Ho provato per diversi giorni Huawei Mate S e posso dire senza timore di smentita che è uno dei migliori prodotti in circolazione.
Non entro nella diatriba del prezzo, perché è sempre tema complicato, solo le aziende possono decidere quale sia il posizionamento migliore per loro: dal punto di vista di chi prova i prodotti, conta la qualità e nel Mate S ne trovate tanta.
Nel Mate S di Huawei trovate un concentrato di qualità
E’ curioso quello che mi è successo al primo approccio: aprendo la scatola, la prima reazione è stata una cosa tipo: “vabbè, ma è uguale a Honor 7…” Poi cominci ad usare il telefono e ti rendi conto delle differenze e della “caratura” diversa dei due smartphone.
Pur non avendo uno spessore particolarmente ridotto, Mate S ha una soluzione “bombata” che si adatta al palmo della mano, che lo rende più spesso al centro, ma che si riduce molto sui lati, che sono invece molto sottili.
Questa soluzione garantisce una buona presa ma anche maneggevolezza. I bordi assottigliati trasmettono anche una percezione di leggerezza e solidità insieme, che si abbinano alla cura di tutti i dettagli.
Ma quando poi si accende il telefono, come è? Bello, veloce, maturo. Prendete un po’ P8 di Huawei, rendetelo un pelo più “snappy” e avrete il Mate S, che non introduce grandi novità ma ha un sensore di impronte digitali in più e offre un software ancora più maturo e reattivo.
L’interfaccia utente è identica a quella del P8 e anche dell’Honor 7 (questo per me potrebbe essere un problema nella percezione dell’utente); purtroppo nei modelli a disposizione ora manca il vero elemento di spicco e di qualità, il force touch, che arriverà solo più avanti e che secondo me darà al Mate S un vero potenziale commerciale.
Purtroppo nel modello ora in vendita manca la killer application, il force touch
Dubito che il solo sensore di impronte digitali oggi possa portare a scegliere Mate S rispetto al P8. Certo, c’è il display più grande, ma nel complesso non ci sono differenze abissali.
Questo introduce forse il tema principale, la domanda che è sorta spontanea provando il Mate S: questo smartphone fa tutto bene, oserei dire benissimo, ma in cosa si stacca dal mucchio molto affollato dei top di gamma del 2015?
Una volta Huawei aveva la straordinaria leva del prezzo, ma oggi con un posizionamento ben oltre i 600 euro la distanza non c’è più, riuscirà questo oggetto ad affascinare le masse?
Lascio al mercato la risposta, mentre proseguo la prova, passando dal reparto della fotocamera, che conferma la tradizione degli ultimi modelli, con un sensore da 13 mpx sul retro e da 8 mpx sul fronte, entrambi ottimi, con un buon tempo di messa a fuoco e con resa ottima anche con poca luce.
Prima ho accennato al display, che è da 5.5 pollici, ha una definizione fullHD e una buona visibilità anche alla luce diretta del sole; i contrasti sono molto netti e i colori fedeli alla realtà,
Ricezione e tempo di riaggancio della rete sono buoni, così come l’audio in cuffia. L’audio in riproduzione buono, ma un po’ carente nei bassi.
Mi piace molto il funzionamento del sensore di impronta digitale che è posizionato sul retro, in una posizione che ho descritto più volte come “naturale”, immediata e anche funzionale, dato che Huawei ha implementato la possibilità di usare la superficie del sensore come un touchpad e quindi di scorrere i files della galleria fotografica, piuttosto che attivare la sezione notifiche con un movimento dall’alto verso il basso.
La cosa molto positiva è che tutto ciò che fate con il Mate S è veloce, immediato e senza tentennamenti, grazie al processore kirin 935, un octa-core con una velocità massima di 2.2 ghz, che è la prova di come Huawei abbia capacità di crescita e miglioramento impressionante in tutto quello che fa.
Ricordate il processore zoppicante del modello P6? sembrano passati secoli, invece sono solo due anni. Ora il processore è uno dei punti di forza del telefono, segno evidente che l’azienda ascolta, impara dai propri errori e migliora, cancellando le possibili debolezze.
Sto immaginando da settimane a cosa mi serva disegnare con le nocche sul display
Prima di arrivare al tema finale, la batteria, affronto per un attimo la funzionalità che vedete in tv, quella legata all’uso delle nocche: è senza dubbio interessante, però in tutta onestà lo trovo un tema un po’ debole per conquistare nuovi adepti. Mentre il focus sulla fotocamera di P8 mi pareva molto azzeccato, fatico un po’ ad immaginare qualcuno che sceglie un telefono perché usa le nocche per ritagliare immagini sul display. Certo, trasferisce l’idea di una soluzione innovativa, ma conservo qualche perplessità sull’efficacia.
Di fatto, se volete provare ad usarla, l’opzione va che è una meraviglia.
Infine, la batteria, che è in linea con ciò che ci si aspetta da uno smartphone con un display da 5.5 pollici: una giornata di lavoro si fa senza alcuno stress e questo è ciò che conta.
La ricarica completa del telefono si fa in meno di due ore, ma in casi di emergenza esiste un piano di risparmio energetico avanzato per sopravvivere diverse anche con una carica risicata del 10%.
La valutazione economica è tutta vostra, quella qualitativa è ciò che mi compete e dopo averlo provato per due settimane vi dico che questo oggetto è davvero ottimo.
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