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Samsung Galaxy Note Edge dopo 2 settimane

Ne scrivevo ieri sera su Twitter. Ci vuole un po’ di tempo per abituarsi, ma poi questo Samsung Galaxy Edge risulta davvero un prodotto di altissimo livello nel “daily drive”.

Ho avviato il mio approccio con un po’ di distacco, ma mi sto ricredendo perché questo oggetto ha un elemento fondamentale, l’estrema gradevolezza d’uso pur con qualche difficoltà in più sulla presa rispetto al note 4.

L’interfaccia leggermente più veloce (a me non sono ancora comparsi i rallentamenti di cui molti riferiscono) dà secondo me anche la prova di come potrebbe essere straordinariamente migliore l’esperienza degli utenti con un software più reattivo rispetto a quello abitualmente offerto da Samsung.

Andiamo con ordine, perché questa vorrebbe essere una recensione definitiva del telefono che il produttore coreano offre al prezzo di tutto rispetto di 869 euro. Ne abbiamo parlato più volte: per me questo posizionamento è un rischio davvero enorme; è vero che iPhone 6 Plus fa di meglio, ma di mezzo ci sono mille motivazioni diverse per cui questo prezzo è un vero azzardo e potrebbe azzoppare in partenza un telefono che in realtà ha un potenziale strepitoso.

La prima cosa che ovviamente balza all’occhio è il display. Leggermente più piccolo di quello del Galaxy Note 4, ha una “appendice” curva che caratterizza questo prodotto. Su quella parte curva, che è in realtà un display “allineato” a quello principale, ci sono diverse informazioni sempre disponibili.

Quando si apre un’applicazione, il display va in “mute” e la visualizzazione della app sconfina anche nella zona curva, ma appena si sfiora quella zona del display appaiono i vari pannelli che sono stati installati e che sono scaricabili da una sezione di “galaxy app”.

Non sono tantissimi, per la verità, alcuni non servono a niente, ma anche solo il fatto che sostituendo il dock abituale di samsung le possibilità di collegamenti diretti passino da 4 a 7 è già un vantaggio interessante.

Sul display bisogna però avvalorare quanto già sottolineato da molti utenti: lo schermo vira clamorosamente verso il blu quando viene inclinato anche solo di 40/45 gradi. Ovviamente capita quando state guardando il colore bianco. Probabilmente qualche effetto di gioventù dei display 4K.

La fotocamera del Galaxy Note Edge si comporta molto bene,  come quella del Note 4.  Con i suoi 16 mpx sul retro e i 3.7 frontali, si ottengono ottimi risultati in quasi tutte le condizioni. Forse l’unica situazione che un po’ “soffre” è quella del selfie con poca luce, ma per il resto risultati ottimi. Carina la funzione del selfie con angolo vasto di 120 gradi.

Ovviamente, con questo telefono potete riprendere video a 4K, buona la qualità di ripresa, soprattutto per i momenti della vita di tutti i giorni. Difficilmente farete una nuova versione di Star Wars, ma per catturare i momenti più divertenti delle vostre giornate è perfetta.

Il vero elemento di differenziazione era, è e rimane il pennino: se non pensate che per voi possa essere utile o se, dopo aver visto le recensioni che ne spiegano le funzioni, pensate di non usarlo, in tutta onestà il mio consiglio è di risparmiare il denaro e virare verso un prodotto meno costoso con schermo grande. Se S Pen non vi interessa, con la metà dei soldi avrete le stesse funzioni offerte da Mate 7 di Huawei.

Ma non c’è dubbio sul fatto che la soluzione del pennino è una delle migliori innovazioni degli ultimi anni in campo smartphone e una volta fatta l’abitudine al suo uso, tornare indietro vi farà sembrare gli altri telefoni un po’ primitivi.

La batteria: quella di Note Edge è leggermente più piccola di quella di Note 4, ma la differenza nella vita reale è proporzionalmente più grande della leggera differenza in amperaggio che trovate nelle specifiche tecniche. A parità di utilizzo, il Note Edge ha una durata della batteria sensibilmente inferiore a quella di Note 4.  Onestamente, non so ancora stabilire se questo dipenda dal fatto che sul mio Edge ho fatto solo pochi cicli di carica, ma al momento il solco è netto.

Non approfondisco nemmeno il tema dei sensori, perché per me è puro vaporware. Ho usato il sensore del battito cardiaco due volte in due settimane, mentre il sensore di impronte digitali è semplicemente inutilizzabile e non è all’altezza di ciò che propongono Apple e Huawei con le loro soluzioni analoghe.

Nella sostanza, schermo curvo a parte, poco cambia se usate un S5, un Note 4, un Alpha o un Note Edge. L’esperienza della touchwiz è così totalizzante da diventare un po’ penalizzante rispetto al potenziale che l’hardware mette a disposizione.

Non si può dire che usare il telefono non sia piacevole, ma quando si ha l’abitudine a fruire di molti prodotti alternandoli, è facile capire come in effetti ci siano interpretazioni di Android di gran lunga più efficaci ed efficienti.

Sgomberato il campo dal tema prezzo, io ho la profonda convinzione che questo sia uno degli ambiti in cui Samsung dovrebbe fare pulizia e anche un investimento importante per il futuro. Dovrebbe secondo costruire una diversa interfaccia, molto più sofisticata dal punto di vista grafico, che dia all’utente che “dentro” il telefono c’è qualcosa di molto prestigioso, all’altezza di ciò che trova “fuori”. Credo che il faro rimanga la soluzione della Sense di HTC, ma anche la nuova EMUI 3.0 di Huawei.

In sintesi, quali i pro e contro del Galaxy Note Edge?

PRO 

  • soluzione schermo curvo
  • fotocamera
  • soluzione S-Pen

CONTRO 

  • batteria meno performante del Note 4
  • alterazione colori ruotando il display
  • scarsa fruibilità sensore impronte
Luca Viscardi

Radio Anchor, Blogger, Tech Enthusiast. Ogni weekend su RTL 102.5. In versione podcast con Mister Gadget Daily. Papà di Andrea.

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Luca Viscardi

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