
Google Pixel 9a teardown (mistergadget.tech)
Il primo teardown del Google Pixel 9a mostra una riparabilità contrastante: facile accesso al display, ma componenti interni complicati da sostituire.
Il Google Pixel 9a, presentato di recente, è già finito sotto i ferri per un’analisi dettagliata della riparabilità. Il primo teardown condotto sul dispositivo rivela una situazione piuttosto contrastante: alcuni componenti sono facilmente accessibili, mentre altri risultano più difficili da sostituire, lasciando un bilancio misto sulla manutenzione del device.
Display facilmente sostituibile
Uno dei punti positivi messi in evidenza riguarda il modulo display. Google ha scelto un’architettura che consente di rimuovere il pannello senza dover accedere all’intero comparto posteriore, rendendo la sostituzione del displayun’operazione più semplice rispetto a molti altri smartphone nella stessa fascia.
Questo approccio facilita la riparazione di uno dei componenti più vulnerabili agli urti accidentali, con vantaggi evidenti in termini di costi e tempi di intervento per i centri assistenza o per gli utenti più esperti.
Batteria e componenti incollati
La situazione cambia drasticamente con altri elementi interni, in particolare per quanto riguarda la batteria e le componenti collegate alla scheda madre. Il teardown evidenzia l’uso abbondante di adesivi e cavi flat molto delicati, che rendono la rimozione della batteria particolarmente complessa e potenzialmente rischiosa per chi non ha dimestichezza.
Anche la gestione termica del dispositivo, pur migliorata rispetto alle generazioni precedenti, non favorisce la modularità: la presenza di piastre termiche fisse complica ulteriormente l’accesso diretto a chip e connettori interni.

Modularità limitata
Un altro aspetto critico riguarda la modularità generale del dispositivo. Alcuni componenti come gli altoparlanti, la porta USB-C e le fotocamere sono difficili da raggiungere senza un disassemblaggio completo, richiedendo tempo e aumentando la possibilità di danneggiare altri moduli durante l’operazione.
Inoltre, nonostante la scelta di viti standard e l’assenza di colla epossidica permanente, la necessità di rimuovere completamente la scheda madre per raggiungere alcune parti limita la facilità di intervento. Il teardown suggerisce che riparare il Pixel 9a richiede comunque una buona dose di esperienza e strumenti specifici.
Materiali e costruzione solida
Sul fronte della costruzione, però, il Google Pixel 9a continua a mostrare una qualità costruttiva solida, con materiali ben assemblati e una scocca resistente. Questo aspetto, pur non facilitando la riparazione, contribuisce a una maggiore durabilità complessiva del dispositivo.
Il bilancio del primo teardown sul Pixel 9a è dunque contrastante: se da un lato la facilità di accesso al displayrappresenta un passo avanti per la riparabilità, dall’altro la complessità nel raggiungere componenti chiave come la batteria o le fotocamere ne limita l’accessibilità.
Per gli utenti attenti alla manutenibilità fai-da-te, il Pixel 9a si presenta come un dispositivo che offre alcuni vantaggi, ma che non raggiunge la piena modularità auspicata da chi cerca un telefono semplice da riparare. Un dispositivo, quindi, che trova un equilibrio tra qualità costruttiva e accessibilità, ma che resta più adatto agli interventi professionali che alle riparazioni casalinghe.