Il display di OPPO Reno13 FS è linea con gli standard di questa fascia (MisterGadget.Tech)
La linea Reno di OPPO ha sempre giocato su un equilibrio delicato: offrire un’esperienza quasi premium a un prezzo più contenuto rispetto ai flagship. Con il nuovo OPPO Reno13 FS, la proposta diventa ancora più aggressiva, tagliando il prezzo di 100 euro rispetto al Reno13, ma limando alcune caratteristiche che, per alcuni, potrebbero fare la differenza.
La recensione di OPPO Reno13 FS ha un duplice scopo, quello di raccontarmi come è fatto questo dispositivo, ma anche di capire quali sono le differenze tra Reno13 FS e Reno13 5G. La distanza di prezzo è relativamente contenuta, forse addirittura eccessiva per le differenze che esistono tra i due prodotti, ma lasciamo a voi la valutazione dopo aver raccontato come funzionano questi due smartphone.
Il Reno13 FS non si prende troppe libertà stilistiche: il design è pulito, abbastanza piacevole, ma non fa girare la testa. La costruzione è buona, la finitura posteriore in Graphite Grey, Luminous Blue o Plume Purple restituisce un’impressione solida anche se non memorabile.
La differenza più evidente con il fratello maggiore Reno13 sta nelle dimensioni. Il FS è leggermente più grande e pesante: si passa da 181 g a 192 g e lo spessore cresce da 7,24 mm a 7,76 mm. Si tratta di numeri, certo, ma si sentono un po’ nella mano. In compenso, lo schermo da 6,67” è ben integrato nel corpo, con cornici discrete e una buona ergonomia per l’uso quotidiano.
Non ci sono fronzoli, né guizzi creativi, ma il Reno13 FS fa il suo dovere: non si distingue troppo, ma neanche sfigura.
Qui iniziano le prime differenze sostanziali rispetto all’OPPO Reno13. Il Reno13 FS monta il processore Qualcomm Snapdragon 6 Gen 1, affiancato da 12 GB di RAM LPDDR4X e ben 512 GB di storage UFS 3.1. Il Reno13 invece adotta un Dimensity 8350 con RAM LPDDR5X, più veloce e moderna. Siamo di fronte a una delle rinunce più evidenti del modello FS: la RAM è meno prestante e il SoC è un po’ più compassato.
Il display AMOLED da 6,67 pollici del FS è buono, ma non eccellente. Risoluzione Full HD+, refresh rate a 120Hz e campionamento del tocco a 180Hz. Anche qui, confronto alla mano, Reno13 vince: schermo più compatto (6,59”), più denso (460 PPI contro 394), supporto a 1,07 miliardi di colori e frequenza di tocco più alta (240Hz).
C’è una nota positiva per il FS, però: lo storage espandibile tramite scheda di memoria, una rarità nel 2025 e una manna per chi registra video o accumula foto.
Sulla carta, lo Snapdragon 6 Gen 1 potrebbe sembrare una scelta sensata. In realtà, se si guarda al mercato dei medio gamma sotto i 400 euro, ci sono opzioni decisamente più scattanti. Il recente Nothing Phone 3a, ad esempio, offre un’esperienza molto più fluida a un prezzo simile.
Nell’uso quotidiano, il Reno13 FS si comporta bene nelle attività base: social, streaming, navigazione. Ma quando si passa a multitasking intenso o gaming, il limite si fa sentire. Le app pesanti impiegano qualche secondo in più per avviarsi, e i caricamenti nei giochi sono evidenti.
La GPU Adreno 710 regge il colpo nei titoli meno esigenti, ma non chiedetele miracoli con i giochi tripla A. Chi cerca prestazioni da riferimento in questa fascia di prezzo, dovrà guardare altrove.
Nessuna sorpresa, né in positivo né in negativo. La qualità delle chiamate è buona, il microfono restituisce una voce chiara e senza distorsioni, anche se manca quel tocco “hi-fi” che alcuni dispositivi riescono a offrire. La ricezione è stabile e nelle zone meno coperte il dispositivo si comporta in modo affidabile.
Il vivavoce funziona, ma come da copione, la resa audio perde corpo e i bassi sono praticamente inesistenti. Insomma: perfetto per un hands-free in auto, meno per ascoltare messaggi vocali con un minimo di qualità.
ColorOS 15 gira bene, e le funzionalità sono le stesse di tutta la serie Reno13. L’intelligenza artificiale? Presente, ma non è più un elemento distintivo. Ormai le stesse funzioni — come miglioramento automatico delle foto, trascrizione delle note vocali e suggerimenti contestuali — si trovano su quasi ogni dispositivo Android grazie ai servizi Google.
Il problema qui è la lentezza relativa causata dall’hardware. L’interfaccia, per quanto ottimizzata, fatica un po’ quando si spinge sull’acceleratore. Nessun crash o bug, ma serve un pizzico di pazienza in più.
Tre sensori sul retro: un principale da 50 MP, un’ultra-wide da 8 MP e una macro da 2 MP. Il classico schema dei medio gamma Android. La qualità delle foto è buona quando c’è tanta luce, con un livello di dettaglio soddisfacente e colori vividi, anche se a tratti un po’ forzati.
La camera ultra-grandangolare è meno brillante: soffre di distorsioni ai bordi e la gamma dinamica è limitata. La macro? Diciamolo: è lì per far numero.
I video raggiungono il 4K a 30 fps. Bene, ma solo se le condizioni sono perfette. Appena cala la luce, i limiti del sensore e della stabilizzazione elettronica si fanno evidenti. Sul fronte selfie, c’è un modulo da 32 MP che restituisce risultati decorosi ma un po’ piatti, soprattutto di sera.
Rispetto al Reno13, che ha una camera frontale da 50 MP e un sensore posteriore secondario leggermente più grandangolare, la differenza si nota, ma non stravolge l’esperienza.
Qui il Reno13 FS vince a mani basse. La batteria da 5800 mAh è una garanzia di durata: si può coprire tranquillamente un’intera giornata abbondante anche con uso intenso, e per molti utenti si può arrivare anche a due giorni.
La ricarica è da 45W, quindi non è un fulmine ma nemmeno una lumaca. In meno di un’ora si è di nuovo operativi. Questo è uno degli aspetti più convincenti dell’intero pacchetto.
Il Reno13 si ferma a 5600 mAh, una differenza piccola, ma che nei numeri premia il FS. Il vero vantaggio resta però nell’autonomia pura, che su questo modello è un punto di forza indiscutibile.
Mettiamoli a confronto. Il Reno13 è più compatto, più leggero e ha uno schermo più avanzato. La RAM è di tipo LPDDR5X, più veloce della LPDDR4X usata nel FS. Anche il processore MediaTek Dimensity 8350 del Reno13 offre performance migliori rispetto allo Snapdragon 6 Gen 1 del FS.
Dove invece il FS si prende qualche rivincita è nella batteria (5800 contro 5600 mAh), nella memoria interna (fino a 512 GB contro 256 GB) e nella possibilità di espansione tramite microSD, completamente assente nel Reno13. E soprattutto nel prezzo: 399 euro contro i 499 euro della versione più “nobile”.
In pratica, si tratta di scegliere tra un’esperienza più fluida e curata (Reno13) oppure più memoria e durata, al costo di qualche sacrificio su performance e display (Reno13 FS).
OPPO Reno13 FS è il classico compromesso intelligente. Costa meno, offre tanta memoria e una batteria infinita. Dall’altra parte, il design è poco ispirato, le performance sono modeste e le fotocamere non brillano per versatilità.
È un telefono che fa tutto, ma niente di straordinario. Perfetto per chi cerca un dispositivo solido, con tanta autonomia e spazio per salvare tutto, ma senza troppe pretese su velocità o qualità fotografica. A 399 euro, resta comunque competitivo, ma solo se si è consapevoli di quello che si sta lasciando sul tavolo.
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