti per tutti.
Quando si parla di contenuti multimediali, in modo particolare di televisione, tutti sono attenzionati, perché chiaramente è un sistema diffuso e visibile. Non stiamo parlando però di qualcosa che risulti essere relativo in qualche modo al canone RAI, che chiaramente viene corrisposto attraverso modalità apposite, ma di una multa che può andare dai 750 ai 1500€ ed è pensata per i trasgressori di legge, quindi per coloro che si trovano in maniera particolare a fare uso di piattaforme che consentono di vedere determinati contenuti in maniera fraudolenta.
Il fenomeno delle IPTV, ovvero delle Internet Protocol Television, si è esteso a macchia d’olio negli ultimi anni. Va chiarito in prima istanza che in realtà l’IPTV, quindi il segnale che va a utilizzare, non è di per sé un segnale che viene utilizzato e soprattutto strutturato per scopi fraudolenti, in realtà è l’uso che se ne fa per creare questi sistemi in cui si captano i segnali televisivi che in realtà poi determina effettivamente la frode.
Allarme TV: scattano multe
Gli utenti che fanno uso di questi sistemi sono in crescita, molti non pensano nemmeno che si tratti di vere e proprie operazioni illecite, eppure quello che in Italia viene definito come “pezzotto” è un sistema illegale, in realtà non solo in Italia, ma in tutta Europa, ed è per questo che si stava lavorando duramente proprio per abbattere il fenomeno, che non soltanto lede i diritti di tutti coloro che invece vanno ad acquistare i prodotti pagando, magari facendo anche un sacrificio di tipo economico per godere di determinati contenuti, ma vede anche quelli che sono i diritti relativi a chi produce, a chi lavora, ma ovviamente a tutto l’impegno, la macchina che c’è dietro per arrivare a quel prodotto finale.

Siamo abituati ad assecondare un po’ l’idea secondo cui questi problemi, o meglio il “pezzotto”, siano legati unicamente agli eventi calcistici, in realtà, anche se questi hanno una cassa di risonanza enorme, non si tratta solo di questo, si tratta pure di altri tipi di canali come ad esempio film e contenuti audiovisivi in generale. Secondo le autorità, i “furbetti” che adottano ancora oggi questo sistema sono tantissimi, nonostante le ammende previste, in realtà le violazioni continuano. Appunto, per contrastare il fenomeno, sia in Italia che non, i controlli ormai sono a tappeto.
Nel caso specifico, la Grecia ha portato avanti una dura battaglia, tanto da determinare come anche il semplice possesso dell’applicazione, anche senza l’effettivo utilizzo da parte del cittadino, sia ritenuto come illegale e di conseguenza punibile con la relativa ammenda. Al momento, ovviamente, questa stretta è stata determinata solo in Grecia, non è chiaro se in futuro una simile decisione possa essere estesa o meno anche all’Italia e quanto sia fattibile, ma di sicuro bisogna fare un discorso complessivo, quindi capire dove stiamo andando, come si stanno muovendo le situazioni di controllo e verifica e anche capire bene che cosa si può effettivamente fare, cosa è legale e quindi che tipi di abbonamenti possono essere oggettivamente sottoscritti e cosa invece rientra nella sfera dell’illegalità.