Samsung Exynos 2600 cosa sappiamo, chipset a 2 nanometri (mistergadget.tech)
Samsung raggiunge un tasso di resa del 40% per il chip Exynos 2600 a 2nm. Il SoC potrebbe alimentare i Galaxy S26 nel 2026.
Samsung ha raggiunto un traguardo importante nello sviluppo della sua prossima generazione di chip con processo produttivo a 2nm. Secondo quanto riportato, il tasso di resa (yield rate) del SoC Exynos 2600 ha superato il 40%, aprendo la strada a una possibile integrazione nella futura serie Galaxy S26, attesa per l’inizio del 2026. Questo dato segna un significativo progresso per l’azienda sudcoreana, che punta a colmare il divario con i rivali TSMC e Apple nella corsa ai chip più avanzati.
Il yield rate rappresenta la percentuale di chip funzionali prodotti in ogni lotto. Superare la soglia del 40% è considerato un passo fondamentale per poter passare da una produzione pilota a una produzione di massa economicamente sostenibile. In particolare, Samsung Foundry sta lavorando alla GAA (Gate-All-Around), una nuova architettura dei transistor che consente un maggiore controllo sul flusso di corrente, migliorando al tempo stesso prestazioni e consumi.
Secondo fonti vicine al settore, l’azienda sudcoreana ha impiegato mesi per affinare il processo a 2nm, e l’attuale livello di resa, pur non paragonabile a quello delle tecnologie più mature, rappresenta un progresso stabile e incoraggiante. L’obiettivo dell’azienda è di aumentare il tasso di successo produttivo oltre il 60% prima dell’inizio della produzione di massa, prevista entro la metà del 2025.
Il chip Exynos 2600, nome ancora non confermato ufficialmente, dovrebbe rappresentare un ritorno in grande stile per la divisione semiconduttori mobile di Samsung. Dopo alcune generazioni altalenanti e una temporanea esclusione dai modelli Galaxy S23 in favore di Qualcomm Snapdragon, Samsung punta ora a rilanciare la propria linea Exynos nei flagship grazie a questo nuovo SoC.
Fonti del settore suggeriscono che il processore potrebbe debuttare in alcune varianti regionali della serie Galaxy S26, attesa nel primo trimestre del 2026. Come da tradizione, Samsung potrebbe adottare una strategia dual chip: Snapdragon per Nord America e Cina, Exynos per Europa, Corea e altri mercati.
Questo approccio, già utilizzato in passato, consente all’azienda di controllare meglio la filiera produttiva e di aumentare i margini di profitto. Tuttavia, la riuscita dell’Exynos 2600 sarà strettamente legata non solo alle prestazioni grezze, ma anche all’efficienza energetica e alla qualità della GPU integrata.
Il passaggio al nodo a 2nm offre benefici concreti in termini di potenza ed efficienza. Rispetto al processo a 3nm, il 2nm GAA di Samsung dovrebbe consentire un aumento delle prestazioni fino al 15%, una riduzione dei consumi energetici del 30% e una densità del transistor superiore del 35%. Questi miglioramenti sono cruciali per soddisfare le esigenze crescenti di IA generativa, elaborazione video, gaming avanzato e connettività 5G e 6G.
La tecnologia GAA sostituisce la più tradizionale FinFET e rappresenta un punto di svolta nella miniaturizzazione dei chip. A differenza dei design precedenti, GAA consente ai gate di circondare completamente il canale del transistor, migliorando la gestione del segnale e riducendo le perdite di energia.
Samsung è il primo produttore a tentare la produzione in volumi su scala industriale con GAA a 2nm, superando la fase sperimentale. Anche se TSMC ha annunciato i suoi piani per il 2nm con gate all-around, la produzione è prevista solo a partire dal 2026, dando a Samsung un margine temporale per posizionarsi come riferimento tecnologico.
Se confermato, l’utilizzo dell’Exynos 2600 a 2nm nella serie Galaxy S26 rappresenterebbe un cambio di passo notevole per Samsung. Dopo anni di critiche agli Exynos per performance inferiori rispetto ai Snapdragon, il brand sudcoreano ha bisogno di dimostrare di essere ancora competitivo sul fronte del silicio.
Inoltre, un SoC a 2nm firmato Samsung, con yield rate accettabile e prestazioni di livello, permetterebbe all’azienda di offrire un’esperienza d’uso uniforme tra le diverse regioni, riducendo le discrepanze che hanno storicamente penalizzato l’immagine del brand.
Con la concorrenza di Apple, Qualcomm e MediaTek più agguerrita che mai, l’Exynos 2600 potrebbe diventare il banco di prova per il futuro dell’intera divisione semiconduttori mobile di Samsung.
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