
Recensione The First Berserker: Khazan: il nuovo action-RPG che sfida i colossi del genere (MisterGadget.Tech)
The First Berserker: Khazan è un gioco spuntato praticamente dal nulla, che però colpisce dritto al cuore dei fan hardcore
+ Idee che vengono sbloccate regolarmente a scandire la progressione
+ Sensazioni di combattimento irreprensibili
+ Combattimenti con i boss super riusciti
+ Una visione flessibile degli action-RPG
+ Cure ovunque, anche nelle missioni secondarie
+ Grande contenuto, grande durata (60-70h)
+ La presenza di una modalità Facile
– Direzione artistica e comporto tecnico un po’ datati
Annunciato durante i The Game Awards 2023, The First Berserker: Khazan rappresenta il primo passo di Neople e Nexon nel portare l’universo di Dungeon Fighter in un genere completamente nuovo. Se Dungeon Fighter è un pilastro dei beat’em up 2D (e proprio da Dungeon Fighter Online arriva Khazan, il protagonista che impersoniamo), questo nuovo titolo cambia decisamente registro.
Parliamo di un action-RPG 3D hardcore, con una chiara ispirazione a giochi come Nioh e la serie Souls, visuale in terza persona e un’atmosfera decisamente più cupa rispetto agli altri capitoli del franchise. Il gioco è atteso su PC, PlayStation 5 e Xbox Series X|S, anche se una data precisa non è ancora stata comunicata (il 27 marzo 2025 menzionato in precedenza potrebbe non essere aggiornato).
Indice
Un eroe caduto in cerca di vendetta
L’atmosfera si fa subito cupa: Khazan, nonostante la sua stazza imponente, non se la passa affatto bene all’inizio del gioco. Lo troviamo gravemente ferito sul retro di un carro, tendini recisi, probabilmente diretto verso la sua fine. Ma il destino, si sa, è imprevedibile. Un’entità spettrale interviene, lo aiuta a fuggire e gli conferisce poteri oscuri.
Nasce così un’alleanza inaspettata: Khazan, un tempo generale rispettato e ora ingiustamente accusato di tradimento, cerca vendetta, mentre il suo nuovo alleato spettrale mira a ristabilire un equilibrio nell’Oltremondo. Per Neople e Nexon, è il pretesto perfetto per costruire livelli pieni di nemici e ambientazioni suggestive.
Struttura familiare, ma efficace
La struttura di The First Berserker prende chiaramente spunto da Nioh. Il gioco è suddiviso in missioni che si sbloccano progressivamente su una mappa del mondo. Ognuna di queste missioni segue i canoni del level design à la Souls: percorsi lineari ma non troppo (durata media intorno all’ora e mezza), qualche diramazione, scorciatoie da sbloccare, punti di ristoro (qui chiamati Lame Nexus, i nostri “falò”) e, immancabilmente, un boss alla fine.

Quasi tutte le missioni principali seguono questo schema, con alcune missioni secondarie che offrono variazioni sul tema, spesso riutilizzando e remixando abilmente ambientazioni e boss già visti. Tra una missione e l’altra, si torna a un hub centrale per gestire l’equipaggiamento e interagire con gli NPC.
Qualche nota tecnica
Come avrete intuito dalle immagini, Khazan non punta a stupire con una grafica spacca-mascella e la direzione artistica, pur guadagnando carattere verso la fine, appare inizialmente un po’ generica. Su PS5, il gioco offre una modalità Qualità a 30 fps e una modalità Performance a 60 fps.
Consigliamo caldamente quest’ultima, sebbene non sia perfetta: abbiamo notato qualche calo di frame rate durante i combattimenti più affollati e ricchi di effetti. Per il resto, l’esperienza è stata solida, senza bug o problemi tecnici rilevanti da segnalare.
Ritmo e progressione azzeccati
Questa struttura a missioni potrebbe sembrare un po’ “datata”, specialmente dopo l’avvento di Elden Ring, e in parte lo è. Ma la verità? Non ce ne siamo quasi accorti. Nelle circa 60 ore necessarie per finire la storia principale (che diventano circa 80 per completare tutto), il tempo è volato. The First Berserker non scade mai nel “riempitivo” – pur riciclando parte del suo bestiario – e tutto ciò che fa, lo fa con notevole maestria e senso del ritmo. Certo, il level design e la direzione artistica non saranno i più originali sulla piazza, ma Neople riesce sempre a inserire qualche “twist”: un posizionamento astuto dei nemici, l’introduzione di nuove minacce, variazioni nell’atmosfera o nell’architettura dei livelli. Anche le sotto-trame contribuiscono a mantenere alta la curiosità.

Un dettaglio interessante: all’interno di ogni missione principale, le Lame Nexus (i checkpoint) segnano spesso una transizione netta tra diverse sezioni dell’area, introducendo i cambiamenti di cui parlavamo. Inoltre, pur avendo una trama da portare avanti, il gioco non si perde in chiacchiere inutili e lascia al giocatore la libertà di approfondire o meno i dialoghi secondari. Insomma, Khazan sa di essere un action-RPG e che il cuore dell’esperienza è menare le mani, ma è anche consapevole che servono molti altri elementi per rendere il tutto davvero appagante. E questi elementi ci sono tutti.
Boss Fight: il cuore della Sfida
Lo stesso discorso vale per i boss. Sebbene la loro presenza sia prevedibile (uno alla fine di ogni missione principale), Neople si è impegnata per rendere ogni scontro memorabile. Oltre a un lavoro eccellente sull’animazione dei nemici e sulla loro leggibilità a schermo (cosa che vale per quasi tutto il bestiario), sono ancora una volta piccole idee di design a fare centro. Pensiamo a un nemico massiccio che usa la sua stessa stazza come arma, o a una maga acquatica i cui movimenti ricordano quelli di una medusa. Per darvi un’idea, ci sono circa 16 boss unici di questo calibro.

D’altro canto, questi scontri vi ricorderanno presto perché The First Berserker viene definito “hardcore”. Abbiamo passato ore su alcuni boss, costretti a imparare a memoria pattern, anticipare reazioni, sfruttare ogni finestra d’attacco e padroneggiare la parata. È una filosofia di design pienamente abbracciata da Neople. Noi abbiamo apprezzato la sfida, ma dobbiamo ammettere che alcuni combattimenti, specialmente nelle fasi finali, hanno messo a dura prova i nostri nervi.
Accessibilità e aiuti
Se la sfida dovesse rivelarsi troppo ostica, gli sviluppatori hanno incluso una modalità Facile, cosa non così comune nel genere. In modalità Facile, la stamina si rigenera più velocemente, si subiscono meno danni e la “Combattività” (la risorsa per le abilità speciali) si ricarica prima. Questo semplifica le cose, ma non aspettatevi una passeggiata: dovrete comunque studiare i nemici. Attenzione però: una volta scelta la modalità Facile, non si può più tornare alla difficoltà Normale in quella partita.
Niente multiplayer diretto, ma c’è un aiuto. Come in Lies of P, prima di ogni boss è possibile evocare uno spettro alleato (basta avere l’oggetto necessario, facilmente reperibile) che può anche essere potenziato. Esiste anche una modalità Allenamento per fare pratica contro i nemici comuni, ma non è possibile “provare” un boss senza rischi prima dello scontro vero e proprio.
Flessibilità RPG: la chiave per progredire
Ma The First Berserker offre diversi strumenti per incoraggiarvi a non mollare. Innanzitutto, ogni tentativo contro un boss, anche se fallito, vi frutta una piccola quantità di esperienza (qui chiamata Lacrima). Non è moltissimo, ma permette di guadagnare qualche livello e non dà la sensazione di “sbattere la testa contro il muro” inutilmente. Ma il vero punto di forza è la flessibilità del sistema RPG. Il gioco include 4 alberi delle abilità (uno per tipo di arma – lame doppie, spadone, lancia – e uno generale per il personaggio) dove è possibile apprendere e “dimenticare” le abilità a piacimento e senza costi.

Questo significa che non ci sono scelte definitive (tranne la difficoltà). Se siete bloccati, forse state usando l’approccio sbagliato. Potete resettare completamente le abilità di un’arma o persino i punti statistica del personaggio (con l’oggetto giusto) e sperimentare nuove strategie. Trovare la combinazione giusta e vederla funzionare è estremamente soddisfacente.
Loot e equipaggiamento
Anche l’equipaggiamento gioca un ruolo fondamentale. La maggior parte delle armature appartiene a set specifici: indossando più pezzi dello stesso set si sbloccano bonus importanti (ad esempio, +20% di danni frontali o un oggetto curativo extra). È possibile anche mescolare pezzi di set diversi per combinare i bonus. Similmente a Nioh, Khazan ha un sistema di loot generoso, ma ben calibrato: sbloccherete equipaggiamenti sempre più potenti e nuovi set fino alla fine dell’avventura, senza la sensazione di accumulare spazzatura.
Un altro aspetto positivo è la chiarezza generale. I menu sono puliti, le informazioni importanti sono subito visibili, e questo si sposa perfettamente con la flessibilità del sistema di abilità. Il gioco ti mette di fronte a sfide impegnative, ma ti fornisce tutti gli strumenti necessari per superarle, senza inutili complicazioni.
Combattimento: viscerale e preciso
Infine, parliamo del combattimento vero e proprio. Tutta la cura vista nella struttura, nel ritmo e nei boss, la ritroviamo pad alla mano. Neople ha fatto un lavoro impeccabile: il feeling del combattimento in The First Berserker è eccellente, viscerale, preciso, supportato da ottime animazioni e sound design. Questo vale per tutti i tipi di arma. Noi abbiamo amato la lancia, ma anche le lame doppie ci hanno convinto. Qualche dubbio in più sullo spadone, forse un po’ troppo lento contro la maggior parte dei nemici agili.

Tre armi potrebbero sembrare poche, ma la profondità offerta dagli alberi delle abilità compensa ampiamente (in questo, ricorda quasi un action più classico come God of War Ragnarok). Il gioco ha un’impronta action più marcata rispetto a molti Souls-like, avvicinandosi a titoli come Wo Long: Fallen Dynasty o Stellar Blade. Le abilità speciali (legate alla Combattività) possono essere usate anche a stamina esaurita, utilissimo per estendere le combo e rompere la postura nemica. Ovviamente, non mancano i pilastri del genere: gestione della stamina e oggetti curativi limitati.
Considerazioni finali
The First Berserker: Khazan si è rivelato una sorpresa estremamente gradita. Pur basandosi su fondamenta ben note agli amanti dei Souls-like (specialmente Nioh), riesce a costruire un’identità propria grazie a un combat system appagante, una struttura ben ritmata e una flessibilità RPG che incoraggia la sperimentazione. Se cercate una sfida hardcore ben costruita, tenetelo assolutamente d’occhio.