Moto Z Play e Motomods sulla mia scrivania, pronti per un tour de force di quelli seri, come è giusto che sia per due novità così importanti.
Non so nemmeno io se sia il caso di affrontare separatamente i due oggetti o di considerarli un tuttuno, ma parto comunque dal telefono, perché questo Moto Z Play sarà un osso duro per la concorrenza, grazie al prezzo di 449 euro.
E’ vero, al suo interno c’è un processore Snapdragon 625 che fa storcere il naso ai puristi dei core, ma in realtà quella scelta da Lenovo è una soluzione conveniente e funzionale. L’abbinamento con 3 gb di ram offre prestazioni più che buone e un’ottima gestione dei consumi.
Il Moto Z Play ha un display super AMOLED molto grande da 5.5 pollici, fullHD, che ha una luminosità elevata e una resa ottima anche con luminosità elevata.
Anche il display, con definizione buona ma non esagerata, contribuisce a contenere i consumi e se diamo un occhio alla capacità della batteria, di 3510 mAh, è facile capire come l’autonomia sia un punto di forza del nuovo smartphone di Moto/Lenovo.
Nella confezione del Moto Z Play c’è anche una cover “magnetica” che completa l’aspetto del telefono, gradevole anche quando è nudo, con l’unico dettaglio però che l’aggancio magnetico per i motomods non è il massimo da vedere, meglio nasconderlo in qualche modo.
La cover in dotazione riduce anche lo spessore della fotocamera, che altrimenti è un po’ sporgente.
Non ho ancora provato a lungo le fotocamere, è un po’ presto per darvi un parere. 16 e 5 mpx dovrebbero essere un buon punto di partenza, ma come sempre quei numeri dicono tutto e niente. Si possono girare video in 4K, nei prossimi giorni provo anche quelli.
Sul fronte c’è anche un sensore di impronte digitali, che serve anche per accendere e spegnere il display, comodissimo per l’uso con una mano sola, anche perché i tasti di volume e accensione sono molto piccoli e si confondono perché di dimensione identica. Curiosamente, il sensore di impronte digitali non riporta alla Home quando si sta usando il telefono, per quello bisogna usare i comandi su schermo, visibili nella foto qui sopra.
Il connettore per la ricarica è USB type-C, ormai uno standard diffuso su tutte le categorie di prodotto.
E i Motomods? Io ho qui quello di Hasselblad, forse il più prestigioso, e il più caro con gli oltre 200 euro richiesti e credo sia l’unica forma di “modularità” che abbia un senso.
Non l’Hasselblad in sè, ma la possibilità di agganciare e sganciare moduli “a caldo” senza spegnere il telefono e con la soluzione magnetica che è un portento. Ho solo una domanda: le mie carte di credito sono al sicuro se le metto nella stessa tasca del telefono? Sappiamo che i magneti non vanno molto d’accordo con le bande delle carte di credito, ieri mi ha assalito il dubbio…
Ma torniamo ai Motomods, in particolare il True Zoom di Hasselblad: l’aggancio e l’attivazione sono istantanei, il funzionamento è di una semplicità disarmante, ma il risultato in termini di qualità delle immagini non è sempre all’altezza del nome.
Le foto in condizioni normali sono molto belle e lo zoom ottico 10x è una vera bomba, ma quando si passa a condizioni di luce scarsa le foto purtroppo hanno molto rumore, che cresce in modo esponenziale con l’uso dello Zoom.
Il modulo Hasselblad ha un sensore da 12 mpx, che in condizioni difficili non sembra all’altezza, per lo meno non ancora. Il vantaggio dello zoom purtroppo con poca luce è annullato dal rumore catturato.
Ottimo il flash allo Xenon che è di gran lunga più efficace di quello LED di uno smartphone.
Sono solo ai primi minuti di prova, ma posso sintetizzare in questo modo: telefono super promosso, principio di funzionamento dei Motomods molto bello, risultato del True Zoom di Hasselblad in chiaro / scuro a seconda di dove si usa il sistema.
Ma è un punto di partenza molto interessante.
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