Ho un approccio difficile con Google, lo definirei quasi complicato se non contrastato: riconosco alcuni pregi indiscutibili dell’azienda, ma dall’altra vedo una specie di gigantesco carrozzone, con qualche problema di coordinamento.
Da un lato metto la divisione dei servizi: possiamo pensare che Google sia il male per la quantità di informazioni che ha sulla nostra vita, ma alla fine la colpa è nostra. Abbiamo scelto la scorciatoia dei servizi gratuiti, abbiamo deciso di contrattare la gratuità dei servizi con la montagna di dati che forniamo in cambio per poterli usare.
E’ una nostra libera e forse inconsapevole scelta, ma credo saremo d’accordo nel definire eccellenti le soluzioni software di Google, da Gmail al calendario, dalle mappe alla ricerca, passando per la navigazione web con il browser Chrome, senza dimenticare la suite di applicazioni web per il lavoro, che funziona come se non meglio delle versioni a pagamento di Microsoft.
Poi c’è il lato hardware: su questo fronte, io vedo Google come l’armata brancaleone. Prodotti buttati sul mercato senza grande convinzione, in alcuni casi senza un’apparente strategia, con la volontà di provarci e poi si vedrà.
L’unico prodotto davvero eccezionale è la chromecast, in grado di cambiare il modo di guardare la tv per molti, ma già la versione audio è un pasticcio rispetto a quella video e ha un’utilità di gran lunga più ridotta.
Negli smartphone, poi, è il caos senza controllo: la linea Nexus ha ceduto il posto a quella Pixel, ma la confusione non è cambiata. Google ha scelto di lanciare un prodotto con il proprio marchio e non quello di un produttore consolidato, ha deciso di distribuirlo solo in alcuni mercati, passando da una produzione Low cost ad una a costo super sostenuto, senza avere però lo “standing” per farlo.
Dopo 6 mesi, in Italia ancora non si vede e a questo punto penso non si vedrà mai. Per inciso, il prodotto è bello ma non vale il prezzo richiesto, se lo si confronta con OnePlus 3T.
Potremmo spendere del tempo su Google Home e sui router Google Wi-Fi, o forse ne servirebbe di più per capire perché la distribuzione (quanto meno dei secondi) non sia globale. Ma preferisco dedicarmi alle cuffie che sono state presentate alla FCC per la certificazione, che sono abbastanza incomprensibili.
Esteticamente sono bruttine, sono alimentate da un connettore Micro-USB (mentre il Pixel ha USB Type-C) e dal punto di vista estetico non sembrano il massimo.
Può essere che questo sia un prototipo per la certificazione che non ha l’aspetto definitivo e che in realtà poi sul mercato il design sarà completamente rivoluzionato, onestamente è ciò che spero.
Dalle foto si direbbe che la superficie è sensibile al tocco, ma poi l’immagine del dettaglio mostra un pulsante finisco per l’avanzamento delle tracce, sono un po’ perplesso su quale possa essere la strada scelta, ovvero non riesco a capire se Google abbia optato per comandi tradizionali o per una soluzione più innovativa.
Ma dalla foto che vedo, considerando che di solito Google ha prezzi alti per i suoi accessori, la prima domanda che mi faccio è molto semplice: c’è posto per un prodotto così “anonimo ” sul mercato?
Come al solito, sarà il tempo a rispondere.